00 16/11/2009 20:54

L'altro aspetto, comunque, è decisivo. Con i suoi occhi, orecchie, e piedi, il corpo è un mezzo di comunicazione che mi apre verso gli altri. Come corpo, io sono in tal modo legato indissolubilmente a Cristo. Ecco perché è precisamente il corpo che risorge, anche se ovviamente trasfigurato e non più di "carne e sangue". Nessuna immagine è in grado di esprimere questa totale diversità, così Paolo non solo distingue fra seme e pianta, essere umano e animale, terrestre e celeste, ma fa inoltre riferimento alle infinite distinzioni fra piante, animali e corpi celesti. Ciò che alla fine riguarda la realtà di questa trasformazione è solo l'affermazione che non è più l"anima" quanto invece lo "Spirito" di Dio che crea, plasma e definisce il nuovo corpo (1Cor 15:35-44, 50f; Phil 3:21). Per questo Paolo può dire che noi passeremo dal nostro corpo (terreno), non alla "nudità", ad un'anima liberata dalla sostanza materiale, quanto invece ad un nuovo "rivestimento" che per noi è ancora una abitazione "corporale". In 2Cor 12:2 Paolo considera la possibilità per una persona di lasciare il corpo mentre viene portato fino al "terzo cielo"; è irrilevante per lui se ciò accadde o meno in questo modo. In ogni caso, la vita della resurrezione è corporale, una vita in compagnia del Signore e di ognuno dei Cristiani instaurati prima della loro stessa morte, che trova il suo compimento in una incomparabile apertura verso il Signore (e verso quelli che sono resuscitati allo stesso modo?)."



Questo paragrafo mi risulta un pò più complicato da comprendere.
Comunque sembrerebbe che l'autore voglia dire che la resurrezione avviene trasformando il corpo fisico del defunto in un corpo spirituale. Però dice anche che "lo "Spirito" di Dio che crea, plasma e definisce il nuovo corpo". Quindi non capisco se la resurrezione dell'individuo sia una trasformazione del corpo fisico in spirituale, o se si tratta di un nuovo corpo spirituale creato da Dio!



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it