00 11/09/2009 10:12
Notizie Avventiste - Riferendosi alle proposte di leggi contro i discorsi di incitamento all’odio, i membri del Consiglio di Esperti dell’Associazione Internazionale della Libertà Religiosa (Irla) hanno redatto una dichiarazione in cui considerano non necessarie le leggi contro la diffamazione religiosa. Il Consiglio, riunitosi presso la sede mondiale della Chiesa Avventista del 7° Giorno a Washington D.C., è stato d’accordo nell’affermare che le leggi internazionali sui diritti umani già esistenti sono un mezzo sufficiente per proteggere i gruppi religiosi dai discorsi di incitamento all’odio che potrebbero portare alla discriminazione o alla violenza. La dichiarazione arriva nel momento in c ui degli organismi internazionali, quali le Nazioni Unite, appoggiano leggi specifiche che si riferiscono ai discorsi di incitamento all’odio nel tentativo di prevenire i crimini motivati dall’odio religioso. Pur essendo d’accordo con le motivazioni che si trovano dietro tali leggi, gli esperti hanno fatto notare che la loro applicazione potrebbe sortire un effetto contrario, violando la libertà individuale d’espressione che include il diritto di criticare le convinzioni e le pratiche religiose.
“Sebbene ci siano delle leggi che già garantiscono la libertà religiosa, se mi sento offeso, posso appellarmi a questa altra legge che annulla la prima”, ha affermato Robert Seiple, ex ambasciatore degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale, ipotizzando sull’enigma morale che secondo lui e gli altri esperti le leggi sulla diffamazione religiosa potrebbero creare. “Le buone leggi e i bravi avvocati non garantiscono un buon comportamento”, ha aggiunto.
La dichiarazione reitera le conclusioni cui sono arrivati i membri del Consiglio quando si sono incontrati per la prima volta, l’autunno scorso in Romania, per discutere sull’allora emergente problematica della diffamazione religiosa. Senza una definizione universalmente accettata di diffamazione religiosa, gli esperti temono che queste leggi che cercano di eliminare i discorsi di incitamento all’odio possano essere imposte arbitrariamente e in modo diseguale. I membri del Consiglio, come Rosa Maria Martinez de Codes, docente dell’Università Complutense di Madrid, concordano sul fatto che debba esserci un “margine di rispetto” per le diverse religioni e hanno concluso che il dialogo e l’educazione, più della legislazione, possono coltivare nel modo migliore tale atteggiamento. Tra i tanti suggerimenti, la dichiarazione propone che i governi, i leader religiosi e gli educato ri incoraggino “la comprensione, la tolleranza, il rispetto e l’amicizia” tra i membri della varie comunità di fede. “Dobbiamo elevare il nostro modo di pensare oltre il comune denominatore della tolleranza verso la vera comprensione”, ha affermato Sieple. La dichiarazione fa appello anche ai difensori dei diritti umani di “monitorare con attenzione” l’imposizione delle leggi sulla diffamazione religiosa già in vigore per sorvegliare che non vi siano “conseguenze controproducenti”. Oltre che agli esperti di diritti umani e delle Nazioni Unite, la dichiarazione sarà inviata anche ai membri delle agenzie non governative e ai capi di stato.

Tratto da: Notizie Avventiste Anno XII - N 29 10-9-2009



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