00 13/11/2009 18:13
Dialogo fra Fernando De Angelis e Irene Bitassi

Caro Fernando De Angelis, (10/11/09)
Ho riletto con calma ed attenzione lo studio su Abramo che hai mandato e l’ho trovato molto interessante. La parte che più mi ha colpito è quella sulle genealogie e sugli anni in cui hanno convissuto le varie persone. In effetti le genealogie, più che inutili, sono inutilizzate. Anzi, devo confessare che qualche settimana fa leggevo velocemente (come solitamente si fa) proprio le genealogie di Genesi e avevo pensato che sarebbe stato interessante fare alcuni conti sulla vita di queste persone, poi per pigrizia ho lasciato perdere! A volte, si rischia di costruire dei castelli in aria sui versetti biblici, mentre cose interessantissime saltano fuori leggendo con attenzione quello che sembra più semplice e banale.
Adamo ha convissuto con Lamec, Lamec con Noè, Noè con Abramo: tra Adamo e Abramo bastano due testimoni a fare da ponte (in realtà poi c'erano anche tutti gli altri). Non è una considerazione da poco. Anche perché spiega molto sulla nascita dei primi capitoli della Genesi. Mosè (naturalmente ispirato) selezionò una serie di tradizioni orali. Il rischio di alterazione da un passaggio all'altro poteva essere forte (come nel gioco del telefono), ma dai tuoi conti viene fuori che i racconti dell'epoca prediluviana non avevano bisogno di passare per tantissime persone, questo spiega come mai ve ne era una memoria così precisa.
Fra l'altro una volta avevo letto un libro di un archeologo non credente, il quale sostiene che gli dèi greci e romani erano ricordi alterati e divinizzazioni dei primi uomini descritti nella Bibbia (ad es., Bacco, non solo dio del vino, ma spesso rappresentato solo su una barca in mezzo ad un oceano sconfinato, sarebbe un antico ricordo di Noè). Vite così lunghe e la presenza di giganti avevano forse affascinato i narratori che poi hanno man mano pensato di dare più "sapore" al racconto, alterandolo? Alterazioni di questo genere spiegherebbero perché nella cultura classica si trova sia un dio superiore che forgia la materia e l'ordine (divenuto poi il motore immobile di Aristotele e il demiurgo di Platone, che tanto danno hanno fatto successivamente sul pensiero cristiano), sia questi dèi capricciosi e immorali che però sono sottoposti al fato. Mi chiedo se anche in Genesi 6:4, dove si parla degli "uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi", si accenni al proliferare ormai incontrollato di questi racconti deformati presso i popoli pagani.
Per tornare alle genealogie, un'altra cosa che mi sono sempre chiesta, leggendo come si accorcia la vita dell'uomo nelle nuove condizioni in cui si trova la terra dopo il diluvio, è quale shock deve essere stato per Noè e i suoi figli vedere la differenza di vita media. Questa impressione mi viene rafforzata dai tuoi calcoli. Sem vede morire di morte naturale Abramo (naturalmente non nel senso che fosse presente al momento del decesso), cioè uno che sta nove generazioni sotto di lui. Mi chiedo quali considerazioni e quale rimpianto per ciò che era stato perso a causa della malvagità deve aver maturato in quei secoli, come gli deve essere sembrata fragile la nuova condizione umana (anche se noi ci metteremmo la firma a morire a 175 anni!). Mi viene però da considerare che visto i danni che siamo riusciti a fare sul pianeta con un'esistenza più breve e insicura, il provvedimento di Dio di creare delle condizioni di vita più precarie è stato forse teso ad evitare una catastrofe maggiore di quella del diluvio.
Comunque, devo dire che la tua analisi spiega molto bene la prontezza con la quale Abramo, quando viene chiamato, segue Dio verso la terra promessa. Abramo non pensa di avere le traveggole quando gli parla un Dio sconosciuto, semplicemente perché non si trattava di un Dio sconosciuto e Abramo aveva già una storia di fede alle spalle (se non privata, almeno comunitaria). Se Abramo non avesse già avuto una conoscenza almeno parziale di Dio il suo, più che un atto di fede, sarebbe stato un atto di follia, perché avrebbe seguito una voce, non una Persona.
Nella mail dici che vuoi fare una dispensa su questi studi, nel senso di impaginarla come Proiezioni Culturali? Ciao! Irene Bitassi.


Risposta del Prof. Fernando De Angelis:

Cara Irene, (11/11/09)
grazie per la tue considerazioni, sulle quali non credo che sia necessario un mio commento. Chiarisco solo la questione dispense, che non penso di impaginare come fatto in precedenza e con la tua preziosa collaborazione, perché spero che possa venirne fuori presto un libro (a fine 2010?). Ora lascio tutto in formato A4, ma ho riunito in un unico file gli studi sulla Sana dottrina, su Melchisedec, sulle Profezie e su Abramo, aggiungendo una copertina, una breve premessa e un Indice generale, mettendo questo file a disposizione di chi lo desidera. Fernando.




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