00 06/12/2009 19:37
Re:
barnabino, 06/12/2009 15.06:

Caro Amico di Oreste,


ora che ci possano essere due scuole di pensiero sulla questione nessuno lo nega, ma che addirittura "la maggior parte degli studiosi" applichi la frase in questione al padre è veramente troppo!



Ti riporto solo l'opinione del Brown in Introduzione alla Cristologia del NT, una sintesi delle differenti opinioni a livello accademico. Se la seconda parte del passo è contesa la prima è in genere letta come riferita a Dio.


Dovresti provare che nel primo secolo in piena cultura ellenistica si pensasse ancora che il termine Dio si potesse applicare ancora a esseri diversi dall'onnipotente...



Vedo che non capisci: tu hai contestato la traduzione rispetto alla teologia dei TdG, e io ti ho detto che l'accusa è inconsistente, perché per la nostra dottrina (giusto o sbagliato che sia lo possiamo discutere altrove) è indifferente che Gesù possa essere detto "dio".


Giovanni non ha problemi a chiamare il figlio con i titoli "Dio" e "il vero" non vedo quindi come possa pensare ad una uguaglianza tra le persone



Un conto è parlare di "theos" come titolo o come natura (come potrebbe essere nella II parte del versetto) ed un altro, come nella I parte, applicare a Gesù un passo che parla esplicitamente del "vero" come del Padre, se la applichi al Figlio palesemente stai identificando il Padre con il Figlio.

Oppure devi riconoscere che non c'è identificazione, ma semplicemente, come d'altronde dicono i TdG e molti teologi, che nella I parte il Figlio era "il vero" in quanto ha manifestato il Padre e non in quanto Dio Padre in senso stretto.


per lui sia il padre che il figlio sono "Il vero Dio" nessun modalismo



Questo, ti ripeto, è possibile nella II parte del passo, ma non certo nella I parte, in cui tu contesti l'uso di "en" come non "naturale".

Shalom





Ricominciamo con calma:
Esistono tre modi di tradurre il testo in questione:

1)nuova riveduta:

20 Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero;

il padre o più genericamente Dio

e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo.

traducendo en con nel, come fanno la maggioranza delle traduzioni, il figlio diventa (o meglio può diventare) anche lui "colui che è il vero" non che sia identificato con il padre, ma anche a lui viene dato lo stesso titolo di "colui che è il vero".

Egli è il vero Dio e la vita eterna.

come dicevo "Egli" in questo caso non può essere che il figlio ovvero il soggetto più vicino e medio (sia il figlio, sia colui che è il vero, applicati con questa traduzione al figlio)


2)tnm
20 Ma sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato la capacità intellettuale di acquistare conoscenza del Vero. E noi siamo uniti al Vero, per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo.

(traducendo en con il significato secondario di "per mezzo", il vero rimane il padre senza ombra di dubbio)


Questi è il vero Dio e la vita eterna.

A parte la traduzione con "questi" che in italiano non ha molto senso (ma la tnm non è l'unica) in questo modo il soggetto può essere sempre il figlio ma anche il padre in quanto colui che è il vero è senza ombra di dubbio il padre.


3)nuova CEI
"E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna."

Prendendo per buona l'aggiunta alessandrina di "Dio" la nuova cei applica al figlio per ben due volte il titolo "vero Dio".

Personalmente accetto di più la prima versione sia perchè è più fedele all'originale e sia perchè reputo l'aggiunta alessandrina un interpolazione tarda da parte di un copista per risolvere i problemi testuali, come spesso acccade in questo manoscritto.

Come si è potuto notare la questione non è assolutamente chiusa e dire che sia giusta la versione della tnm ci rende almeno poco obiettivi (e non lo dico come un insulto)
ciao