00 23/07/2009 18:50
Nel terzo secolo dell’impero sebbene la vita cristiana non possa manifestarsi apertamente nella vita pubblica non è per questo meno attiva, pervade la società a tutti i livelli, ne trasforma “dal basso” tradizioni e costumi, l’impero non può non prenderne atto, non può pensare di avere ancora i cittadini dei secoli precedenti. L’editto di Milano del 313 è un atto di riconoscimento ormai improrogabile. Si pone fine alle persecuzioni, la chiesa viene riconosciuta ufficialmente.
Adottando le strutture della stessa società civile la chiesa finisce con l’inserirsi nella vita dell’impero, lo sostiene e ne ottiene protezione. Con Costantino e i suoi successori la Chiesa diverrà a sua volta intollerante perseguitando i pagani e coloro che sostenevano le eresie. Identificata con l’impero la Chiesa sembrava destinata a morire con esso. Ma ecco uno di quei ricorsi storici tipici nella storia della Chiesa. Mentre l’impero si dissolve e i popoli barbari premono da ogni parte la chiesa comincia ad evangelizzare i conquistatori. Le sue strutture spesso sopperiscono a quelle imperiali ormai dissolte. Si apre poi la parentesi del monachesimo e delle abbazie attorno cui rinacque l’attività agricola e all’interno delle quali si salvarono opere letterarie e tramandarono le stesse Sacre Scritture. L’autorità crescente acquisita finirà in epoca feudale a riportale la Chiesa ad una lotta di potere in concorrenza con i nuovi re e principi del nuovo assetto politico dell’Europa……
E la storia continua…………..

La Chiesa non può sfuggire ai rischi della temporalità. Il problema dell’equilibrio tra un eccesso e una mancanza di inserimento nella storia è indubbiamente uno dei problemi più difficili che la chiesa deve risolvere.
Nonostante questi rischi come spiegare la perennità della chiesa?
In ogni epoca non teme di impegnarsi in un mondo che sempre minaccia di assimilarla e trascinarla nella sua rovina.
Il maggior paradosso della chiesa è quello della coesistenza in essa del peccato e della santità.
Gia Paolo ammoniva le comunità primitive per l’invidia, la cupidigia, l’impudicizia.
Non possiamo concepirla idealizzata separata dai credenti.

Gladio mi dirai: e tutto questo che centra con la mia analisi del quarto secolo?
Il senso sta nella mia prima risposta quando osservavo che non si racconta la storia per sostenere una tesi.
Quella per intenderci di una chiesa gradatamente corrotta, sempre più compromessa con il potere, oppressiva.
Bisogna superare un certo manicheismo storico e saper guardare gli eventi a 360°
Certi fatti che hai segnalato rimangono ma il quadro storico cambia.

Vale anche come risposta a Roberto