Mea culpa del Comune: “Quei 30mila Testimoni di Geova meritavano un’accoglienza migliore”
Sono arrivati in 30mila da 10 nazioni e da ogni parte d’Italia per il loro raduno annuale. I Testimoni di Geova hanno praticamente innondato Bologna, occupando ben 5.000 stanze d’albergo, un “tutto esaurito” come non accadeva ormai da anni. Eppure avrebbero meritato un’accoglienza migliore, ammette l’Amministrazione Comunale per bocca dell’Assessore al Turismo ed alle Attività Produttive, Luciano Sita. Con fare schietto, come è nel suo stile, lo stesso Sita non nega che dal punto di vista “profano” il raduno religioso dei Testimoni di Geova rappresentava una grossa opportunità per la città, per i suoi albergatori, per i suoi commercianti. Sarebbe stato un modo per far conoscere Bologna ed il suo meglio, a migliaia di persone che avrebbero potuto rappresentare altrettanti potenziali turisti di ritorno nella nostra città, nella nostra regione, Sita avrebbe certamente voluto che in questa occasione la città avesse potuto fare “sistema”, peccato però che fosse pieno Agosto, e che l’evento non fosse stato promosso e compreso come avrebbe dovuto (soprattutto in questo Sita ritiene che l’Amministrazione abbia “peccato”). In città i servizi ed i negozi aperti avevano subito la classica contrazione estiva, e non erano certamente al top dell’efficienza Gli organizzatori sono stati un po’ abbandonati a loro stessi. Ed in effetti problemi ci sono stati, ad esempio, nel reperire un numero sufficiente di mezzi pubblici per consentire a tutti i 30mila fedeli di raggiungere lo Stadio Comunale, dove si concentrava la celebrazione principale del loro raduno. L’assessore Sita, che era stato avvisato della portata e della complessità dell’evento solo una settimana prima, a questo punto ha cercato in ogni modo di fare quello che poteva per gli organizzatori. Ha dato loro il proprio numero di cellulare, per rendersi reperibile in qualsiasi emergenza. E quando l’hanno interpellato per il autobus carenti, è riuscito a far aggiungere una decina di autobus in più sulle linee per lo stadio. Tutto questo, comunque, non capiterà più in futuro, assicura Sita, “Ho promesso ai Testimoni di Geova che se torneranno ancora a Bologna per il loro raduno, gli daremo un’accoglienza veramente in grande stile, come Bologna sa dare. Spero tengano conto della nostra buona volontà per la prossima volta!”
TANTE SCUSE ANCHE ALL’ASSOCIAZIONE NIPPONICA – Il mea-culpa comunale nei confronti dei Testimoni di Geova, fa il paio con un’altra gaffe dello stesso Comune, quasi contemporanea. In questo secondo caso il Comune si è dimenticato di spegnere i getti d’acqua al centro del laghetto dei giardini Margherita, e così non ha potuto avere luogo la cerimonia delle lanterne che l’Associazione Nipponica di Bologna avrebbe voluto celebrare per ricordare la tragedia di Nagasaki. Gli organizzatori della festa avrebbero voluto liberare decine di lanterne galleggianti, beneaguranti per la pace, ma i getti d’acqua lo hanno impedito. Il Comune da parte sua attribuisce la responsabilità alla ditta privata di Granarolo che avrebbe dovuto provvedere materialmente a spegnere i getti d’acqua (che in realtà hanno la preziosa funzione di “ossigenatori” delle acque stagne del laghetto), ma che pare lo abbia dimenticato. Lo stesso Comune si propone di rimediare con una donazione all’associazione Nipponica che aveva organizzato la manifestazione. Laconico e molto “zen” il commento del regista Claudio Longhi: “Peccato per il tutto il lavoro che era stato fatto. Ma gli inconvenienti talvolta accadono”.
Tratto da: www.telesanterno.com/mea-culpa-del-comune-%E2%80%9Cquei-30mila-testimoni-di-geova-meritavano-un%E2%80%99accoglienza-migliore%E2%80%9D-0...
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