00 14/09/2009 11:30
rispondo a Spener

Giustamente mi fai osservare:
Ma poi, scusa, Flavio in Contra Apionem menziona il 18 ° anno ma riduce il periodo da 70 a 50 anni.

Ho analizzato a fondo tale dichiarazione di Flavio e la ho paragonata al contesto di Beroso del quale parla.
Se fai caso, poi Flavio cita una cronologia di re fenici (della città di Tiro) che va dall'assedio della città (13 anni) a quando nel 14° anno di Ithobal (che regnò per 20 anni) Ciro il Grande diviene re sui Medi E sui persiani.

In pratica, Flavio, anche se in modo non immediatamente evidente, semplicemente fa il riferimento ai 20 anni già passati alla data del 587bc (607bc - 20 = 587bc), che si riallacciano ad una sua precedente dichiarazione di 18 anni di regno da lui attribuiti ad Evil-Merodac (i suoi 20 anni di Akitu meno i due citati da Beroso e da Adda-Gruppi), e riassommati ai due di Beroso che appunto cita in quel contesto, sono da lui conteggiati in detrazione ai 70 "completi" anni e quindi ricorda i rimanenti 50 anni (dal 587bc al 537bc) che ancora dovevano vedere Gerusalemme e il tempio Giacere in tale stato di abbandono (oscurità).

Dove Cita i 70 anni, forse non cita il 18° anno in quanto non stava parlando di Nabucodonosor ma del popolo di Dio e credo che non abbia ritenuto importante fare riferimento diretto all'anno del re.

Le informazioni di Flavio sono state da me confrontate pure con quelle di Erodoto e di Senafonte (Ciropedia), e contestualmente ai riferimenti incrociati (che sto appunto "narrando" nella mia "immaginaria" storia), con la storia dei Lidi e dei Medi.

Riguardo a:
"l'evidenza di un'assenza" non è MAI "l'assenza di un'evidenza"

Hai perfettamente ragione. Fintanto però che l'assenza continua ad esserci, continuerà ad essere valida l'evidenza dell'assenza.

D'altronde, se mai fosse trovato un reperto che citasse "onestamente" (voglio dire.. non di fonti assire o di fonti seleucide) l'avvenimento, non risolverebbe nulla.

Infatti tale reperto solo direbbe: (tradotto) "Anno 18° di Nabucodonsor... Gerusalemme (o HATTI) il re rovinò. Il popolo di Hatti in Babilonia fu portato" o qualcosa di simile.


L'eventuale ritrovamento di un documento come questo sopra ipotizzato, NON risolverebbe però la questione del 37° o 38° anno del re durante il quale sarebbe stato osservato e scritto il Diario Vat 4956.
Solo costringerebbe ad accettare come coerente la dichiarazione di Geremia con 18/19 anno. Per gli archeologi non c'è scampo..
Devono dare almeno, in questa faccenda, il dovuto peso informativo che loro al presente trascurano, e che viene dalla bibbia.

Ho chiesto se ci fossero "attualmente" fonti diversi da Flavio e dalla Bibbia, appunto per escludere "attualmente" che gli archeologi possano aver "dedotto" o retrocalcolato dal 568bc il 18° anno di Nabucodonosor da fonti diverse da Flavio e dalla Bibbia.

Il problema 38° o 37° e 568bc o 587bc e 607bc si presenta ora, ed è dato "ora" come "incontestabile".

Riesci a capire cosa cerco di esprimere? So che la cosa è complicata, se no l'avrebbero già risolta altri... Ops.. non mi sia additato da vanto.. (da altri... che avessero "anche consultato" le scritture dovutamente).

Ciò che vorrei dimostrare è quindi che l'archeologia non può correttamente ignorare le informazioni della bibbia, specialmente quando essa contrasti con i ritrovamenti di antichi reperti.
Infatti, se prendessero bene in considerazione la bibbia, spesso potrebbero identificare quei reperti che "anticamente" furono alterati nelle loro informazioni per la vanagloriosità dei regnanti al potere in quel tempo.

Mi fermo. se no ... logorroico di nuovo.. [SM=g27995]

monseppe