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Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

Etimologia di "Ebrei".

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    Roberto Carson
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    00 18/07/2009 13:05
    Quali origini etimologiche ha la parola "Ebrei"?



    Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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    .:mErA:.
    Post: 484
    Città: NAPOLI
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    00 18/07/2009 21:34
    Ebreo viene da Ever (Eber nelle Bibbie italiane) il figlio si Sem, figlio di Noakh (Noè).
    Abramo nacque dalla stirpe di Ever e fu il primo ad essere chiaamto Ebreo.
    Alcuni studiosi laici/atei sostengono che la parola derivi dall'Egiziano "habiru" (predoni).

    Tuttavia in lingua Ebraica gli Ebrei sono chiamati Yehudìm (ovvero "Giudei") in quanto la tribù di Giuda ha dato il nome a tutto il popolo d'Israele.

    Shalom.
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    Asgardiano
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    00 03/10/2009 11:31
    Ecco delle ulteriori informazioni tratte dall'enciclopedia biblica "Perspicacia nello studio delle scritture":


    Origine e significato del nome. Le ipotesi sull’origine e sul significato del termine “ebreo” possono riassumersi così:
    Una prima ipotesi è che il nome derivi dal verbo ‛avàr, che significa “passare; passare accanto; passare oltre; attraversare”. Il termine si applicherebbe quindi ad Abraamo, colui che Dio prese “dall’altra parte del Fiume [Eufrate]”. (Gsè 24:3) I traduttori della Settanta greca intesero così il termine, tanto che in Genesi 14:13 chiamarono Abraamo “il passante” anziché “l’ebreo”. Questa teoria riscuote molti consensi, ma presenta qualche difficoltà. La desinenza della parola ‛Ivrì (ebreo) è la stessa di altri patronimici, nomi con un prefisso o un suffisso che ne indica la derivazione dal nome del padre o dell’avo. Così Moh’avì (moabita) indica un discendente di Moab (Moh’àv), più che qualcuno proveniente da una determinata regione geografica; lo stesso dicasi per ‛Ammohnì (ammonita), Danì (danita), e molti altri.
    Per di più, se “ebreo” indicasse Abraamo solo in quanto aveva ‘passato’ l’Eufrate, il termine dovrebbe essere d’uso generale, valevole cioè per chiunque avesse fatto la stessa cosa, e nel corso dei secoli tali emigranti dovettero essere numerosi. Se l’etimologia fosse questa, il nome avrebbe distinto Abraamo solo nel caso che il suo passaggio dell’Eufrate fosse stato riconosciuto come risposta all’invito di Dio. È improbabile che i pagani che usavano questo nome riconoscessero un fatto del genere, anche se ciò non può essere escluso.
    Una seconda ipotesi, sostenuta da alcuni studiosi, è che il nome designi i nomadi, la gente ‘di passaggio’, in contrapposizione ai residenti più o meno stabili. (Cfr. l’uso di ‛avàr in Ge 18:5; Eso 32:27; 2Cr 30:10). Anche se gli israeliti vissero per un certo tempo come nomadi, non fu più così dopo la conquista di Canaan. Eppure continuarono a chiamarsi ebrei. Un’altra obiezione a questa ipotesi è che il termine, per la sua genericità, avrebbe incluso tutti i gruppi nomadi. Dato che la Bibbia chiama Geova “l’Iddio degli ebrei”, è evidente che non ci si riferiva a ‘tutti i nomadi’, in quanto molti di essi adoravano falsi dèi. — Eso 3:18; 5:3; 7:16; 9:1, 13; 10:3.
    Una terza ipotesi, che ben si accorda con le testimonianze bibliche, è che “ebreo” (‛Ivrì) derivi da Eber (‛Èver), nome di un pronipote di Sem e antenato di Abraamo. (Ge 11:10-26) È vero che di Eber non si sa nulla se non che apparteneva alla linea di discendenza che da Sem porta ad Abraamo. Non ci sono tracce di alcun atto o impresa da parte di Eber che possa spiegare perché i suoi discendenti abbiano attribuito tale rilevanza al suo nome. C’è da dire però che in Genesi 10:21 ad Eber viene dato particolare risalto, in quanto lì Sem è chiamato “antenato di tutti i figli di Eber”. Che il nome Eber fosse applicato secoli dopo la sua morte a una certa popolazione o regione è evidente dalla profezia pronunciata da Balaam nel XV secolo a.E.V. (Nu 24:24) L’uso del nome come patronimico collegherebbe inoltre gli israeliti con una delle “famiglie” discese da Noè secondo l’elenco di Genesi 10:1-32.
    Come per le altre ipotesi già trattate, vien fatto di chiedersi perché il termine “ebreo”, se derivato dal nome Eber, sia applicato in maniera così specifica e caratteristica agli israeliti. Eber, tramite suo figlio Ioctan, ebbe altri discendenti che non appartenevano alla linea di discendenza che porta ad Abraamo (e a Israele). (Ge 10:25-30; 11:16-26) Sembrerebbe che il termine ‛Ivrì (ebreo) si applichi a tutti quei discendenti che potevano legittimamente far risalire ad Eber la propria ascendenza. Alcuni studiosi pensano che in origine possa essere stato così, ma che col passar del tempo il nome abbia finito per indicare i soli israeliti come i più importanti fra gli eberiti o ebrei. Questo troverebbe delle analogie nel racconto biblico. Ad esempio, benché Abraamo avesse molti discendenti non israeliti, fra cui gli edomiti, gli ismaeliti e i discendenti tramite la moglie Chetura, solo gli israeliti vengono espressamente chiamati “seme di Abraamo”. (Sl 105:6; Isa 41:8; cfr. Mt 3:9; 2Co 11:22). Questo naturalmente a motivo dei rapporti che Dio ebbe con loro in virtù del patto abraamico. Ma il fatto stesso che Dio ne fece una nazione, diede loro il paese di Canaan come eredità, e concesse loro numerose vittorie su potenti nemici, avrebbe certo distinto gli israeliti non solo dagli altri discendenti di Abraamo, ma anche da tutti gli altri discendenti di Eber. C’è poi la possibilità che molti di questi altri discendenti abbiano perso la loro identità di “eberiti” in seguito a matrimoni misti con altri popoli.
    È quindi del tutto possibile che Eber sia evidenziato negli elenchi genealogici come indicazione divina che la benedizione noetica pronunciata su Sem si sarebbe adempiuta in modo particolare sui discendenti di Eber: i successivi avvenimenti rivelano che gli israeliti furono i primi a ricevere tale benedizione. La menzione specifica di Eber sarebbe inoltre servita a indicare la linea genealogica del promesso Seme menzionato nella profezia di Geova in Genesi 3:15. Eber divenne così un anello di congiunzione fra Sem e Abraamo. Tale collegamento si accorderebbe bene anche col fatto che Geova è chiamato “l’Iddio degli ebrei”.