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Questo libro considerava C. T. Russell come se fosse stato il “servitore fedele e prudente” predetto in Matteo 24:45-47, VR. Nel suo commentario sul libro di Rivelazione presentava C. T. Russell come se fosse “il settimo messaggero”, cioè “l’angelo della chiesa dei Laodicesi”, la settima e ultima congregazione menzionata nell’elenco. (Rivelazione 3:14, AV) Nel suo commentario sulla profezia di Ezechiele, il libro presentava C. T. Russell come se fosse stato il predetto ‘uomo vestito di lino con il corno da scrivano al fianco’. (Ezechiele 9:4-11; 10:1-7, AV) Naturalmente, quelli che accettavano tali interpretazioni provavano un senso di lealtà verso un servitore di Geova Dio impiegato in modo meraviglioso. Si sentirono obbligati a seguirlo come uno strumento terreno dell’Iddio Altissimo in ciò che fu chiamato “il periodo laodiceo”.

nel 1919 fu stampato The Messenger of Laodicea (Il Messaggero di Laodicea), un libretto di dodici pagine , con foto del pastore Russell, che lo identificava come "settimo messaggero della chiesa di Laodicea"

MA,
nel 1927, nel numero del 15 febbraio, la rivista Torre di Guardia pubblicò l’articolo principale “Servitore: Buono e Cattivo”, in base alla scrittura del tema di Matteo 24:45, 46, AV. In maniera fedele e coraggiosa questo spiegava che il “servitore fedele e prudente” ivi menzionato non era nessun uomo individuale, ma una classe, un corpo di servitori, l’intera congregazione dei fedeli seguaci spirituali di Cristo in quel tempo. Era come nel caso della nazione dell’antico Israele, che fu chiamato il servitore di Geova, e a cui fu detto: “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto’”. (Isaia 43:10) Un “servitore”, ma molti “testimoni”. In modo simile, nel caso di Matteo 24:45-47, un “servitore” (o schiavo), e molti membri componenti, che tutti insieme formavano un corpo di servitori o schiavi a cui era affidata la cura dei beni o averi del Signore. Questo indebolì ogni base per la formazione settaria intorno a Russell.



Va comunque sottolineato che il Pastore Russell non si è mai autoidentificato come il “servitore fedele e prudente”, questo appellativo gli venne dato da altri, tra cui sua moglie, ma lui ebbe sempre l'umiltà di negare tale titolo e di attribuirlo all'intera classe dei fratelli.

Per un maggiore approfondimento si veda questa discussione:

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