00 25/09/2009 17:37
Ripeto quello che ho detto nell'altro post:

1. Le scritture parlano definiscono Israele di Dio tutta la congregazione del I secolo, Paolo dice: "E tutti quelli che cammineranno ordinatamente secondo questa regola di condotta, su di essi siano pace e misericordia, sì, sull’Israele di Dio" (Galati6,16) "Ma voi siete “una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze” di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce" (1Pt 2,9).

Mi pare che tutti i cristiani del I secolo vengono definiti sia una "nazione santa" che un "regal sacerdozio" senza far menzione di un gruppo di cristiani esclusi dal sacerdozio regale.

Anche Paolo in Ebrei 12:18-24 descrive l'esperienza dei cristiani come quella di coloro che si sono "accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste, e a miriadi di angeli, in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli" dunque mi pare che li descriva tutti con la speranza celeste, in quanto tutti israeliti spirituali tutti si accostano al monte Sion celeste.

2. Rivelazione distingue nettamente coloro che sono suggellati dall'israele spirituale dalla "grande folla" che invece è di tutte le "nazioni" ed in quanto tale non dovrebbe prendere parte al nuovo patto.

Sarebbe allora da capire in che senso i 144.000 sono suggellati "dalle" 12 tribù d'Israle, nel senso che ne sono "una parte" e avanzano altri oppure nel senso che è stata suggellata "tutta" la nazione?

Shalom


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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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