00 29/07/2009 19:22
Cara Keres,


è da tenere in considerazione che l'autore del passo (che non è Paolo) fosse un conoscitore della filosofia greca e avesse con molte probabilità impiegato un linguaggio filosofico



Cosa ti fa arrivare a questa conclusione? Leggendo l'inno francamente non mi pare che si possa far riferimento ad un linguaggio filosofico particolare, soprattutto se Paolo si servì di un inno preesistente, dunque molto primitivo e legato alla comunità giudeo-cristiana.


In base a ciò ritengo dunque che l'autore di questo inno intendesse una eguaglianza di natura



Mi pare una conclusione in controtendenza con l'esegesi moderna che in morphè vede la forma propria di un servo come espressione della sua condizione, piuttosto che una natura. Lo stesso per quanto riguarda la morphè divina: la forma quale condizione inconfondibile di divinità.

Shalom
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