00 08/05/2010 16:51
Re:

In realtà c'è chi sostiene (e io sono d'accordo) che nel descrivere l'oltretomba Farisaico Giuseppe Flavio si confonda con la dottrina Essena, poichè egli stesso in gioventù era stato un Esseno per poi diventare un rivoluzionario.



Dalla lettura dei testi di Giuseppe Flavio e di altri testi affini, mi sono fatto anche io l'idea che egli si esprimesse in modo approssimativo per farsi capire dai suoi lettori. E' significativo infatti che il NT non ascriva la credenza dell'immortalità dell'anima ai farisei ma la risurrezione. Al contrario Flavio Giuseppe non parla di resurrezione (a meno che mi sia sfuggito qualche passaggio) ma di immortalità. E' probabile quindi che Flavio usi il termine immortalità per rendere il concetto comprensibile ai suoi lettori romani che non avrebbero potuto concepire la credenza nella risurrezione! Quindi credo che lui intenda dire semplicemente che i farisei credevano che la vita non finiva con la morte ma che sarebbe continuata mediante la risurrezione.

E' probabile che il giudaismo palestinese sia rimasto fedele all'antica visione antropologica secondo cui l'uomo muore nella sua totalità psicosomatica e attende la risurrezione.
E' ad Alessandria e dintorni che invece avrebbe cominciato a penetrare la dicotomia platonica anima/corpo.

[Modificato da Walter.Simoni 08/05/2010 18:24]
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