00 17/11/2009 18:24
Dialogo fra Fernando De Angelis e “Guastafeste” – n. 2

Caro Fernando, (16/11/09)
questa è per te, puoi farne l’uso che vuoi quando lo vuoi, purgala pure da cose che ritieni inopportune o irriverenti, basta conservare il senso delle osservazioni. Il Guastafeste come sai è leale, vuole combattere ad armi pari. Mi è parso che non hai un sistema adeguato anti-missile, dato che scrivi: «Certo è che con la seconda questione (che riassumo come “Antico Testamento e Trinità”) lanci un siluro diretto al cuore del mio progetto: come si fa, infatti, a sostenere la continuità fra AT e NT se prima la Trinità non era sostanzialmente rivelata e poi diventa il cardine? La questione non è artificiosa, ma reale, e credo anch’io che il consueto approccio al problema debba essere rivisto».

Ma quale missile se i primi cristiani erano tutti ebrei – dico tutti – e non avevano il problema del passaggio dall'Uno al Trino? Così ti ho fornito, anche se con ritardo, pure lo scudo anti-missile, d'ora in poi fornirò sempre entrambi, paghi uno e prendi due.

La prossima volta farò sia da “Guastafeste” che da “anti-Guastafeste”, missile e scudo antimissile insieme, fornitura completa, paghi uno e ricevi due: scherzi a parte, forse non sarebbe nemmeno una cattiva idea. Praticamente proporrei un argomento presentando entrambe le posizioni e non butterei a questo punto nessun sasso in nessuna fontana (forse). Ecco la versione che ne sarebbe uscita:

«Curiosamente, mentre per gli ebrei lo scoglio della Trinità è davvero enorme, tutti i primi cristiani (dico tutti) che erano tutti ebrei (dico tutti) non avevano il problema del passaggio da Uno a Trino; mentre c'è l'hanno avuto e tutt’oggi c'è l'hanno parecchi cristiani. Come mai?»

Se l'argomento è tabù non ne parliamo più, ma se non lo è allora l'unico modo per discutere è valutare le basi scritturali delle rispettive posizioni, ma occorre conoscere la storia delle varie edizioni/traduzioni bibliche, tenendo presente che, guarda un po’ il caso, su 1500 versetti che hanno versioni contrastanti o differenti, 1299 riguardano la Cristologia. Quando si dice il caso.
Vuoi sentire due esempi?

Il primo è Isaia 7:14: «Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele». Ora l'altra versione: «Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

In una nota a piè di pagina è scritto: «7,14 Ecco: la vergine concepirà: il testo ebraico ha giovane donna All’origine queste parole profetiche dovettero essere intese come promessa di un immediato discendente di Davide, cioè di un figlio di Acaz, quale risposta del Signore alle trame della Siria e di Èfraim. Ma la solennità dell’oracolo e la grandezza del nome dato al bambino, Emmanuele “Dio-con-noi”, fecero sì che queste parole non perdessero il loro carico di speranza dopo la morte del re Ezechia. La versione greca dei LXX tradusse il termine ebraico almah, che significa “giovane”, con parthenos, “vergine”. L’evangelista Matteo, utilizzando il testo dei LXX, riconosce nel passo di Isaia l’annuncio profetico della concezione verginale di Gesù da parte di Maria e guarda a lui come al vero Emmanuele, ossia alla vera e definitiva presenza di Dio fra gli uomini (cfr. Mt 1,18-25)».

La nota è della versione CEI (!), verso la quale faccio tanto di cappello da parte mia, non la danno invece alcune altre versioni non cattoliche! Colmo dell'ironia, ad applaudire la versione Nuova Riveduta è stato un ... rabbinato! Ma non i rabbini specialisti di ebraico? E allora perché non hanno corretto prima loro la traduzione? E invece gli andava bene come andava e neanche mi risulta che sottolineavano che, ad esempio, come in certi dialetti italiani, "vergine" e "giovane " siano interscambiabili, non più di tanto comunque, e non potrebbero fare altrimenti, dato che le due parole comunque si possono usare con lo stesso significato. In chiave moderna uno direbbe che sono stati zitti o quasi per non far torto a Matteo, uno di loro, per giunta diventato nel frattempo patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute ... di questi tempi bisogna tenerseli buoni.

Il secondo è ancora più bello: Matteo 24,36: «Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre»: altro che Trinità, quella rimarrebbe solo sulle icone! Ma poi vai a vedere le altre versioni, beh, quelle procuratele da solo e lì potresti trovare: «né gli angeli del cielo, ma solo il Padre» e allora non è poi così semplice, forse la Trinità è reale e non solo sulle icone.

Chi e quando ha cambiato il testo? Abbiamo fatti che dimostrano le sue intenzioni? Intenzioni dichiarate, non dietrologicamente dedotte. Però quando ti avevo detto tempo fa che è affascinante lo studio comparativo delle traduzioni/versioni bibliche e la storia che c'è dietro, tu mi rispondesti: «Questo non è un problema che mi pongo, io cerco di capire le traduzioni che ci sono, lasciando ai traduttori la loro responsabilità». Infatti non è un problema, ma solo finché non si affrontano certi argomenti, che non sono stato io a sollevare e nei quali mi sono solo inserito. Così come non sono stato io ad usare la parola "teocrazia", ma l’ho trovata in una delle lettere alle quali ho cercato di rispondere. A me personalmente, per la mia fede nel Signore, non importano assolutamente né la teocrazia né le versioni bibliche.

Nel caso specifico non ho lanciato un missile a te e purtroppo non abbiamo avuta quella intensa e prolungata collaborazione che mi avrebbe consentito di capire al volo che dici una cosa per sottolinearne un'altra; un’operazione legittima nella quale sono molto bravo, essendomi allenato sotto il comunismo; pensa che riuscivo, davanti ad una platea mista, di dire una frase che strappava il sincero applauso dei comunisti e l'occhiolino di chi la pensava come me: che vuoi, bisogna fare di necessità virtù; ne ho esempi clamorosi e ne citerò uno in un libro di ricordi di prossima uscita. Oppure quest’arte me l'hanno insegnato i rabbini, che sono come per voi cattolici i cardinali, ma non li frequentate.

Occorre stare attenti e decidere se trattare certi argomenti oppure no; se è no per me va bene, ma se è sì allora decidere come; ma o si trattano con riferimento alle Scritture, il modo di interpretare e la storia delle diverse versioni, oppure già sappiamo chi e come la pensa e allora che parliamo a fare?

Forse solo ora – e sempre grazie a te – riesco a spiegare come si possa affrontare il problema, ma se su un problema di dottrina e interpretazione mi si dice che lo studio delle diverse versioni no ha importanza, cos'altro potevo fare che buttare il sasso o il missile che dir si voglia?

Lo scopo ultimo è far riflettere su cosa ognuno di noi basa le proprie opinioni: è già difficile nelle scienze esatte e nella biologia e tu lo sai, figurarsi in questo campo. Allora volemose-bene –lo-stesso, ma ognuno con la propria autorità, il proprio profeta, il proprio fondatore, il proprio interprete delegato, la propria rivelazione, mistica, venerazione, ecc.; rimanendo sempre fratelli e sempre in cammino verso la stessa metà che è la cosa più importante, sono d'accordo anch'io.

Il sasso l’ho buttato nello stagno di un club privato perché non sono un sobillatore o un tribuno e rispetto la sensibilità altrui, fai conto che ho chiesto qualcosa ad un gruppo di sacerdoti o pastori, ma non lo farei mai davanti all'assemblea dei fedeli, perché semplicemente non credo (magari sbaglio) nelle conversioni di massa o nei cambiamenti indotti dall'oratore dello stadio nel cervello dei centomila ascoltatori.

Ora che ho messo parecchi puntini sulle "ì", basta. Ogni limite ha la sua cosa. Forse non dovevo salire sul ring senza prima informarmi delle regole, ma regole non c’erano e poi non posso fare da solo il giocatore, l’allenatore, l’agente della federazione sportiva nazionale, continentale e mondiale. Ai giocatori le regole vanno prima spiegate, poi si fischia fallo o espulsione per una partita o a vita, a seconda del caso. Non ho da insegnare niente a nessuno, mi piace partecipare e ascoltare, al massimo dico la mia. Un fraterno saluto.

Il Guastafeste



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