00 19/12/2009 13:39
Re: Re: Re:
(SimonLeBon), 18/12/2009 21.41:

ortodox, 12/18/2009 4:48 PM:

Bravo Amico di Oreste un'ottima esposizione. Grazie anche per la documentazione che fornisci. Cercavo da tempo qualcosa su questo passo di Filippesi ma non avevo mai il tempo di cercare in modo efficace. Per fortuna ogni tanto qualcuno decide di studiare seriamente! E i risultati si vedono.

Avevo preso tempo fa qualche appunto su harpagmon ma non so dove li ho messi. Appena li ritrovo li posto.

Saluti
ortodox



Dai Orto, di qualcosa di bello anche a noi padroni di casa ogni tanto, cosi' ci consoliamo.

Secondo me ADO ha il chiodo fisso e vede la "natura" da tutte le parti.

Qualcuno mi puo' spiegare la storia del "tesoro geloso" che mi è sempre andata per traverso...

Simon



Non sono solo io ad avere questo pallino, del resto le citazioni le ho inserite, figurati se esponessi solo il mio punto di vista, siete voi invece che non lo volete proprio prendere in considerazione il concetto di natura, perchè forse cominciando a discuterne potreste arrivare alle stesse conclusioni dei trinitari, ovvero che se il padre ha natura divina e il figlio essendo tale ha la stessa natura del padre, è anche lui Dio esattamente come suo padre che lo genera, ma non potendo esistere due dèi separati l'uno dall'altro, allora deve essercene uno solo, di un unica natura, ma distinto nelle persone e soprattutto nei ruoli.
Detto questo, e tenendo bene in mente il concetto dei ruoli, il senso di "tesoro geloso" deriva dall'interpretare harpagmon in maniera passiva con il senso di "cosa da trattenere" (res retinenda) possibilità esistente, anche se personalmente preferisco la forma di "rapinare" (res rapienda) come ho mostrato nel mio post sopra, fermo restando che non è certo messa in dubbio la deità del figlio chiarita poco prima "in forma di Dio esisteva":

"essendo per natura Dio" IBE, NVP, NIV
benché fosse chiaramente Dio BLM
benché lui era Dio GL, LB
sussistendo in natura di Dio RI
era come Dio TILC
essendo di natura divina CEI, GCC, BG
di condizione divina TOB

quindi l'uguaglianza che egli non ambì a rapinare era il ruolo proprio del padre, unica fonte del figlio e dello Spirito Santo.

Ricapitolando:

1) Senso attivo, «non reputò un furto, una usurpazione, una rapina» il suo essere come Dio,
appunto perché ne era in legittimo possesso; così i padri latini;

2) Senso passivo in diverse sfumature:

a) cosa rubata – quindi da custodire gelosamente, da non cedere;

b) cosa da rubarsi – con idea di violenza e di usurpazione, come avvenne da parte di Adamo;

c) cosa da conservarsi (senza nessuna idea di ingiusto possesso), nel senso lato di “prendere per se, usufruire, usare a proprio vantaggio”.

Come si è potuto notare il fatto che Cristo non volle rapinare l'essere uguale a Dio, nel senso che non fosse ontologicamente uguale a Dio, come si evince dalla resa che ne ha fatto la tnm, non è proprio presa in considerazione da nessuno.

Spero che il Siracusa possa capire meglio che le cose non sono affatto così semplici come le ha esposte nel suo trattato.

ciao
[Modificato da amico di oreste 19/12/2009 13:51]