00 25/10/2009 08:26
Re: Re:
Roberto Carson, 24/10/2009 12.50:


Per questa ragione, tende a trattare il testo biblico come se fosse stato dettato parola per parola dallo Spirito e non arriva a riconoscere che la Parola di Dio è stata formulata in un linguaggio e una fraseologia condizionati da una data epoca. Non accorda nessuna attenzione alle forme letterarie e ai modi umani di pensare presenti nei testi biblici, molti dei quali sono frutto di una elaborazione che si è estesa su lunghi periodi di tempo e porta il segno di situazioni storiche molto diverse.

Direi di si, forse meglio si addice alla nostra realtà.



Ma come si addice ala nostra realtà! No. Noi siamo perfettamente consci che la Bibbia non è stata dettata "lettera per lettera". Tuttavia il paragrafo significa qualcosa che va oltre questa evidenza: sebbene noi crediamo che le parole dell'epoca siano in un certo modo specchio del contesto in cui lo scrittore visse crediamo anche che altrettanto liberamente esprimano concetti che travalicano quel limite intendendo ispirato proprio il messaggio che portano. Non accettiamo che siano frutto di una elaborazione che si è estesa su lunghi periodi di tempo sebbene accettiamo una certa e limitata flessibilità di variazioni testuali.
Per inciso: il messaggio era utentico allora come lo è oggi anche se lievemente variato su alcune (poche) variazioni testuali.

Non accettiamo infatti la teoria documentaria o altre analisi testuali che ne minino il valore miracolistico o profetico: per cui Isaia scrisse Isaia, Giovanni scrisse il suo vangelo etc. etc.

E sinceramente non comprendo come l'appoggiarsi a tali strumenti che essendo scientifici accettano il metodo dell'ateismo metodologico come processo da seguire nelle loro analisi e contemporaneamente sostenere l'ispirazione divina del testo. Mi sembrano due concetti antitetici che giustamente noi separiamo preferendo o l'uno o l'altro.
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal