00 30/07/2009 19:25
Caro Pavel,


A me sembra che oltre che la semantica aiuti il confronto contestuale di passaggi simili per contenuto anche letti nella lingua di arrivo



Non ho detto che è da buttare, ho detto solo che fa delle affermazioni senza sostenerle con alcun argomento di tipo lessicale. In quanto ai passaggi considerati, oltre a non contenere mai il termine morphè e ad essere variamente interpretabili, non possono certo essere usati per cambiare il significato fondamentale di una parola!


per non cadere in questo paradosso Keres dice che nella letteratura filosofica morphè indica la esteriorizzazione della NATURA INTRINSECA dell'ente



Francamente non capisco quale "paradosso" ci sia da risolvere, cioè per quale motivo dobbiamo proporre un significato così specialistico, in un contesto dove non si avverte alcuna influenza aristotelica, invece di usare le parole secondo il loro significato di base. Non capisco proprio come il ricorso alla teoria ileromorfica o all'eidos platonico possa essere giustificato in questo contesto e quale paradosso contribuirebbe risolvere.

In Marco il termine designa l'apparenza esteriore, così come nella LXX (dove è interscambiabile con eikon suggerendo un parallelo con Co 1,15), attenendoci a questo significato il passo non presenta alcun paradosso.

Shalom

[Modificato da barnabino 30/07/2009 19:30]
--------------------------------------------------------------------
Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA