00 06/12/2009 15:06
Caro Amico di Oreste,


ora che ci possano essere due scuole di pensiero sulla questione nessuno lo nega, ma che addirittura "la maggior parte degli studiosi" applichi la frase in questione al padre è veramente troppo!



Ti riporto solo l'opinione del Brown in Introduzione alla Cristologia del NT, una sintesi delle differenti opinioni a livello accademico. Se la seconda parte del passo è contesa la prima è in genere letta come riferita a Dio.


Dovresti provare che nel primo secolo in piena cultura ellenistica si pensasse ancora che il termine Dio si potesse applicare ancora a esseri diversi dall'onnipotente...



Vedo che non capisci: tu hai contestato la traduzione rispetto alla teologia dei TdG, e io ti ho detto che l'accusa è inconsistente, perché per la nostra dottrina (giusto o sbagliato che sia lo possiamo discutere altrove) è indifferente che Gesù possa essere detto "dio".


Giovanni non ha problemi a chiamare il figlio con i titoli "Dio" e "il vero" non vedo quindi come possa pensare ad una uguaglianza tra le persone



Un conto è parlare di "theos" come titolo o come natura (come potrebbe essere nella II parte del versetto) ed un altro, come nella I parte, applicare a Gesù un passo che parla esplicitamente del "vero" come del Padre, se la applichi al Figlio palesemente stai identificando il Padre con il Figlio.

Oppure devi riconoscere che non c'è identificazione, ma semplicemente, come d'altronde dicono i TdG e molti teologi, che nella I parte il Figlio era "il vero" in quanto ha manifestato il Padre e non in quanto Dio Padre in senso stretto.


per lui sia il padre che il figlio sono "Il vero Dio" nessun modalismo



Questo, ti ripeto, è possibile nella II parte del passo, ma non certo nella I parte, in cui tu contesti l'uso di "en" come non "naturale".

Shalom


[Modificato da barnabino 06/12/2009 15:53]
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