00 31/10/2009 12:55
D. Melchisedec superiore ad Abramo.

Melchisedec sconvolge i ritratti che solitamente si fanno di Abramo e allora si preferisce tenerlo in disparte: tanto nella Genesi compare solo in quattro versetti (Genesi 14:17-20), che si possono per di più saltare senza che si notino dei vuoti nella storia di Abramo.
Il Nuovo Testamento si avviava ad essere concluso senza mai citare Melchisedec, infatti di lui non se ne parla nei Vangeli, né negli Atti, né nelle epistole di Pietro o di Paolo. Questo personaggio, però, irrompe poi improvvisamente in un’epistola presumibilmente scritta tardi e di autore non dichiarato, cioè nell’Epistola agli Ebrei, che diverrà un cardine della teologia finale del Nuovo Testamento.
Su Melchisedec, e sul Salmo 110 che lo cita, abbiamo fatto due studi a parte (Melchisedec, un precursore trascurato e Profezie su Cristo: noi cristiani esageriamo), perciò non staremo a dilungarci. Diciamo solo che, specie alla luce di Ebrei 7, Melchisedec appare chiaramente come più in alto di Abramo proprio sul piano spirituale. Abramo, insomma, non venne scelto da Dio perché era in quel momento la persona più in sintonia con lui, ma Dio con Abramo sembra aver fatto come Gesù con gli apostoli, i quali all’inizio appaiono abbastanza normali, ma poi arrivano ad una profonda sintonia col Signore.
In conclusione, ad Abramo è affidato un compito nuovo, ma il suo tipo di fede è simile a quella che c’era prima di lui e che ci sarà dopo di lui.



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