00 23/09/2009 10:44
Perché secondo la teologia adottata aprioristicamente dal traduttore, il quale critica la scelta traduttiva del comitato del nuovo mondo, la parola "altre" inserita in quel contesto cambierebbe aspetti dottrinali e teologici.

Cosa che non avviene o rimane teologicamente e dottrinalmente neutra nel caso delle "altre lingue" soggetto del brano da te riportato.

La critica non è propriamente filologica o traduttiva bensì sul concetto aprioristico che ha portato a quella scelta.
Non si può parlare di traduzione infedele, poiché l'inserimento di parole atte a rendere il significato corretto al referente odierno, come nel caso da te riportato, non costituisce di per sé un atto illecito del traduttore.

La questione è quindi impostata più sull'ideologia, la teologia e la dottrina che ha portato a quella scelta traduttiva, di per sé corretta.
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal