00 30/07/2009 19:07


E con questo bel copia/incolla dal sito

digilander.libero.it/domingo7/FILIPPESI%202,6.htm

Cosa vorresti dimostrare?

L'affermazione "Si noti che Filippesi 2,6 usa μορφή in senso di natura, anche se per natura o essenza ci si sarebbero aspettati i termini greci ουσια (ousia) o φυσισ (fusis)" è proprio quello che vogliamo discutere, e capisci bene che rispetto alla semantica il parallelo con Colossesi 2,9 (in cui non si parla di morphè) è piuttosto dubbio, ed anche che alcuni Padri greci come Basilio, Gregorio di Nissa, Cirillo Alessandrino, Giovanni Crisostomo e Giovanni Damasceno abbiamo inteso morphè come ousia è altrettanto ininfluente, per altro che morphè possa vere quel significato è una spiegazione rigettata anche dal DENT.



Non mi pare che quanto è scritto nel sito sia da buttare, piuttosto dovevo citarlo.
A me sembra che oltre che la semantica aiuti il confronto contestuale di passaggi simili per contenuto anche letti nella lingua di arrivo.



Tanto per intenderci, se il soggetto invece di Gesù fosse una statua non è che se dico che la statua "ha la forma di dio" voglio dire quella statua è divina in quanto alla sua "natura" o, peggio, "sostanza".



Questo è evidente, per non cadere in questo paradosso Keres dice che nella letteratura filosofica morphè indica la esteriorizzazione della NATURA INTRINSECA dell'ente (vedi Aristotele).
Non pensi che la semantica abbia anche a che fare con la filosofia?