citazione di cielo segreto
Mi chiedi di trovare una costruzione simile presso Giovanni. Eccola: ὁ θεὸς ἀγάπη ἐστίν (o theòs agàpe estìn), “il Dio è amore” (1Gv 4:8,16). Qui non possiamo tradurre ‘Dio è un amore’ e nemmeno ‘Dio è amorevole’. D’altra parte, se ἀγάπη (agàpe) avesse l’articolo determinativo avremmo questo significato: ‘L’amore è Dio’, il che non sarebbe vero, giacché in greco si riscontrano ben quattro tipo di amore, tra cui – ad esempio – quello coniugale. Questa costruzione obbliga a tradurre “Dio è amore”, proprio come in Gv 1:1 θεὸς ἦν ὁ λόγος (theòs en o lògos). Qui la differenza sta solo nel verbo: mentre ἐστίν (estìn), “è”, è al presente, ἦν (en), “era”, è all’imperfetto. I soggetti sono rispettivamente ὁ θεὸς (o theòs), “il Dio”; ὁ λόγος (o lògos), “la parola”. Del primo si dice che è amore, del secondo che era Dio. Ciò non comporta affatto la trinità cattolica. Comporta l’identificazione della parola con Dio. Se s’interpreta tale “parola” come la persona di Yeshùa nascono i problemi. Ma se la si comprende come la spiega Giovanni, ovvero come la parola di Dio, non si crea nessun problema. In quanto al nome, enfatizzare.
Eg. vorrei riportarti un mio pensiero, può darsi che ci veniamo incontro,
In realtà è già un posto che ho scritto nell'altro forum, e che voglio riportate in parte qui; sempre che non lo hai già letto.
Un utente scriveva
Ecco perché quando leggo Giovanni 1:1 io leggo "Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. 2 Egli (la Parola) era nel principio con Dio."
Ecco questo è un classico esempio di dissonanza contestuale, o meglio cognitiva.
Da un lato si dice che era presso Dio, dall'altro che era Dio.
Questo termine: La parola, è un termine che identifica il mezzo di espressione e comunicazione da parte del pensiero di una persona.
Un mezzo che serve per esprimere la personalità interiore di ciascuno, o la conoscenza trasmessa da altri, e che riportiamo in parole..facendoci intermediari o mediatori.
Se femminile o maschile non importa, non è questo il punto
Quindi la parola che era presso Dio era l'espressione di una persona, e questa persona era presso Dio.
Dunque in questo caso, trattandosi di persona distinta da Dio;
noi è come se in effetti leggessimo che la persona di Gesù era presso la persona del Padre.
Ma che tale persona era Dio.
Quindi dapprima abbiamo distinto Gesù dalla persona del Padre.
Eppoi di questo Gesù persona distinto da Dio diciamo che è Dio.
In pratica sarebbe un Dio a sè distinto dal Padre.
Sarebbero due persone distinte e ciascuno Dio.
Ma dato che sono entrambi Dio o un Dio..avremmo quindi due dei, il che cozza con il concetto di un unico Dio.
A questo punto la teoria cattolica prevede che essi siano come identità immateriale una soltanto, questo per spiegare l'apparente contraddizione.
Ma altri hanno teorizzato che invece sono due persone completamente distinte e che insieme costituiscono un unico Dio intendendolo come capo.
Cioè sarebbe come in una società dove il governo centrale è uno, come una sola entità amministrativa, ma che singolarmente è costituita da persone distinte che gestiscono la direttiva come una unica mente ufficiale che dirige.
E non avendo di certo nessuna necessità di presentarsi come disabili, con tante teste e braccia in un unico corpo individuale.
Altri invece sostengono che si tratta di Gesù come di un Dio minore.
Cosa fattibilmente valida, ma non per me in questo caso.
Per me La Parola del Padre era presso di Lui perchè la incarnava Gesù, il suo messaggero o portavoce.
E la parola era Dio il Padre, poichè chi ha visto Gesù ha visto il Padre.
Questo non significando che la persona di Gesù fosse quella del Padre.
Infatti Gesù diceva..ND " sono stato tanto tempo con voi e non mi hai ancora conosciuto?"
E quando mai gli apostoli avevano visto il Padre in carne e ossa così da riconoscerlo in Gesù?
E dunque ovvio che si riferisce all'essere il Padre nel senso di significarlo come rappresentazione del suo volere e della sua personalità, e questa è Dio , il Dio che ci ha fatto conoscere Gesù.
In pratica è come se Gesù dica : "Tu che conosci la parola dei profeti, per mezzo del quale hai conosciuto il Padre, Dio; non la conosci ( o lo conosci) in me che
te la rivelo nella sua "pienezza"?
" Colui che è disceso dal cielo lo ha rivelato" più pienamente.
Questo andamento di cose non era nuovo rispetto agli antichi scritti.
Infatti quante volte trovate scritto che l'angelo di Geova, era chiamato YHWH?
Infatti tale angelo o angeli per l'appunto non dicevano nemmeno il loro nome personale,e si rifiutavano di dirlo, propriamente perchè in quel momento stavano rappresentando unicamente YHWH, la sua Parola che li rendeva o faceva essere YHWH in persona in quanto a Parola.
Infatti l'angelo era solito dire: IO YHWH sono l'onnipotente...
Quindi L'angelo era Dio, la sua Parola che impersonava era Dio; e da notare che non veniva adorato per questa sua immedesimazione;
L'angelo è Dio nel senso di significarlo, o rappresentarlo, poichè l'angelo come essere vivente e come immagine di Dio, può farlo.
Non lo può fare invece di certo un somaro perchè il Cristo vi è stato in groppa, ne non potendolo significare come persona perchè non può realisticamente, mentalmente rappresentarlo.
Tanto più un misero oggetto inanimato croce o palo che fosse stato.
cari saluti