00 05/09/2009 08:33
Secondo il Papa «di fronte alla vastità dei vizi il rimedio è un radicale cambiamento di vita, fondato sull'umiltà»

CITTÀ DEL VATICANO - Di fronte alla vastità dei vizi diffusi nella società, il rimedio è quello di «un radicale cambiamento di vita, fondato sull’umiltà, l’austerità, il distacco dalle cose effimere e l’adesione a quelle eterne». È l'invito di Benedetto XVI, tornato a presiedere l’udienza generale nell'aula Paolo VI in Vaticano davanti a 8mila persone. «Dio persegue le colpe e tuttavia protegge i peccatori», ha aggiunto il Papa, purché sappiano dire di no ai vizi del mondo e avere il coraggio di un radicale cambiamento di vita.

SANT'ODDONE - Il Pontefice ha preso spunto dalla figura di sant'Oddone, abate di Cluny nato nell'880 e morto nel 942, riprendendo così «dopo una lunga pausa» - ha detto iniziando la catechesi - la presentazione dei grandi scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente dell'epoca medievale. sant'Oddone, ha detto, «era una vera guida spirituale sia per i monaci che per i fedeli del suo tempo e, nonostante il realismo della sua diagnosi, non indulge al pessimismo». «La misericordia divina è sempre disponibile - ha aggiunto il Papa -. Dio persegue le colpe e tuttavia protegge i peccatori. In questo modo il vigoroso e insieme amabile abate medioevale, appassionato di riforma, con azione incisiva alimentava nei monaci, come anche nei fedeli laici del suo tempo, il proposito di progredire con passo solerte sulla via della perfezione cristiana».

MISERICORDIA DIVINA - Le grandi aspirazioni di Oddone, ha detto il Papa, erano «la concordia tra i re e i principi, l'osservanza dei comandamenti, l'attenzione ai poveri, l'emendamento dei giovani, il rispetto per i vecchi», mentre tra le sue virtù spiccava la pazienza. Secondo abate dell'abbazia di Cluny, Oddone ne fece un centro di vita spirituale e culturale capace di influenzare la vita delle corti e la storia europea, come avveniva anche negli altri monasteri benedettini. Lui stesso fu a Roma, Subiaco e Montecassino, esercitando «un vasto influsso sui monasteri del continente». Un modello di vita fondato sulla dedizione «all'ascesi, allo studio e al culto divino, avvolto di decoro e di bellezza». «Piangeva come immensamente misero questo mondo» ma nonostante questo non indulse mai al pessimismo, convinto che «la misericordia divina è sempre disponibile». L'esempio del monaco - ha concluso Ratzinger - «può apparire abbastanza lontano dalla nostra visione del mondo, ma aprirsi alla vita interiore e all'amore del prossimo trasforma la vita e fa apparire a questo mondo la luce di Dio».

Tratto da: www.corriere.it/cronache/09_settembre_02/papa_vizi_cambiamento_vita_59ae9278-97a2-11de-b29b-00144f02aa...



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