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2. ABRAMO PADRE DI CREDENTI, NON DELLA FEDE

A. Introduzione.

Abramo è comunemente definito come “Padre della fede” e, se non si vogliono usare le parole in modo ambiguo, significa che prima di lui non ci sarebbe stata la vera fede. Ciò è però chiaramente contraddetto dalla Bibbia, perché prima di Abramo troviamo almeno tre “campioni” della fede, quali Abele, Enoc e Noè (Ebrei 11:4-7).
Sono le mezze verità, come si sa, quelle più pericolose e la definizione di “Padre della fede” è una “piccola” deformazione di ciò che scrive Paolo, che lo definisce come esempio di fede e padre dei credenti, non della fede (Romani 4:11-16; Galati 3:7). A Paolo poi interessa farne una applicazione ai problemi dei credenti del suo tempo e non si può considerare ciò che dice Paolo senza tener conto di ciò che ci è chiaramente rivelato in Genesi, anche perché spesso il NT fa delle ottime applicazioni dell’AT, ma unite ad una “pessima” esegesi, almeno stando alle regole attuali.
Oltre alle mezze verità, c’è un altro diffuso fenomeno che porta fuori strada e che indichiamo con retroproiezione. Si tratta dell’abitudine di prendere una situazione finale e ricoprirci con essa tutto il passato, come se si fosse verificata non alla fine del percorso, ma all’inizio. Anche qui c’è una mezza verità, perché è vero che la conclusione prevista orienta tutto ciò che si fa prima, ma un conto è vedere il prima alla luce del poi, un altro conto è costruire il tetto sotto le fondamenta! Paolo, per esempio, nei passi sopra citati ragiona avendo come orizzonte il suo tempo e non si può automaticamente retroproiettare la sua analisi.
La fede non solo c’era prima di Abramo, ma anche ai suoi tempi (Melchisedec), perciò Abramo non va visto come una novità assoluta. Commentatori autorevoli invece lo indicano come l’inventore della fede e qualcuno (per esempio Abba Eban, ex ministro degli esteri d’Israele) arriva addirittura a pensare che non sia stato Jahvè a creare Abramo, ma sia stato Abramo a creare Jahvè (cioè a ideare un nuovo modo di concepire Dio).
Abramo appare in Genesi come una tipica persona del suo tempo, che Dio elegge e chiama non perché lo trovi già straordinario, ma perché per mezzo di lui vuol portare avanti un programma straordinario di formazione e di benedizione universale (è soprattutto alla fine che Abramo sarà straordinario).



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