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Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

FILIPPESI 2

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  • amico di oreste
    00 24/12/2009 11:25
    Re: Re: Re:
    (SimonLeBon), 12/24/2009 10:05 AM:

    amico di oreste, 12/24/2009 7:03 AM:


    Si vede proprio che nè te nè dispensa conoscete la dottrina trnitaria, il post è pieno zeppo di imprecisioni eretiche che con la trinità non hanno nulla a che fare...
    Onestamente non so proprio cosa dispensa abbia confutato!
    Correggerlo richiederebbe ore, non ne ho proprio la pazienza per il momento.
    Sapete cosa sarebbe veramente interessante? che fosse uno di voi a correggerlo, dimostrerebbe che anche se non si è d'accordo, almeno si conosce realmente ciò che si pensa di combattere.
    saluti



    Purtroppo devo dar ragione e torto, allo stesso tempo, a Dispsensa, perchè parlando con centinaia di cattolici e protestanti "di strada", ogni volta sentiamo argomenti e teorie diverse, le piu' incredibili. Il gioco preferito è quello delle "tre carte", per tentare di salvare ogni volta capra e cavoli.

    Da parte mia vedo confondere "matrice e il clone, tra il padre celeste e quello terreno clonato", e ignorare la trovata balzana della "doppia natura", frutto di secoli di spremute di meningi e fonte di notevoli compromessi.

    Per concludere, ci è difficile dire di conoscere qualcosa che cambia forma a seconda dell'interlocutore che incontri...

    Simon



    Per evitare quanto hai giustamente scritto sopra, basterebbe limitarsi a studiare i primi sei concili ecumenici, nei quali furono date le definizioni giuste per ogni singolo iota, sta a noi studiarli attentamente per non dire eresie dal punto di vista di questa dottrina.
    L'unico che finora ha detto una sacrosanta verità è spener (forse perchè è uno dei pochi che si è messo a studiarla seriamente) la trinità non è confutabile, quindi sia dispensa che Gladio che altri, dovrebbero domandarsi quando espongono apparenti discordanze o contraddizioni, se magari non hanno compreso qualcosa in base al presupposto "speneriano", ed infatti così è.
    Un solo esempio perchè non ho tempo, dispensa scrive:


    Ne si poteva oggettivamente creare disuguaglianza di alcun genere se il Gesù terreno era anche il Padre terreno e i due erano Dio.



    Cosa c'entra l'essere padre e l'essere figlio con l'essere Dio?
    La trinità insegna che il padre non è il figlio e il figlio non è il padre, ma sia il padre che il figlio hanno in comune la deità, sono quindi entrambi Dio.
    Ad incarnarsi non è stato certo il padre ma il figlio, persona distinta dalla prima perchè da essa generato.
    Il padre quindi ha il primato logico sul figlio in ogni cosa perchè egli deve la sua esistenza alla sua fonte eterna (il padre appunto), da questo punto di vista quindi il padre ha un ruolo indiscusso, Paolo dice giustamente che Dio padre è il capo del figlio, come l'uomo è capo della donna, subordinazione volontaria quindi e non sostanziale, esattamente come la donna non è certo inferiore all'uomo nella sua umanità.
    Questo primato il figlio non volle usurpare o rubare e una volta incarnato non considerò di presentarsi davanti agli altri come Dio, (anche se avrebbe giustamente potuto farlo) ma si comportò in tutto e per tutto come un vero uomo quale realmente era, il gilleron infatti scrive:

    "se si vede, più probabilmente, la rinuncia fatta da Gesù, nel corso del suo ministero, ad ogni trionfalismo messianico, la parola allora indica il suo modo di esistenza, la sua condizione = pur potendo pretendere di essere uguale a Dio, Cristo ha deciso di comportarsi come un servo che ha ubbidito fino alla morte»



    Questo anche nel caso fantasioso se fosse stato soltanto una clonazione di quello rimasto nei cieli.
    In pratica non si poteva sostenere di disuguaglianza tra Padre e Figlio, ma semmai di disuguaglianza tra la matrice e il clone, tra il padre celeste e quello terreno clonato.




    Lasciamo perdere i cloni, perchè chi crede nei cloni ricreati non siamo certo noi [SM=g27988]
    Un punto fermo della dottrina trinitaria è l'immutabilità di Dio, se il figlio in quanto Dio è immutabile, vuol dire che lo è sempre.
    Il figlio quindi in quanto Dio, non ha lasciato un bel nulla, ma ha aggiunto a ciò che egli era già, la natura umana, dotata di anima e corpo.
    Con questo fu chiarito però che il figlio di Dio è sempre uno, Cristo non era un involucro nel quale risiedeva Dio, egli era il figlio di Dio, senza però che la sua natura umana, fosse mescolata o confusa con la sua natura divina, la quale è sempre rimasta immutabile nella dimensione che gli compete naturalmente, natura condivisa anche dal padre e dallo Spirito Santo, le proprietà delle due nature sono intatte, il figlio di Dio è vero uomo e vero Dio in tutto e per tutto, ma lo ripeto, in quanto uomo era limitato esattamente come lo siamo noi, altrimenti non sarebbe stato veramente uomo.
    Chiaro?
    Speriamo!
    [Modificato da amico di oreste 24/12/2009 11:30]
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    (SimonLeBon)
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    00 24/12/2009 12:08
    Re:
    amico di oreste, 12/24/2009 11:25 AM:


    Per evitare quanto hai giustamente scritto sopra, basterebbe limitarsi a studiare i primi sei concili ecumenici, nei quali furono date le definizioni giuste per ogni singolo iota, sta a noi studiarli attentamente per non dire eresie dal punto di vista di questa dottrina.



    Dipende qual è lo scopo. Se vuoi studiare una teoria di carta, puoi metterti a leggere i documenti dei concili.

    Fatto quello, verrai immancabilmente contraddetto dal cattolico o protestante "di strada" che non crederà mai alle affermazioni di un "semplice tdG", anche perchè sembreranno a lui stesso irreali o incomprensibili. Parlo per esperienza diretta, non per mera teoria.

    ADO:

    L'unico che finora ha detto una sacrosanta verità è spener (forse perchè è uno dei pochi che si è messo a studiarla seriamente) la trinità non è confutabile, quindi sia dispensa che Gladio che altri, dovrebbero domandarsi quando espongono apparenti discordanze o contraddizioni, se magari non hanno compreso qualcosa in base al presupposto "speneriano", ed infatti così è.



    Se cosi' fosse si sottrarrebbe al noto principio popperiano, mettendosi alla stregua di un principio matematico. Ma se cosi' fosse, lo sarebbe unicamente per definizione, a quel punto che senso avrebbe parlarne o discuterne?

    ADO:

    Un solo esempio perchè non ho tempo, dispensa scrive:


    Ne si poteva oggettivamente creare disuguaglianza di alcun genere se il Gesù terreno era anche il Padre terreno e i due erano Dio.



    Cosa c'entra l'essere padre e l'essere figlio con l'essere Dio?
    La trinità insegna che il padre non è il figlio e il figlio non è il padre, ma sia il padre che il figlio hanno in comune la deità, sono quindi entrambi Dio.
    Ad incarnarsi non è stato certo il padre ma il figlio, persona distinta dalla prima perchè da essa generato.
    Il padre quindi ha il primato logico sul figlio in ogni cosa perchè egli deve la sua esistenza alla sua fonte eterna (il padre appunto), da questo punto di vista quindi il padre ha un ruolo indiscusso, Paolo dice giustamente che Dio padre è il capo del figlio, come l'uomo è capo della donna, subordinazione volontaria quindi e non sostanziale, esattamente come la donna non è certo inferiore all'uomo nella sua umanità. ...



    Mi fermo qui, solo una nota. Hai appena introdotto il concetto di "Dio sottomesso" che è del tutto estraneo alla Scrittura.
    Questa puo' essere una teoria filosofica legittima, non è nemmeno originale del cattolicesimo ma assai comune nel paganesimo, ma non ha uno straccio di puntello biblico.

    Simon
  • amico di oreste
    00 24/12/2009 12:54
    Re: Re:

    SimonLeBon, 12/24/2009 12:08 PM
    Mi fermo qui, solo una nota. Hai appena introdotto il concetto di "Dio sottomesso" che è del tutto estraneo alla Scrittura.
    Questa puo' essere una teoria filosofica legittima, non è nemmeno originale del cattolicesimo ma assai comune nel paganesimo, ma non ha uno straccio di puntello biblico.

    Simon




    sottomissione razionale non sostanziale, sia chiaro, il figlio non è sottomesso in quanto Dio, ma in quanto figlio.
    Tutto il NT parla di questa subordinazione del figlio nei riguardi del padre, gli esempi li conoscete bene, essendo i vostri capisaldi per sostenere la tesi neoariana.
    La subordinazione del figlio non riguarda solo il suo ruolo nei confronti del padre, ma anche e soprattutto il suo essere uomo, da questo punto di vista egli non è solo sottomesso al padre razionalmente, ma anche inferiore in natura, essendo per l'appunto un uomo.
    ciao

    P.S. tutto quello che ho scritto è ortodosso, fidati.
    [Modificato da amico di oreste 24/12/2009 12:57]
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    (SimonLeBon)
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    00 24/12/2009 13:23
    Re: Re: Re:
    amico di oreste, 12/24/2009 12:54 PM:


    SimonLeBon, 12/24/2009 12:08 PM
    Mi fermo qui, solo una nota. Hai appena introdotto il concetto di "Dio sottomesso" che è del tutto estraneo alla Scrittura.
    Questa puo' essere una teoria filosofica legittima, non è nemmeno originale del cattolicesimo ma assai comune nel paganesimo, ma non ha uno straccio di puntello biblico.
    Simon



    sottomissione razionale non sostanziale, sia chiaro, il figlio non è sottomesso in quanto Dio, ma in quanto figlio.



    Come ti dicevo, piu' volte in precedenza, il gioco preferito dei trinitari è quello delle "tre carte".
    Intanto, se vuoi restare "Bible compliant", "figlio di Dio" non è un'espressione univoca, non è esclusiva del Cristo. Tutti i "figli di Dio" sono automaticamente inferiori e in posizione sottomessa a Dio, com'è ovvio. Nessuno è chiamato "Dio il figlio", ma tutti "figlio di Dio".

    La distinzione tra "sottomissione razionale" e "sottomissione sostanziale", nel caso di Dio, non è biblica. Dio non è sottomesso e basta.

    Se la applichi al "figlio di Dio", che Dio non è, allora è fuori discussione: la sottomissione "sostanziale" obbliga a quella "razionale", in generale.

    ADO:

    Tutto il NT parla di questa subordinazione del figlio nei riguardi del padre, gli esempi li conoscete bene, essendo i vostri capisaldi per sostenere la tesi neoariana.
    La subordinazione del figlio non riguarda solo il suo ruolo nei confronti del padre, ma anche e soprattutto il suo essere uomo, da questo punto di vista egli non è solo sottomesso al padre razionalmente, ma anche inferiore in natura, essendo per l'appunto un uomo.
    ciao

    P.S. tutto quello che ho scritto è ortodosso, fidati.



    Concordo al 100%, come scrivevo già sopra.
    Il fatto che il "figlio di Dio" non è Dio fornisce ai trinitari una comoda scappatoia per motivare "il gioco delle tre carte": tutto cio' che è inaccettabile per "il Dio" viene immediatamente riferito "all'uomo". Questo pero' forza inevitabilmente all'astrusa soluzione di farli vivere in parallelo, ovviamente per l'eternità, per poter consentire di giocare all'infinito. E' un volo pindarico obbligatorio, e ovviamente neppur lontanamente biblico, altrimenti non se ne uscirebbe in alcun modo. [SM=g27986]

    Simon
  • amico di oreste
    00 24/12/2009 13:53
    Re: Re: Re: Re:



    Come ti dicevo, piu' volte in precedenza, il gioco preferito dei trinitari è quello delle "tre carte".
    Intanto, se vuoi restare "Bible compliant", "figlio di Dio" non è un'espressione univoca, non è esclusiva del Cristo. Tutti i "figli di Dio" sono automaticamente inferiori e in posizione sottomessa a Dio, com'è ovvio. Nessuno è chiamato "Dio il figlio", ma tutti "figlio di Dio".



    Nessuno è mai stato chiamato Il figlio di Dio, inoltre non sarebbe l'unigenito Dio se avesse eguali, l'uomo e gli angeli sono figli di Dio in senso diverso, siamo creature, solo il figlio è realmente figlio, la cosa che mi stupisce è la vostra disinvoltura nel non far caso a questa parola, perchè è tutto quì l'arcano, se realmente capiste cosa significa essere figlio di Dio, accettereste il discorso trinitario.



    La distinzione tra "sottomissione razionale" e "sottomissione sostanziale", nel caso di Dio, non è biblica. Dio non è sottomesso e basta.



    Ecco perchè io stesso ti ho specificato che il figlio è sottomesso in quanto tale e non in quanto Dio e ti ho fatto l'esempio della donna nei confronti dell'uomo, per prevenire questa tua obiezione, che a quanto pare non hai colto.


    Se la applichi al "figlio di Dio", che Dio non è, allora è fuori discussione: la sottomissione "sostanziale" obbliga a quella "razionale", in generale.



    Non ti entra in testa che il figlio di Dio è Dio proprio come il figlio dell'uomo è uomo, ma se non lo vuoi accettare non ci posso fare nulla.



    Concordo al 100%, come scrivevo già sopra.
    Il fatto che il "figlio di Dio" non è Dio fornisce ai trinitari una comoda scappatoia



    Riformula questa frase perchè hai detto una cosa blasfema!
    IL FIGLIO DI DIO è DIO!



    per motivare "il gioco delle tre carte": tutto cio' che è inaccettabile per "il Dio" viene immediatamente riferito "all'uomo".



    Non è colpa mia se Cristo è anche uomo... come ti dicevo non è colpa mia se la trinità non può essere contraddetta.



    Questo pero' forza inevitabilmente all'astrusa soluzione di farli vivere in parallelo, ovviamente per l'eternità, per poter consentire di giocare all'infinito. E' un volo pindarico obbligatorio, e ovviamente neppur lontanamente biblico, altrimenti non se ne uscirebbe in alcun modo. [SM=g27986]



    Tutto è ricavato dalle scritture, ne abbiamo gia parlato in giovanni 1:1 al principio del creato il logos gia era, ergo è immerso nell'eternità del padre inoltre nulla senza di lui ha avuto un inizio, quindi egli non può averne avuto uno, sei libero di non accettarlo ma non mi puoi dire che non sia logico.
    ciao caro

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    (SimonLeBon)
    Post: 861
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    00 25/12/2009 10:47
    Re:
    amico di oreste, 12/24/2009 1:53 PM:




    Come ti dicevo, piu' volte in precedenza, il gioco preferito dei trinitari è quello delle "tre carte".
    Intanto, se vuoi restare "Bible compliant", "figlio di Dio" non è un'espressione univoca, non è esclusiva del Cristo. Tutti i "figli di Dio" sono automaticamente inferiori e in posizione sottomessa a Dio, com'è ovvio. Nessuno è chiamato "Dio il figlio", ma tutti "figlio di Dio".



    ADO:

    Nessuno è mai stato chiamato Il figlio di Dio, inoltre non sarebbe l'unigenito Dio se avesse eguali, l'uomo e gli angeli sono figli di Dio in senso diverso, siamo creature, solo il figlio è realmente figlio, la cosa che mi stupisce è la vostra disinvoltura nel non far caso a questa parola, perchè è tutto quì l'arcano, se realmente capiste cosa significa essere figlio di Dio, accettereste il discorso trinitario.




    Ti ringrazio della segnalazione, che mi ha invitato a "farci caso". Il fatto è che ogni volta che un tdG "fa caso" alle trovate trinitarie finisce inevitabilmente per scoperchiare qualche "can of worm".

    Per esempio il Testo parla prevalentemente di "uios thou theou" e solo in una sparuta minoranza di casi di "ho uios thou theou".
    Ovviamente per "voi trinitari" il dettaglio è irrilevante, forse perchè non è "in" o non rientra nei ranghi dell'ortodossia trinitaria.

    Stà di fatto che la trinitarissima "Re Giacomo", la Bibbia piu' diffusa al mondo, froda il lettore e uniforma tutto a "il figlio di Dio" ("the son of God"). Per esempio in Mt. 4,3 4,6 14,33 in Mc. 1,1 15,39 Lu 1,32 1,35 e Gv. 10,36 solo per dare una lista, peraltro non esaustiva.
    La CEI '74 si accoda come minimo in Mt. 14,33 (non ho avuto tempo di completare la ricerca).

    Mi pare anche significativo che, sebbene il testo di Gv. usi piu' spesso l'articolo "ho" ma che d'altra parte le ipsissima verba del Cristo in Gv. 10,36 omettano l'articolo, che evidentemente non doveva essere cosi' importante per il Cristo stesso. Forse perchè per lui la distinzione non era affatto rilevante. A conferma dell'irrilevanza troviamo il passo con le tentazioni di Satana, che in Lc. 4,3 legge "se tu sei Figlio di Dio" ("uios ei thou theou", traduce bene la NWT "a son of God") dove Gesu' non ribadisce affatto la presunta differenza, cosa di dovere, se ci fosse effettivamente stata.


    La distinzione tra "sottomissione razionale" e "sottomissione sostanziale", nel caso di Dio, non è biblica. Dio non è sottomesso e basta.



    ADO:

    Ecco perchè io stesso ti ho specificato che il figlio è sottomesso in quanto tale e non in quanto Dio e ti ho fatto l'esempio della donna nei confronti dell'uomo, per prevenire questa tua obiezione, che a quanto pare non hai colto.



    Se non l'ho colta, forse è perchè non c'è. Tu infatti stai contemporaneamente affermando che "il Figlio è Dio" (dove ti è comodo) e che "il Figlio non è Dio" (dove è sottomesso), in perfetta armonia con le "tre carte". Il caso della donna è discutibile, dal momento che, a seguito del peccato, il Testo afferma "Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà". [CEI 2008]


    Se la applichi al "figlio di Dio", che Dio non è, allora è fuori discussione: la sottomissione "sostanziale" obbliga a quella "razionale", in generale.



    ADO:

    Non ti entra in testa che il figlio di Dio è Dio proprio come il figlio dell'uomo è uomo, ma se non lo vuoi accettare non ci posso fare nulla.



    Forse non mi entra in testa perchè non è affatto cosi'. Tutti i "figli di Dio" citati nella Bibbia NON sono Dio in alcun senso ontologico. Se adesso il "monogenes uios" improvvisamente lo fosse, in virtu' di questo nuovo aggettivo, ci si aspetterebbero capitoli interi a chiarire la rivoluzione copernicana, che tu con tanta innocente leggerezza proponi come la cosa piu' evidente di questo mondo. Mi sembra ovvio che questi capitoli, e queste discussioni necessarie, sono completamente assenti nel Testo, che evidentemente cosi' rivoluzionario (per i suoi scrittori e per gli immediati discepoli del Cristo e degli apostoli) non doveva essere.
    Se non sei disposto ad accettare questa elementare evidenza, non posso farci nulla nemmeno io.


    Concordo al 100%, come scrivevo già sopra.
    Il fatto che il "figlio di Dio" non è Dio fornisce ai trinitari una comoda scappatoia



    ADO:

    Riformula questa frase perchè hai detto una cosa blasfema!
    IL FIGLIO DI DIO è DIO!



    Allora sei pregato di deciderti: se il Figlio di Dio è Dio, allora non puo' essere sottomesso. Se invece il Figlio di Dio è sottomesso, allora non puo' essere Dio. Tertium non datur.


    per motivare "il gioco delle tre carte": tutto cio' che è inaccettabile per "il Dio" viene immediatamente riferito "all'uomo".



    ADO:

    Non è colpa mia se Cristo è anche uomo... come ti dicevo non è colpa mia se la trinità non può essere contraddetta.



    La trinità è una macchinosa e molto fantasiosa trovata del marketing, che permette sempre di raccontarla sperando di farla franca.
    In questa sede non ci interessa analizzare la "non contraddicibilità", questa puo' essere frutto della definizione stessa, in modo da evitare dal principio qualunque tipo di discussione. Io stesso potrei allo stesso modo dichiararmi "non contraddicibile" e in questo modo rifiutare a priori ogni tua critica.
    L'unico aspetta interessante in questa sede è se abbia qualcosa a che fare col testo ispirato o meno.


    Questo pero' forza inevitabilmente all'astrusa soluzione di farli vivere in parallelo, ovviamente per l'eternità, per poter consentire di giocare all'infinito. E' un volo pindarico obbligatorio, e ovviamente neppur lontanamente biblico, altrimenti non se ne uscirebbe in alcun modo. [SM=g27986]



    ADO:

    Tutto è ricavato dalle scritture, ne abbiamo gia parlato in giovanni 1:1 al principio del creato il logos gia era, ergo è immerso nell'eternità del padre inoltre nulla senza di lui ha avuto un inizio, quindi egli non può averne avuto uno, sei libero di non accettarlo ma non mi puoi dire che non sia logico.
    ciao caro



    Devo correggerti ancora una volta: tutto è ricavato da speculazioni sulle Scritture, non dalle Scritture.
    In Gv. 1,1 infatti viene affermato che "in principio era la parola" non che "già era" come affermi tu. Né viene in alcun modo dichiarato che "è immerso" (cosa poi vorrà dire questa "immersione"? Occorre comunque una buona dose di fantasia speculativa) o che "non puo' avere avuto uno" (inizio): sono tutte affermazioni lecite a un filosofo, a cui si puo' credere, soprattutto in periodo natalizio, ma biblicamente del tutto gratuite.
    E' ovvio che non fa una grinza, se per definizione stabilisci in quel modo. Altro è far rientrare i voli pindarici nel Testo.

    Simon
    [Modificato da (SimonLeBon) 25/12/2009 10:52]
  • amico di oreste
    00 25/12/2009 12:22
    Re: Re:



    Ti ringrazio della segnalazione, che mi ha invitato a "farci caso". Il fatto è che ogni volta che un tdG "fa caso" alle trovate trinitarie finisce inevitabilmente per scoperchiare qualche "can of worm".

    Per esempio il Testo parla prevalentemente di "uios thou theou" e solo in una sparuta minoranza di casi di "ho uios thou theou".
    Ovviamente per "voi trinitari" il dettaglio è irrilevante, forse perchè non è "in" o non rientra nei ranghi dell'ortodossia trinitaria.

    Stà di fatto che la trinitarissima "Re Giacomo", la Bibbia piu' diffusa al mondo, froda il lettore e uniforma tutto a "il figlio di Dio" ("the son of God"). Per esempio in Mt. 4,3 4,6 14,33 in Mc. 1,1 15,39 Lu 1,32 1,35 e Gv. 10,36 solo per dare una lista, peraltro non esaustiva.
    La CEI '74 si accoda come minimo in Mt. 14,33 (non ho avuto tempo di completare la ricerca).

    Mi pare anche significativo che, sebbene il testo di Gv. usi piu' spesso l'articolo "ho" ma che d'altra parte le ipsissima verba del Cristo in Gv. 10,36 omettano l'articolo, che evidentemente non doveva essere cosi' importante per il Cristo stesso. Forse perchè per lui la distinzione non era affatto rilevante. A conferma dell'irrilevanza troviamo il passo con le tentazioni di Satana, che in Lc. 4,3 legge "se tu sei Figlio di Dio" ("uios ei thou theou", traduce bene la NWT "a son of God") dove Gesu' non ribadisce affatto la presunta differenza, cosa di dovere, se ci fosse effettivamente stata.



    Sono contento che almeno ti ho fatto notare questa cosa, che per te per ora, sarà pure irrilevante, ma se un giorno ti prendessi il tempo per rifletterci sul serio, chissà...
    Un solo esempio:
    Ebrei 1 ci mostra con intenti apologetici un crescendo riguardo al figlio di Dio con un climax finale eclatante:
    inizia parlandoci di un generico figlio mediatore della creazione(verso 2) il quale ha la stessa sostanza del padre essendone l'irraggiamento stesso (verso 3) chiamato "mio figlio" dal padre stesso, differente e più eminente di qualsiasi angelo(4,5) figlio che diventa "Il primogenito" adorato dagli angeli stessi (al verso 6) per poi raggiungere il suo apice al verso 8 diventando "Il figlio" e "Il Dio", creatore e Signore della creazione (verso 10).
    So benissimo che la TNM ha cercato in tutte le maniere di smorzare questo capitolo interpretandone alcuni versetti come meglio poteva per distogliere l'attenzione che lo scrittore di ebrei voleva porre, ma di una cosa possiamo star certi, quanto sopra è quanto hanno capito quasi tutti i traduttori del pianeta e dal vostro punto di vista dovreste per lo meno tenerne conto come una possibilissima interpretazione.





    Se non l'ho colta, forse è perchè non c'è. Tu infatti stai contemporaneamente affermando che "il Figlio è Dio" (dove ti è comodo) e che "il Figlio non è Dio" (dove è sottomesso), in perfetta armonia con le "tre carte". Il caso della donna è discutibile, dal momento che, a seguito del peccato, il Testo afferma "Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà". [CEI 2008]



    Non ho mai assserito neanche per un istante che il figlio di Dio non fosse anche Dio, vedo che continui a non soppesare quanto ti scrivo, io ho detto che il figlio di Dio ha sia la natura divina immutabile insieme al padre e allo Spirito, che la natura veramente umana, quindi dipende dal sistema di riferimento che usi, non che egli non sia veramente uomo o veramente Dio, ci mancherebbe altro!
    Sottomissione volontaria non indica inferiorità di natura come la sottomissione volontaria della donna non indica mai inferiorità di natura rispetto all'uomo, sia l'uomo che la donna sono l'"uomo" questo è indiscusso, esattamente come il padre e il figlio sono Dio, un principe non è inferiore al suo re in quanto essere umano, ma lo è razionalmente, decide di ubbidirgli in quanto egli è re, sono riuscito a farmi capire ora?




    Forse non mi entra in testa perchè non è affatto cosi'. Tutti i "figli di Dio" citati nella Bibbia NON sono Dio in alcun senso ontologico.



    Btravissimo infatti tutti sono stati creati proprio dal figlio...



    Se adesso il "monogenes uios" improvvisamente lo fosse, in virtu' di questo nuovo aggettivo, ci si aspetterebbero capitoli interi a chiarire la rivoluzione copernicana, che tu con tanta innocente leggerezza proponi come la cosa piu' evidente di questo mondo. Mi sembra ovvio che questi capitoli, e queste discussioni necessarie, sono completamente assenti nel Testo, che evidentemente cosi' rivoluzionario (per i suoi scrittori e per gli immediati discepoli del Cristo e degli apostoli) non doveva essere.
    Se non sei disposto ad accettare questa elementare evidenza, non posso farci nulla nemmeno io.



    Infatti Cristo morì proprio per bestemmia "perchè tu che sei uomo ti fai Dio"

    Egli non smentì queste parole anzi... si autoproclamò "Il figlio di Dio" e tommaso lo identificò oltre che "Il figlio di Dio" come il suo "ho kyrios" e il suo "ho theos", cosa vogliamo di più?




    Allora sei pregato di deciderti: se il Figlio di Dio è Dio, allora non puo' essere sottomesso. Se invece il Figlio di Dio è sottomesso, allora non puo' essere Dio. Tertium non datur.



    Spero che tu abbia capito cosa si intende per sottomissione...

    Ora devo andare per il pranzo di natale, spero che non abbia tralasciato nulla di importante!
    ciao
    [Modificato da amico di oreste 25/12/2009 12:26]
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    (SimonLeBon)
    Post: 861
    Città: PINEROLO
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    00 25/12/2009 17:45
    Re:
    amico di oreste, 12/25/2009 12:22 PM:


    Simon:



    Ti ringrazio della segnalazione, che mi ha invitato a "farci caso". Il fatto è che ogni volta che un tdG "fa caso" alle trovate trinitarie finisce inevitabilmente per scoperchiare qualche "can of worm".

    Per esempio il Testo parla prevalentemente di "uios thou theou" e solo in una sparuta minoranza di casi di "ho uios thou theou".
    Ovviamente per "voi trinitari" il dettaglio è irrilevante, forse perchè non è "in" o non rientra nei ranghi dell'ortodossia trinitaria.

    Stà di fatto che la trinitarissima "Re Giacomo", la Bibbia piu' diffusa al mondo, froda il lettore e uniforma tutto a "il figlio di Dio" ("the son of God"). Per esempio in Mt. 4,3 4,6 14,33 in Mc. 1,1 15,39 Lu 1,32 1,35 e Gv. 10,36 solo per dare una lista, peraltro non esaustiva.
    La CEI '74 si accoda come minimo in Mt. 14,33 (non ho avuto tempo di completare la ricerca).

    Mi pare anche significativo che, sebbene il testo di Gv. usi piu' spesso l'articolo "ho" ma che d'altra parte le ipsissima verba del Cristo in Gv. 10,36 omettano l'articolo, che evidentemente non doveva essere cosi' importante per il Cristo stesso. Forse perchè per lui la distinzione non era affatto rilevante. A conferma dell'irrilevanza troviamo il passo con le tentazioni di Satana, che in Lc. 4,3 legge "se tu sei Figlio di Dio" ("uios ei thou theou", traduce bene la NWT "a son of God") dove Gesu' non ribadisce affatto la presunta differenza, cosa di dovere, se ci fosse effettivamente stata.



    Sono contento che almeno ti ho fatto notare questa cosa, che per te per ora, sarà pure irrilevante, ma se un giorno ti prendessi il tempo per rifletterci sul serio, chissà...

    ...

    So benissimo che la TNM ha cercato in tutte le maniere di smorzare questo capitolo interpretandone alcuni versetti come meglio poteva per distogliere l'attenzione che lo scrittore di ebrei voleva porre, ma di una cosa possiamo star certi, quanto sopra è quanto hanno capito quasi tutti i traduttori del pianeta e dal vostro punto di vista dovreste per lo meno tenerne conto come una possibilissima interpretazione.



    Ti ringrazio per questo tuo email "natalizio", ma continui a saltare di argomento in argomento senza portare niente a termine. E' un metodo che non mi appassiona affatto.
    Rispondi alle mie osservazioni, se ritieni di doverlo fare.

    La traduzione della NWT vuole essere coerente col senso di tutte le affermazioni di tutto il capitolo, oltre che dell'intera lettera. I trinitari invece preferiscono estrapolare singole affermazioni per far quadrare il (loro) bilancio.

    Cosi' sarebbe evidente a qualunque mente accorta, compreso quella dei traduttori, che "Dio" non ha bisogno né puo' essere in alcun modo paragonato ad alcuna creatura, tantomeno ad alcun angelo o essere umano, perchè il paragone sarebbe ontologicamente e logicamente improponibile.
    Notoriamente possono essere paragonate solo elementi paragonabili, quindi primariamente "creature" con "creature".

    Forse ti è sfuggita la premessa.

    ...

    Simon:

    Forse non mi entra in testa perchè non è affatto cosi'. Tutti i "figli di Dio" citati nella Bibbia NON sono Dio in alcun senso ontologico.



    ADO:

    Btravissimo infatti tutti sono stati creati proprio dal figlio...



    Simon:

    Se adesso il "monogenes uios" improvvisamente lo fosse, in virtu' di questo nuovo aggettivo, ci si aspetterebbero capitoli interi a chiarire la rivoluzione copernicana, che tu con tanta innocente leggerezza proponi come la cosa piu' evidente di questo mondo. Mi sembra ovvio che questi capitoli, e queste discussioni necessarie, sono completamente assenti nel Testo, che evidentemente cosi' rivoluzionario (per i suoi scrittori e per gli immediati discepoli del Cristo e degli apostoli) non doveva essere.
    Se non sei disposto ad accettare questa elementare evidenza, non posso farci nulla nemmeno io.



    ADO:

    Infatti Cristo morì proprio per bestemmia "perchè tu che sei uomo ti fai Dio"

    Egli non smentì queste parole anzi... si autoproclamò "Il figlio di Dio" e tommaso lo identificò oltre che "Il figlio di Dio" come il suo "ho kyrios" e il suo "ho theos", cosa vogliamo di più?



    La tua mi sembra una caricatura della realtà.
    Notoriamente infatti furono i farisei ad affermare "ti fai Dio". Non troverai mai questa affermazione nella bocca del Cristo, a meno che tu mi dimostri il contrario.
    Fino a quel momento la tua prima affermazione si basa unicamente sull'affermazione dei nemici diretti del Cristo, noti per la loro disonestà.

    Forse ti sfuggono i miei post, sito che avevo messo in risalto proprio questo aspetto nel mio post precedente: le parole del Cristo parlano di "un figlio di Dio" nemmeno de "il figlio di Dio". In aggiunta, come mi sono lungamente fermato a spiegare, l'equivalenza "figlio di Dio" = "Dio" è tutta da dimostrare e, senza dimostrazione, continua a restare una delle tante "fantasticherie" trinitarie.

    Quella di Tommaso, qui tocchiamo il culmine, è un'esclamazione appropriata all'emozione del momento. Se qui tu intendi farne il cardine della teologia trinitaria, sei liberissimo, ma sinceramente mi sembra una scelta molto fragile e contestabile.

    Per conto mio l'escalamazione è duplice: preso dall'emozione intensa Tommaso ha voluto ricordare le due persone piu' importanti della sua vita, cioè "il Padre ho theos" e "il figlio di ho theos", Gesu'.
    Grammaticalmente è tutto ineccepibile.

    Simon:

    Allora sei pregato di deciderti: se il Figlio di Dio è Dio, allora non puo' essere sottomesso. Se invece il Figlio di Dio è sottomesso, allora non puo' essere Dio. Tertium non datur.



    ADO:

    Spero che tu abbia capito cosa si intende per sottomissione...



    Spero che tu abbia capito bene quando ho scritto, scrivo, e continuero' a scrivere, che "Dio non è sottomesso" ad alcuna persona!

    Buon appetito!

    Simon
  • amico di oreste
    00 25/12/2009 22:38
    Re: Re:


    Ti ringrazio per questo tuo email "natalizio", ma continui a saltare di argomento in argomento senza portare niente a termine. E' un metodo che non mi appassiona affatto.
    Rispondi alle mie osservazioni, se ritieni di doverlo fare.

    La traduzione della NWT vuole essere coerente col senso di tutte le affermazioni di tutto il capitolo, oltre che dell'intera lettera. I trinitari invece preferiscono estrapolare singole affermazioni per far quadrare il (loro) bilancio.

    Cosi' sarebbe evidente a qualunque mente accorta, compreso quella dei traduttori, che "Dio" non ha bisogno né puo' essere in alcun modo paragonato ad alcuna creatura, tantomeno ad alcun angelo o essere umano, perchè il paragone sarebbe ontologicamente e logicamente improponibile.
    Notoriamente possono essere paragonate solo elementi paragonabili, quindi primariamente "creature" con "creature".



    L'identificazione di Cristo con un super angelo circolava gia nell'ambiente dello scrittore di Ebrei, la critica testuale e biblica lo pone infatti alla fine del I secolo, il paragone con gli angeli serviva proprio a far frugare questi dubbi, nessun angelo fu mai chiamato da Dio "mio figlio" a nessun angelo è stato mai detto di sedersi accanto a lui, nessun angelo creò la terra e i cieli, e soprattutto gli angeli lo avrebbero dovuto adorare, è semplice e mi sorprende che non cogliate questa evidente interpretazione.


    Forse ti è sfuggita la premessa.

    La tua mi sembra una caricatura della realtà.
    Notoriamente infatti furono i farisei ad affermare "ti fai Dio". Non troverai mai questa affermazione nella bocca del Cristo, a meno che tu mi dimostri il contrario.
    Fino a quel momento la tua prima affermazione si basa unicamente sull'affermazione dei nemici diretti del Cristo, noti per la loro disonestà.



    I giudei contemporanei di Cristo capirono da soli il significato delle parole di Cristo, il chiamare Dio suo padre equivaleva a farsi uguale a Dio, il definirsi il figlio di Dio era una bestemmia, questo io leggo e questo mi basta, mettici poi il carico da 100 di Giovanni ed il gioco è fatto.


    Forse ti sfuggono i miei post, sito che avevo messo in risalto proprio questo aspetto nel mio post precedente: le parole del Cristo parlano di "un figlio di Dio" nemmeno de "il figlio di Dio". In aggiunta, come mi sono lungamente fermato a spiegare, l'equivalenza "figlio di Dio" = "Dio" è tutta da dimostrare e, senza dimostrazione, continua a restare una delle tante "fantasticherie" trinitarie.



    Gesù non è chiamato solo un figlio di Dio ma Il figlio di Dio, inoltre ti ho gia detto che solo lui è "Dio unigenito", quindi è l'unico Dio generato, esattamente come solo lui è l'"unigenito figlio", io mi attengo al testo e non lo interpreto, unico è unico!


    Quella di Tommaso, qui tocchiamo il culmine, è un'esclamazione appropriata all'emozione del momento. Se qui tu intendi farne il cardine della teologia trinitaria, sei liberissimo, ma sinceramente mi sembra una scelta molto fragile e contestabile.

    Per conto mio l'escalamazione è duplice: preso dall'emozione intensa Tommaso ha voluto ricordare le due persone piu' importanti della sua vita, cioè "il Padre ho theos" e "il figlio di ho theos", Gesu'.
    Grammaticalmente è tutto ineccepibile.



    Ma lo hai letto il testo attentamente o hai bisogno di un ripasso?
    Dalla tnm:
    "28 Rispondendo, Tommaso gli disse: “Mio Signore e mio Dio!” "

    A chi stava parlando Tommaso a Dio padre?
    io leggo GLI disse, Tommaso parlava a Cristo, colui che gli stava davanti era il suo Dio e il suo Signore, i voli pindarici per smentire queste semplici evidenze li stai facendo tu mi sembra!





    Spero che tu abbia capito bene quando ho scritto, scrivo, e continuero' a scrivere, che "Dio non è sottomesso" ad alcuna persona!

    Buon appetito!

    Simon



    E io ti risponderò sempre che in quanto Dio non è sottomesso a nessuno, ma in quanto figlio e soprattutto in quanto uomo, lo è eccome!
    ciao

  • OFFLINE
    (SimonLeBon)
    Post: 861
    Città: PINEROLO
    Età: 53
    Sesso: Maschile
    00 26/12/2009 10:21
    Re: Re: Re:
    amico di oreste, 12/25/2009 10:38 PM:

    Simon:


    Ti ringrazio per questo tuo email "natalizio", ma continui a saltare di argomento in argomento senza portare niente a termine. E' un metodo che non mi appassiona affatto.
    Rispondi alle mie osservazioni, se ritieni di doverlo fare.

    La traduzione della NWT vuole essere coerente col senso di tutte le affermazioni di tutto il capitolo, oltre che dell'intera lettera. I trinitari invece preferiscono estrapolare singole affermazioni per far quadrare il (loro) bilancio.

    Cosi' sarebbe evidente a qualunque mente accorta, compreso quella dei traduttori, che "Dio" non ha bisogno né puo' essere in alcun modo paragonato ad alcuna creatura, tantomeno ad alcun angelo o essere umano, perchè il paragone sarebbe ontologicamente e logicamente improponibile.
    Notoriamente possono essere paragonate solo elementi paragonabili, quindi primariamente "creature" con "creature".



    L'identificazione di Cristo con un super angelo circolava gia nell'ambiente dello scrittore di Ebrei, la critica testuale e biblica lo pone infatti alla fine del I secolo, il paragone con gli angeli serviva proprio a far frugare questi dubbi, nessun angelo fu mai chiamato da Dio "mio figlio" a nessun angelo è stato mai detto di sedersi accanto a lui, nessun angelo creò la terra e i cieli, e soprattutto gli angeli lo avrebbero dovuto adorare, è semplice e mi sorprende che non cogliate questa evidente interpretazione.



    Mah, forse voi trinitari siete cosi' abituati alle contorsioni acrobatiche, sarà che tanto piu' a "natale" vanno di moda gli spettacoli circensi, che le "cose semplici e genuine" non vi appartengono.
    Bastava dire: "Cristo è il Dio" (Christos ho Theos estin).
    Con sole quattro parole sarebbe stato tutto chiaro, chiarissimo, ci saremmo risparmiati tutti i confronti che Paolo fa dopo, del tutto superflui, perchè assolutamente improponibili.

    Mentre il "superangelo" (forse intendi il biblico archaggelos) puo' essere paragonato agli angeli, "il Dio" (ho Theos) non puo' esserle, per manifesta superiorità.
    Mentre c'è bisogno di specificare che il "superangelo" creo' "la terra ed i cieli" (poteva non essere evidente), era invece chiarissimo che "Dio creo' la terra ed i cieli".
    Mentre il "superangelo" poteva risiedere ovunque nell'universo, "il Dio" era certamente vicinissimo al Padre.

    Ergo, l'identificazione Cristo = ho Theos stona decisamente nel discorso di Parolo, invece quella Cristo = superangelo si armonizza quasi perfettamente.

    Simon:

    Forse ti è sfuggita la premessa.

    La tua mi sembra una caricatura della realtà.
    Notoriamente infatti furono i farisei ad affermare "ti fai Dio". Non troverai mai questa affermazione nella bocca del Cristo, a meno che tu mi dimostri il contrario.
    Fino a quel momento la tua prima affermazione si basa unicamente sull'affermazione dei nemici diretti del Cristo, noti per la loro disonestà.



    ADO:

    I giudei contemporanei di Cristo capirono da soli il significato delle parole di Cristo, il chiamare Dio suo padre equivaleva a farsi uguale a Dio, il definirsi il figlio di Dio era una bestemmia, questo io leggo e questo mi basta, mettici poi il carico da 100 di Giovanni ed il gioco è fatto.



    Trovo molto pericoloso il tuo affidarsi alla comprensione dei "giudei".
    Per loro infatti "chiamare Dio suo Padre" voleva dire "bestemmia" e "farsi uguale a Dio".
    Per loro infatti "Gesu'" non era "il Messiah" ma un "impostore".
    Per loro infatti "Gesu'" andava condannato a morte e lo uccisero.

    Ora ognuno si affida alle persone e alle fonti che piu' gli piacciono, ma noi tdG ci affidiamo al Cristo, che pochi versetti piu' avanti affermo':

    "Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?" (Gv. 10,34-35 CEI 2008)

    Come vedi', il Cristo non identifica affatto né in maniera automatica "un Figlio di Dio" (quello dice di essere) con "Dio". Infatti non è cosi'. Tantomeno equivale a bestemmiare, proprio perchè l'identificazione non esiste.

    Visto che questi versetti sono di Giovanni, non vedo dove trovi il "carico da 100", per quanto voi trinitari siate abbastanza abituati ai giochi di prestigio.

    Simon:

    Forse ti sfuggono i miei post, sito che avevo messo in risalto proprio questo aspetto nel mio post precedente: le parole del Cristo parlano di "un figlio di Dio" nemmeno de "il figlio di Dio". In aggiunta, come mi sono lungamente fermato a spiegare, l'equivalenza "figlio di Dio" = "Dio" è tutta da dimostrare e, senza dimostrazione, continua a restare una delle tante "fantasticherie" trinitarie.



    ADO:

    Gesù non è chiamato solo un figlio di Dio ma Il figlio di Dio, inoltre ti ho gia detto che solo lui è "Dio unigenito", quindi è l'unico Dio generato, esattamente come solo lui è l'"unigenito figlio", io mi attengo al testo e non lo interpreto, unico è unico!



    Nuovamente perdi la finezza della mia argomentazione. Proprio di fronte a chi ragionava come te, cioè i farisei, LUI ribadisce di essere "un figlio di Dio".
    Che venga ANCHE descritto come "il figlio di Dio" è altra cosa, ma è anche da vedere se sia significativa.
    Unigenito, monogenes, nelle scritture si trova solo in abbinamento a un "figlio/a". Come sai, ne abbiamo già parlato, la variante piu' comune parla di "monogenes uios", che si riferirebbe ad un "figlio primogenito", cioè primo nato.
    L'espressione "monogenes theos" è da chiarire sulla base di altri versetti, visto che è propria del solo "prologo".
    "unico Dio generato" è una lettura di fantasia che i trinitari hanno cominciato a dare dopo secoli di spremitura di meningi.
    "monogenes" infatti, in contesto biblico, significa unicamente "primo nato" e nient'altro (Lc. 7,12; 8,42; 9,38).
    Ergo siamo di fronte, senza interpreatare, al "dio primo nato-primogenito" (oppure al "figlio primo nato-primogenito").

    Simon:

    Quella di Tommaso, qui tocchiamo il culmine, è un'esclamazione appropriata all'emozione del momento. Se qui tu intendi farne il cardine della teologia trinitaria, sei liberissimo, ma sinceramente mi sembra una scelta molto fragile e contestabile.

    Per conto mio l'escalamazione è duplice: preso dall'emozione intensa Tommaso ha voluto ricordare le due persone piu' importanti della sua vita, cioè "il Padre ho theos" e "il figlio di ho theos", Gesu'.
    Grammaticalmente è tutto ineccepibile.



    ADO:

    Ma lo hai letto il testo attentamente o hai bisogno di un ripasso?
    Dalla tnm:
    "28 Rispondendo, Tommaso gli disse: “Mio Signore e mio Dio!” "

    A chi stava parlando Tommaso a Dio padre?
    io leggo GLI disse, Tommaso parlava a Cristo, colui che gli stava davanti era il suo Dio e il suo Signore, i voli pindarici per smentire queste semplici evidenze li stai facendo tu mi sembra!



    Ti sembra male.
    La tua argomentazione è notoriamente assai scadente.
    Se io parlo a mio figlio e dico "O mamma mia quando la smetti di far rumore", seguendo la tua logica avrei identificato "mio figlio" con "mia madre".

    Allo stesso modo se mi trovassi in situazione di difficoltà e mio padre mi stesse aiutando, la mia eventuale esclamazione "Oh Dio mio aiutami" identificherebbe "mio padre" con "Dio".

    Mi sembra tutto ineccepibile, a carnevale, ma noi siamo solo a "natale".
    Stento a credere che ti siano sfuggiti questi aspetti!

    Simon:

    Spero che tu abbia capito bene quando ho scritto, scrivo, e continuero' a scrivere, che "Dio non è sottomesso" ad alcuna persona!

    Buon appetito!

    Simon



    ADO:

    E io ti risponderò sempre che in quanto Dio non è sottomesso a nessuno, ma in quanto figlio e soprattutto in quanto uomo, lo è eccome!
    ciao



    Grazie per la ripetizione, che ti costringe al passo logico, peraltro inevitabile, di negare la divinità del "figlio" e dell'"uomo".

    Contraddizioni a parte, una cosa mi incuriosisce:
    dove si troverebbe, secondo voi trinitari, il "centro di coscienza" del Cristo: presso l'uomo, presso il figlio, presso il dio, o presso tutt'e tre?

    "Dio il Figlio" (passami l'excursus extra biblico) ha un solo "centro di coscienza" oppure ne ha piu' di uno?

    Simon
    [Modificato da (SimonLeBon) 26/12/2009 10:25]
  • amico di oreste
    00 26/12/2009 11:15
    Re: Re: Re: Re:
    (SimonLeBon), 12/26/2009 10:21 AM:

    amico di oreste, 12/25/2009 10:38 PM:

    Simon:


    Ti ringrazio per questo tuo email "natalizio", ma continui a saltare di argomento in argomento senza portare niente a termine. E' un metodo che non mi appassiona affatto.
    Rispondi alle mie osservazioni, se ritieni di doverlo fare.

    La traduzione della NWT vuole essere coerente col senso di tutte le affermazioni di tutto il capitolo, oltre che dell'intera lettera. I trinitari invece preferiscono estrapolare singole affermazioni per far quadrare il (loro) bilancio.

    Cosi' sarebbe evidente a qualunque mente accorta, compreso quella dei traduttori, che "Dio" non ha bisogno né puo' essere in alcun modo paragonato ad alcuna creatura, tantomeno ad alcun angelo o essere umano, perchè il paragone sarebbe ontologicamente e logicamente improponibile.
    Notoriamente possono essere paragonate solo elementi paragonabili, quindi primariamente "creature" con "creature".



    L'identificazione di Cristo con un super angelo circolava gia nell'ambiente dello scrittore di Ebrei, la critica testuale e biblica lo pone infatti alla fine del I secolo, il paragone con gli angeli serviva proprio a far frugare questi dubbi, nessun angelo fu mai chiamato da Dio "mio figlio" a nessun angelo è stato mai detto di sedersi accanto a lui, nessun angelo creò la terra e i cieli, e soprattutto gli angeli lo avrebbero dovuto adorare, è semplice e mi sorprende che non cogliate questa evidente interpretazione.



    Mah, forse voi trinitari siete cosi' abituati alle contorsioni acrobatiche, sarà che tanto piu' a "natale" vanno di moda gli spettacoli circensi, che le "cose semplici e genuine" non vi appartengono.
    Bastava dire: "Cristo è il Dio" (Christos ho Theos estin).
    Con sole quattro parole sarebbe stato tutto chiaro, chiarissimo, ci saremmo risparmiati tutti i confronti che Paolo fa dopo, del tutto superflui, perchè assolutamente improponibili.

    Mentre il "superangelo" (forse intendi il biblico archaggelos) puo' essere paragonato agli angeli, "il Dio" (ho Theos) non puo' esserle, per manifesta superiorità.
    Mentre c'è bisogno di specificare che il "superangelo" creo' "la terra ed i cieli" (poteva non essere evidente), era invece chiarissimo che "Dio creo' la terra ed i cieli".
    Mentre il "superangelo" poteva risiedere ovunque nell'universo, "il Dio" era certamente vicinissimo al Padre.

    Ergo, l'identificazione Cristo = ho Theos stona decisamente nel discorso di Parolo, invece quella Cristo = superangelo si armonizza quasi perfettamente.

    Simon:

    Forse ti è sfuggita la premessa.

    La tua mi sembra una caricatura della realtà.
    Notoriamente infatti furono i farisei ad affermare "ti fai Dio". Non troverai mai questa affermazione nella bocca del Cristo, a meno che tu mi dimostri il contrario.
    Fino a quel momento la tua prima affermazione si basa unicamente sull'affermazione dei nemici diretti del Cristo, noti per la loro disonestà.



    ADO:

    I giudei contemporanei di Cristo capirono da soli il significato delle parole di Cristo, il chiamare Dio suo padre equivaleva a farsi uguale a Dio, il definirsi il figlio di Dio era una bestemmia, questo io leggo e questo mi basta, mettici poi il carico da 100 di Giovanni ed il gioco è fatto.



    Trovo molto pericoloso il tuo affidarsi alla comprensione dei "giudei".
    Per loro infatti "chiamare Dio suo Padre" voleva dire "bestemmia" e "farsi uguale a Dio".
    Per loro infatti "Gesu'" non era "il Messiah" ma un "impostore".
    Per loro infatti "Gesu'" andava condannato a morte e lo uccisero.

    Ora ognuno si affida alle persone e alle fonti che piu' gli piacciono, ma noi tdG ci affidiamo al Cristo, che pochi versetti piu' avanti affermo':

    "Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?" (Gv. 10,34-35 CEI 2008)

    Come vedi', il Cristo non identifica affatto né in maniera automatica "un Figlio di Dio" (quello dice di essere) con "Dio". Infatti non è cosi'. Tantomeno equivale a bestemmiare, proprio perchè l'identificazione non esiste.

    Visto che questi versetti sono di Giovanni, non vedo dove trovi il "carico da 100", per quanto voi trinitari siate abbastanza abituati ai giochi di prestigio.

    Simon:

    Forse ti sfuggono i miei post, sito che avevo messo in risalto proprio questo aspetto nel mio post precedente: le parole del Cristo parlano di "un figlio di Dio" nemmeno de "il figlio di Dio". In aggiunta, come mi sono lungamente fermato a spiegare, l'equivalenza "figlio di Dio" = "Dio" è tutta da dimostrare e, senza dimostrazione, continua a restare una delle tante "fantasticherie" trinitarie.



    ADO:

    Gesù non è chiamato solo un figlio di Dio ma Il figlio di Dio, inoltre ti ho gia detto che solo lui è "Dio unigenito", quindi è l'unico Dio generato, esattamente come solo lui è l'"unigenito figlio", io mi attengo al testo e non lo interpreto, unico è unico!



    Nuovamente perdi la finezza della mia argomentazione. Proprio di fronte a chi ragionava come te, cioè i farisei, LUI ribadisce di essere "un figlio di Dio".
    Che venga ANCHE descritto come "il figlio di Dio" è altra cosa, ma è anche da vedere se sia significativa.
    Unigenito, monogenes, nelle scritture si trova solo in abbinamento a un "figlio/a". Come sai, ne abbiamo già parlato, la variante piu' comune parla di "monogenes uios", che si riferirebbe ad un "figlio primogenito", cioè primo nato.
    L'espressione "monogenes theos" è da chiarire sulla base di altri versetti, visto che è propria del solo "prologo".
    "unico Dio generato" è una lettura di fantasia che i trinitari hanno cominciato a dare dopo secoli di spremitura di meningi.
    "monogenes" infatti, in contesto biblico, significa unicamente "primo nato" e nient'altro (Lc. 7,12; 8,42; 9,38).
    Ergo siamo di fronte, senza interpreatare, al "dio primo nato-primogenito" (oppure al "figlio primo nato-primogenito").

    Simon:

    Quella di Tommaso, qui tocchiamo il culmine, è un'esclamazione appropriata all'emozione del momento. Se qui tu intendi farne il cardine della teologia trinitaria, sei liberissimo, ma sinceramente mi sembra una scelta molto fragile e contestabile.

    Per conto mio l'escalamazione è duplice: preso dall'emozione intensa Tommaso ha voluto ricordare le due persone piu' importanti della sua vita, cioè "il Padre ho theos" e "il figlio di ho theos", Gesu'.
    Grammaticalmente è tutto ineccepibile.



    ADO:

    Ma lo hai letto il testo attentamente o hai bisogno di un ripasso?
    Dalla tnm:
    "28 Rispondendo, Tommaso gli disse: “Mio Signore e mio Dio!” "

    A chi stava parlando Tommaso a Dio padre?
    io leggo GLI disse, Tommaso parlava a Cristo, colui che gli stava davanti era il suo Dio e il suo Signore, i voli pindarici per smentire queste semplici evidenze li stai facendo tu mi sembra!



    Ti sembra male.
    La tua argomentazione è notoriamente assai scadente.
    Se io parlo a mio figlio e dico "O mamma mia quando la smetti di far rumore", seguendo la tua logica avrei identificato "mio figlio" con "mia madre".

    Allo stesso modo se mi trovassi in situazione di difficoltà e mio padre mi stesse aiutando, la mia eventuale esclamazione "Oh Dio mio aiutami" identificherebbe "mio padre" con "Dio".

    Mi sembra tutto ineccepibile, a carnevale, ma noi siamo solo a "natale".
    Stento a credere che ti siano sfuggiti questi aspetti!

    Simon:

    Spero che tu abbia capito bene quando ho scritto, scrivo, e continuero' a scrivere, che "Dio non è sottomesso" ad alcuna persona!

    Buon appetito!

    Simon



    ADO:

    E io ti risponderò sempre che in quanto Dio non è sottomesso a nessuno, ma in quanto figlio e soprattutto in quanto uomo, lo è eccome!
    ciao



    Grazie per la ripetizione, che ti costringe al passo logico, peraltro inevitabile, di negare la divinità del "figlio" e dell'"uomo".

    Contraddizioni a parte, una cosa mi incuriosisce:
    dove si troverebbe, secondo voi trinitari, il "centro di coscienza" del Cristo: presso l'uomo, presso il figlio, presso il dio, o presso tutt'e tre?

    "Dio il Figlio" (passami l'excursus extra biblico) ha un solo "centro di coscienza" oppure ne ha piu' di uno?

    Simon




    Innanzi tutto ti chiedo di evitare frasi come circo o carnevale e io agirò di conseguenza.
    Detto qwuesto
    1)Cristo non smentì i giudei che lo equiparavano a Dio dicendogli che erano folli, o che erano loro a bestemmiare, ma anzi lo ribadisce citando i salmi dove degli uomini erano chiamati dèi (per molti in senso ironico).

    2)Ora non posso trovare i versetti perchè non sono a casa, ma sicuramente egli stesso o qualcuno al suo posto lo chiamò chiaramente il figlio di Dio, a meno che la posizione grammaticale non lo renda superfluo.
    3)Tu puoi pensare quello che vuoi, ma per noi il figlio di Dio è vero uomo e vero Dio insieme, ma senza che le due nature siano confuse, il figlio di Dio è uno ma ha entrambe le nature, solo che in quanto vero uomo (dal punto di vista umano quindi) il suo essere Dio è limitato alla costituzione che la sua natura umana gli impone, non sarebbe vero uomo se da questo punto di vista avesse tutte le peculiarità del suo essere anche Dio, altrimenti non sarebbe veramente uomo, egli come tutti noi era limitato quando era sulla terra dallo spazio e dal tempo come tutti noi, la comunicazione tra il suo essere uomo e il suo essere Dio è asimmetrica, cioè dal punto di vista della sua natura divina verso la sua natura umana non vi è alcun problema, ma dal punto di vista della sua natura umana nei confronti della sua natura divina, la comunicazione è limitata dal suo essere uomo, ecco perchè quando era sulla terra soffrì, imparò l'ubbidienza, non era onnisciente ne onnipotente, se fosse stato diversamente non sarebbe stato veramente umano.
    Spero che tu riesca a capire questa posizione anche se potrai benissimo continuare a non accettarla.
    Ci siamo aggiustati tutto come meglio potevamo?
    Io la chiamo armonizzazione, chi deve provare che la trinità è contraddetta dalla scrittura non siamo noi ma voi, ma come ti ho gia spiegato sia io che spener, questo è impossibile, perchè chi si è messo a tavolino 1700 anni fa previde proprio tutto, comprese le vostre obiezioni.
    La dfferenza tra noi è che io posso provare che la vostra cristologia è eretica (sceglie cioè una sola possibile interpretazione annullando le altre) perchè se per caso interpretassi le scritture prese in esame nella direzione trinitaria, voi non avreste scampo, per voi questa posizione non può proprio essere presas in consicderazione anche se la grammatica, i padri e la logica portano alle spiegazioni trinitarie.
    Come avrai avuto modo di notare ad esempio, per un trinitario leggere che Dio risorge il Cristo, non è un problema come non lo è l'accettare che il Cristo risorse da solo, le scritture dicono entrambe le cose, ma voi accettate le prime e non potendo accettare le seconde, le interpretate, questo vale per tutto.


    ciao
    [Modificato da amico di oreste 26/12/2009 11:19]
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    00 26/12/2009 15:43
    Re:
    amico di oreste, 12/26/2009 11:15 AM:


    Innanzi tutto ti chiedo di evitare frasi come circo o carnevale e io agirò di conseguenza.



    Mi scuso per l'espressione. Ovviamente era una battuta.

    ADO:

    Detto qwuesto
    1)Cristo non smentì i giudei che lo equiparavano a Dio dicendogli che erano folli, o che erano loro a bestemmiare, ma anzi lo ribadisce citando i salmi dove degli uomini erano chiamati dèi (per molti in senso ironico).



    Non capisco cosa avrebbe ribadito il Cristo.
    Per prima cosa non dice nella maniera piu' assoluta di essere "Dio".
    Secondariamente dice in maniera categorica di essere "un dio".
    Terzo, desacralizza l'espressione "theos", non quella "ho theos", facendo notare che era stata addirittura attribuita a uomini.

    Ora dimmi tu dove lui avrebbe confermato l'idea di essere "uguale a Dio"??

    ADO:

    2)Ora non posso trovare i versetti perchè non sono a casa, ma sicuramente egli stesso o qualcuno al suo posto lo chiamò chiaramente il figlio di Dio, a meno che la posizione grammaticale non lo renda superfluo.



    Puo' essere che sia capitato, ma se fosse stato cosi' importante perchè Gesu' non lo ha ribadito di fronte alle accuse?

    ADO:

    3)Tu puoi pensare quello che vuoi, ma per noi il figlio di Dio è vero uomo e vero Dio insieme, ma senza che le due nature siano confuse, il figlio di Dio è uno ma ha entrambe le nature, solo che in quanto vero uomo (dal punto di vista umano quindi) il suo essere Dio è limitato alla costituzione che la sua natura umana gli impone

    ...

    Spero che tu riesca a capire questa posizione anche se potrai benissimo continuare a non accettarla.
    Ci siamo aggiustati tutto come meglio potevamo?
    Io la chiamo armonizzazione...



    Sinceramente non ho mai messo in dubbio la definizione di "Trinità". Non mi è nemmeno mai passato per la testa una cosa simile.
    Allo stesso modo, per definizione io posso affermare di

    "avere sempre ragione e di non essere contraddicibile"

    e nessuno potrebbe impedirmelo.
    Né il primo né il secondo esempio sono Scritturali, ovviamente, quindi possiamo vivere sereni per molti anni.


    ...chi deve provare che la trinità è contraddetta dalla scrittura non siamo noi ma voi, ma come ti ho gia spiegato sia io che spener, questo è impossibile, perchè chi si è messo a tavolino 1700 anni fa previde proprio tutto, comprese le vostre obiezioni.



    Sono lusingato.
    Allora potresti spiegarmi quanti "centri di coscienza" ha il Figlio, secondo la concezione trinitaria?

    ADO:

    La dfferenza tra noi è che io posso provare che la vostra cristologia è eretica (sceglie cioè una sola possibile interpretazione annullando le altre) perchè se per caso interpretassi le scritture prese in esame nella direzione trinitaria...



    Qui cominci ad uscire dal seminato.
    Da quando in qua una teologia che interpreta la Scrittura in un certo modo è automaticamente eretica?
    Secondo te la teologia insegnata dal Cristo aveva molti modi, magari contraddittori tra loro, di interpretare le Scritture?
    Dunque era automaticamente eretica?

    ADO:

    ...voi non avreste scampo, per voi questa posizione non può proprio essere presas in consicderazione anche se la grammatica, i padri e la logica portano alle spiegazioni trinitarie.
    Come avrai avuto modo di notare ad esempio, per un trinitario leggere che Dio risorge il Cristo, non è un problema come non lo è l'accettare che il Cristo risorse da solo, le scritture dicono entrambe le cose, ma voi accettate le prime e non potendo accettare le seconde, le interpretate, questo vale per tutto.

    ciao



    Non è questione di "avere scampo", ma di avere coerenza.
    La grammatica puo' non essere sempre decisiva. Abbiamo già visto quanto spesso esistano eccezioni alle regole.
    L'opinioni dei "padri" non è in alcun modo decisiva: né erano ispirati da Dio, nè sono stati sempre coerenti con se stessi o tra loro.
    Sulla logica posso essere d'accordo con te.
    Infatti, per logica pura, un Cristo morto che risorgesse se stesso sarebbe un aborto logico. Forse piuttosto una specie di gioco di prestigio o di stregoneria.
    Probabilmente è poprio la questione logica che spinge a rivedere se la grammatica consenta altre scelte.

    Simon
  • amico di oreste
    00 26/12/2009 15:59
    Re: Re:

    Ti sembra male.
    La tua argomentazione è notoriamente assai scadente.
    Se io parlo a mio figlio e dico "O mamma mia quando la smetti di far rumore", seguendo la tua logica avrei identificato "mio figlio" con "mia madre".

    Allo stesso modo se mi trovassi in situazione di difficoltà e mio padre mi stesse aiutando, la mia eventuale esclamazione "Oh Dio mio aiutami" identificherebbe "mio padre" con "Dio".

    Mi sembra tutto ineccepibile, a carnevale, ma noi siamo solo a "natale".
    Stento a credere che ti siano sfuggiti questi aspetti!



    Stavo riflettendo sul tuo esempio e proprio non regge, esiste una conversazione tra Tommaso e Cristo, c'è un botta e risposta e alla fine Giovanni usa outos (GLI) quando Tommaso si rivolge a Cristo, e secondo te si rivolge al padre invocandolo?
    Se fosse come dici ci sarebbe stato scritto "allora tommaso esclamò mio Signore e mio Dio" e non "allora tommaso gli disse mio Signore e mio Dio", non trovi? Che senso ha rivolgersi a Cristo per invocare il padre? Il tuo stesso esempio aggiunge qualcosa dopo l'esclamazione, altrimenti non avrebbe senso.
    Cosa ha detto Tommaso a Gesù se le invocazioni andavano al padre? Si è forse sbagliato Giovanni a dire "gli disse"? Io non leggo altro!
    Non ci siamo proprio e poi dovresti trovare almeno un parallelo di un uso siffatto di esclamazioni simili al nostro "Dio mio!"
    Io studio la bibbia da anni e non esiste proprio un modo di esprimersi del genere, poi se tu me lo trovassi ne potremmo discutere.
    Sta di fatto che esclamazioni simili le troviamo rivolte a YHWH nell'AT e a Dio nel NT, non mi puoi interpretare questo passo rivolto al padre solo perchè cozza con la tua teologia, te ne rendi conto?
    Per il resto credo che ci siamo spiegati, ricominciare significherebbe essere ripetitivi a meno che tu non voglia chiedere qualcosa di più specifico.
    Ciao

    [Modificato da amico di oreste 26/12/2009 16:00]
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    (SimonLeBon)
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    00 26/12/2009 22:09
    Re: Re:
    amico di oreste, 12/26/2009 3:59 PM:




    Ti sembra male.
    La tua argomentazione è notoriamente assai scadente.
    Se io parlo a mio figlio e dico "O mamma mia quando la smetti di far rumore", seguendo la tua logica avrei identificato "mio figlio" con "mia madre".

    Allo stesso modo se mi trovassi in situazione di difficoltà e mio padre mi stesse aiutando, la mia eventuale esclamazione "Oh Dio mio aiutami" identificherebbe "mio padre" con "Dio".

    Mi sembra tutto ineccepibile, a carnevale, ma noi siamo solo a "natale".
    Stento a credere che ti siano sfuggiti questi aspetti!



    Stavo riflettendo sul tuo esempio e proprio non regge, esiste una conversazione tra Tommaso e Cristo, c'è un botta e risposta e alla fine Giovanni usa outos (GLI) quando Tommaso si rivolge a Cristo, e secondo te si rivolge al padre invocandolo?
    Se fosse come dici ci sarebbe stato scritto "allora tommaso esclamò mio Signore e mio Dio" e non "allora tommaso gli disse mio Signore e mio Dio", non trovi? Che senso ha rivolgersi a Cristo per invocare il padre? Il tuo stesso esempio aggiunge qualcosa dopo l'esclamazione, altrimenti non avrebbe senso.
    Cosa ha detto Tommaso a Gesù se le invocazioni andavano al padre? Si è forse sbagliato Giovanni a dire "gli disse"? Io non leggo altro!
    Non ci siamo proprio e poi dovresti trovare almeno un parallelo di un uso siffatto di esclamazioni simili al nostro "Dio mio!"
    Io studio la bibbia da anni e non esiste proprio un modo di esprimersi del genere, poi se tu me lo trovassi ne potremmo discutere.



    Potrei risponderti di getto, ma vorrei aggiungere altro. Pazienta un poco.

    amico di oreste:

    Sta di fatto che esclamazioni simili le troviamo rivolte a YHWH nell'AT e a Dio nel NT, non mi puoi interpretare questo passo rivolto al padre solo perchè cozza con la tua teologia, te ne rendi conto?



    Scusa, ma io cosa ho detto?
    E' esattamente quello che sostengo io: queste esclamazioni le troviamo rivolte a YHWH nell'AT e a Dio nel NT. Questo è l'ennesimo caso, anche per ammissione stessa di Giovanni appena tre versetti dopo:


    "Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome." (Gv.20,31 CEI)



    Se il 20,28 introducesse la novità che a te sembra cosi' naturale, ma non lo sarebbe stata affatto per un lettore ebreo, perchè il 20,31 se la dimentica e torna alla nota formula "Figlio di Dio"?
    Perchè la conclusione di Giovanni non è la tua, ma la mia?

    Saluti

    Simon
    [Modificato da (SimonLeBon) 26/12/2009 22:10]
  • amico di oreste
    00 26/12/2009 23:16
    Re: Re: Re:
    (SimonLeBon), 26/12/2009 22.09:

    amico di oreste, 12/26/2009 3:59 PM:




    Ti sembra male.
    La tua argomentazione è notoriamente assai scadente.
    Se io parlo a mio figlio e dico "O mamma mia quando la smetti di far rumore", seguendo la tua logica avrei identificato "mio figlio" con "mia madre".

    Allo stesso modo se mi trovassi in situazione di difficoltà e mio padre mi stesse aiutando, la mia eventuale esclamazione "Oh Dio mio aiutami" identificherebbe "mio padre" con "Dio".

    Mi sembra tutto ineccepibile, a carnevale, ma noi siamo solo a "natale".
    Stento a credere che ti siano sfuggiti questi aspetti!



    Stavo riflettendo sul tuo esempio e proprio non regge, esiste una conversazione tra Tommaso e Cristo, c'è un botta e risposta e alla fine Giovanni usa outos (GLI) quando Tommaso si rivolge a Cristo, e secondo te si rivolge al padre invocandolo?
    Se fosse come dici ci sarebbe stato scritto "allora tommaso esclamò mio Signore e mio Dio" e non "allora tommaso gli disse mio Signore e mio Dio", non trovi? Che senso ha rivolgersi a Cristo per invocare il padre? Il tuo stesso esempio aggiunge qualcosa dopo l'esclamazione, altrimenti non avrebbe senso.
    Cosa ha detto Tommaso a Gesù se le invocazioni andavano al padre? Si è forse sbagliato Giovanni a dire "gli disse"? Io non leggo altro!
    Non ci siamo proprio e poi dovresti trovare almeno un parallelo di un uso siffatto di esclamazioni simili al nostro "Dio mio!"
    Io studio la bibbia da anni e non esiste proprio un modo di esprimersi del genere, poi se tu me lo trovassi ne potremmo discutere.



    Potrei risponderti di getto, ma vorrei aggiungere altro. Pazienta un poco.

    amico di oreste:

    Sta di fatto che esclamazioni simili le troviamo rivolte a YHWH nell'AT e a Dio nel NT, non mi puoi interpretare questo passo rivolto al padre solo perchè cozza con la tua teologia, te ne rendi conto?



    Scusa, ma io cosa ho detto?
    E' esattamente quello che sostengo io: queste esclamazioni le troviamo rivolte a YHWH nell'AT e a Dio nel NT. Questo è l'ennesimo caso, anche per ammissione stessa di Giovanni appena tre versetti dopo:


    "Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome." (Gv.20,31 CEI)



    Se il 20,28 introducesse la novità che a te sembra cosi' naturale, ma non lo sarebbe stata affatto per un lettore ebreo, perchè il 20,31 se la dimentica e torna alla nota formula "Figlio di Dio"?
    Perchè la conclusione di Giovanni non è la tua, ma la mia?

    Saluti

    Simon




    Simone simone, ma parliamo la stessa lingua? sono giorni che ti ripeto che essendo Cristo Il figlio di Dio è Dio come suo padre e ora ti meravigli?
    Il fatto che sia ho theos che ho kyrios sono applicati a Dio, vuol dire la semplicissima cosa che anche il figlio è Dio, facile no?
    A proposito hai letto cosa dice Giovanni nel versetto da te citato?
    "Gesù Cristo è il Cristo, Il Figlio di Dio [Iesous estin ho kristos, ho uios tou theou]

    Rileggiamo il contesto perchè secondo me non lo hai molto chiaro:
    Giovanni 20:26-31 26 Otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa e Tommaso stava con loro. Viene Gesù a porte chiuse, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    27 Poi disse a Tommaso: «Metti il tuo dito qui e guarda le mie mani, porgi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere più incredulo, ma credente».
    28 Rispose Tommaso e gli disse: «Signore mio e Dio mio!». 29 Gli disse Gesù: «Perché mi hai visto hai creduto? Beati coloro che hanno creduto senza vedere!». 30 Gesù in presenza dei discepoli fece ancora molti altri segni, che non sono scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

    C'è un botta e risposta tra Cristo e Tommaso, nessuna esclamazione a qualcun altro può avere un senso in questa conversazione, perchè Tommaso era Gesù che vedeva e a Gesù rispondeva, ancora una volta Gesù non riprese Tommaso per bestemmia ma gli disse "perchè mi hai visto hai creduto?" cosa ha creduto Tommaso se non che colui che aveva davanti era il suo Signore e il suo Dio?
    Dirottare le parole di Tommaso al padre, vuol dire avere un pregiudizio teologico, non c'è scampo!
    Ricorati: il figlio uni-genito di Dio è Dio, come il figlio uni-genito dell'uomo è uomo.

    Ciao
    [Modificato da amico di oreste 26/12/2009 23:16]
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    00 27/12/2009 09:29
    Re:
    amico di oreste, 12/26/2009 11:16 PM:


    Simone simone, ma parliamo la stessa lingua? sono giorni che ti ripeto che essendo Cristo Il figlio di Dio è Dio come suo padre e ora ti meravigli?



    Carissimo, non mi meraviglio oggi, mi sono sempre meravigliato.
    Se ricordi ti avevo già fatto notare che quella identificazione venne proposta, anzi dovrei meglio dire "supposta", dagli accusatori del Cristo.
    Ti avevo anche fatto notare la risposta del Cristo a proposito, che afferma l'esatto contrario, cioè che anche semplici uomini, nemmeno particolarmente buoni, possono essere chiamati "dio", senza per questo renderli "ho theos".
    Suppongo che queste semplici constatazioni, non mie, ma di Cristo, non ti vadano a genio.

    ADO:

    Il fatto che sia ho theos che ho kyrios sono applicati a Dio, vuol dire la semplicissima cosa che anche il figlio è Dio, facile no?



    Ma non era questa la mia domanda. Proprio per niente. Tu hai scritto che "solo il Figlio" è chiamato cosi', mentre a me questo "solo" non risulta affatto.

    ADO:

    A proposito hai letto cosa dice Giovanni nel versetto da te citato?
    "Gesù Cristo è il Cristo, Il Figlio di Dio [Iesous estin ho kristos, ho uios tou theou]



    E' evidente che ho letto. Infatti, come ti spiegavo già in precedenza, la differenza tra "ho uios" e "uios" non sembra essere significativa, altrimenti il Cristo stesso non l'avrebbe dimenticata.

    ADO:

    Rileggiamo il contesto perchè secondo me non lo hai molto chiaro:
    Giovanni 20:26-31 26 Otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa e Tommaso stava con loro. Viene Gesù a porte chiuse, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    27 Poi disse a Tommaso: «Metti il tuo dito qui e guarda le mie mani, porgi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere più incredulo, ma credente».
    28 Rispose Tommaso e gli disse: «Signore mio e Dio mio!». 29 Gli disse Gesù: «Perché mi hai visto hai creduto? Beati coloro che hanno creduto senza vedere!». 30 Gesù in presenza dei discepoli fece ancora molti altri segni, che non sono scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

    C'è un botta e risposta tra Cristo e Tommaso, nessuna esclamazione a qualcun altro può avere un senso in questa conversazione, perchè Tommaso era Gesù che vedeva e a Gesù rispondeva, ancora una volta Gesù non riprese Tommaso per bestemmia ma gli disse "perchè mi hai visto hai creduto?" cosa ha creduto Tommaso se non che colui che aveva davanti era il suo Signore e il suo Dio?
    Dirottare le parole di Tommaso al padre, vuol dire avere un pregiudizio teologico, non c'è scampo!



    Beata innocenza.
    Tu leggi la Parola di Dio 2'000 anni dopo che è stata scritta, e trovi tutto cosi' evidente. Devi essere veramente naif.

    Io vedo due sole possibilità in quelle parole, ma te le ho già spiegate:

    1. Erano riferite al Cristo, cosa tecnicamente possibile. In quel caso Tommaso avrebbe di fronte a se stesso "il Dio". Giovanni che riporta i fatti, assieme a tutti i presenti, ne sarebbe stato sconvolto. Ci sarebbero state conseguenze enormi, ma anche enormi discussioni.

    2. Quelle parole erano riferite a Dio Padre, cosa tecnicamente possibile.
    In quel caso Tommaso non aveva di fronte "il Dio". GIovanni che riporta i fatti, assieme a tutti i presenti, non sarebbe stato sconvolto. Non ci sarebbero state conseguenze particolari, nè alcuna discussione. Era tutto già ovvio.

    Ora cosa conclude Giovanni, che riporta i fatti: si "dimentica" che Cristo è "ho theos", cosa che, secondo te, avrebbe scritto solo 3 versetti prima. Bastava ripetere quella che secondo te è l'evidenza, anzi era del tutto logico farlo, se quelle parole erano state proprio indirizzate al Cristo.
    Perchè allora "scala di una marcia" e torna ad una formula che non usava da 10 capitoli, se quello che aveva scritto appena tre versi prima era davvero cosi' importante e rivoluzionario?

    ADO:

    Ricorati: il figlio uni-genito di Dio è Dio, come il figlio uni-genito dell'uomo è uomo.

    Ciao



    E' vero che secondo i latini "repetita juvant" ma ripetere le cose, purtroppo per te, non le rende piu' vere.

    Ne stiamo già parlando in un altro 3D e ti ho già contestato, con tanto di ragionamenti, questa apparente equivalenza.

    Uni-genito, in senso biblico, signifa semplicemente "primo-nato". A te dimostrare il contrario.
    Ce n'è già abbastanza per negare la tua affermazione.

    Simon
  • amico di oreste
    00 27/12/2009 19:42
    Re: Re:
    (SimonLeBon), 27/12/2009 9.29:

    amico di oreste, 12/26/2009 11:16 PM:


    Simone simone, ma parliamo la stessa lingua? sono giorni che ti ripeto che essendo Cristo Il figlio di Dio è Dio come suo padre e ora ti meravigli?



    Carissimo, non mi meraviglio oggi, mi sono sempre meravigliato.
    Se ricordi ti avevo già fatto notare che quella identificazione venne proposta, anzi dovrei meglio dire "supposta", dagli accusatori del Cristo.
    Ti avevo anche fatto notare la risposta del Cristo a proposito, che afferma l'esatto contrario, cioè che anche semplici uomini, nemmeno particolarmente buoni, possono essere chiamati "dio", senza per questo renderli "ho theos".
    Suppongo che queste semplici constatazioni, non mie, ma di Cristo, non ti vadano a genio.

    ADO:

    Il fatto che sia ho theos che ho kyrios sono applicati a Dio, vuol dire la semplicissima cosa che anche il figlio è Dio, facile no?



    Ma non era questa la mia domanda. Proprio per niente. Tu hai scritto che "solo il Figlio" è chiamato cosi', mentre a me questo "solo" non risulta affatto.

    ADO:

    A proposito hai letto cosa dice Giovanni nel versetto da te citato?
    "Gesù Cristo è il Cristo, Il Figlio di Dio [Iesous estin ho kristos, ho uios tou theou]



    E' evidente che ho letto. Infatti, come ti spiegavo già in precedenza, la differenza tra "ho uios" e "uios" non sembra essere significativa, altrimenti il Cristo stesso non l'avrebbe dimenticata.

    ADO:

    Rileggiamo il contesto perchè secondo me non lo hai molto chiaro:
    Giovanni 20:26-31 26 Otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa e Tommaso stava con loro. Viene Gesù a porte chiuse, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    27 Poi disse a Tommaso: «Metti il tuo dito qui e guarda le mie mani, porgi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere più incredulo, ma credente».
    28 Rispose Tommaso e gli disse: «Signore mio e Dio mio!». 29 Gli disse Gesù: «Perché mi hai visto hai creduto? Beati coloro che hanno creduto senza vedere!». 30 Gesù in presenza dei discepoli fece ancora molti altri segni, che non sono scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

    C'è un botta e risposta tra Cristo e Tommaso, nessuna esclamazione a qualcun altro può avere un senso in questa conversazione, perchè Tommaso era Gesù che vedeva e a Gesù rispondeva, ancora una volta Gesù non riprese Tommaso per bestemmia ma gli disse "perchè mi hai visto hai creduto?" cosa ha creduto Tommaso se non che colui che aveva davanti era il suo Signore e il suo Dio?
    Dirottare le parole di Tommaso al padre, vuol dire avere un pregiudizio teologico, non c'è scampo!



    Beata innocenza.
    Tu leggi la Parola di Dio 2'000 anni dopo che è stata scritta, e trovi tutto cosi' evidente. Devi essere veramente naif.

    Io vedo due sole possibilità in quelle parole, ma te le ho già spiegate:

    1. Erano riferite al Cristo, cosa tecnicamente possibile. In quel caso Tommaso avrebbe di fronte a se stesso "il Dio". Giovanni che riporta i fatti, assieme a tutti i presenti, ne sarebbe stato sconvolto. Ci sarebbero state conseguenze enormi, ma anche enormi discussioni.

    2. Quelle parole erano riferite a Dio Padre, cosa tecnicamente possibile.
    In quel caso Tommaso non aveva di fronte "il Dio". GIovanni che riporta i fatti, assieme a tutti i presenti, non sarebbe stato sconvolto. Non ci sarebbero state conseguenze particolari, nè alcuna discussione. Era tutto già ovvio.

    Ora cosa conclude Giovanni, che riporta i fatti: si "dimentica" che Cristo è "ho theos", cosa che, secondo te, avrebbe scritto solo 3 versetti prima. Bastava ripetere quella che secondo te è l'evidenza, anzi era del tutto logico farlo, se quelle parole erano state proprio indirizzate al Cristo.
    Perchè allora "scala di una marcia" e torna ad una formula che non usava da 10 capitoli, se quello che aveva scritto appena tre versi prima era davvero cosi' importante e rivoluzionario?

    ADO:

    Ricorati: il figlio uni-genito di Dio è Dio, come il figlio uni-genito dell'uomo è uomo.

    Ciao



    E' vero che secondo i latini "repetita juvant" ma ripetere le cose, purtroppo per te, non le rende piu' vere.

    Ne stiamo già parlando in un altro 3D e ti ho già contestato, con tanto di ragionamenti, questa apparente equivalenza.

    Uni-genito, in senso biblico, signifa semplicemente "primo-nato". A te dimostrare il contrario.
    Ce n'è già abbastanza per negare la tua affermazione.

    Simon



    Vedi Simon ti sarei venuto incontro se ti fossi messo realmente in discussione su questo passo, sostenere che l'esclamazione di Tommaso vada al padre malgrado TUTTO indichi il contrario, mi fa cadere le braccia, non posso proseguire davanti ad una affermazione del genere, sono senza parole!
    Non ho mai letto nulla e nessuno che pensasse lontanamente che l'esclamazione di Tommaso potesse essere rivolta al padre...
    ciao

    [Modificato da amico di oreste 27/12/2009 19:43]
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    (SimonLeBon)
    Post: 861
    Città: PINEROLO
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    00 28/12/2009 16:30
    Re: Re: Re:
    amico di oreste, 12/27/2009 7:42 PM:



    Vedi Simon ti sarei venuto incontro se ti fossi messo realmente in discussione su questo passo, sostenere che l'esclamazione di Tommaso vada al padre malgrado TUTTO indichi il contrario, mi fa cadere le braccia, non posso proseguire davanti ad una affermazione del genere, sono senza parole!
    Non ho mai letto nulla e nessuno che pensasse lontanamente che l'esclamazione di Tommaso potesse essere rivolta al padre...
    ciao




    Spero di farti leggere molto presto che l'esclamazione di Tommaso puo' essere rivolta al Padre. Ti avevo chiesto di pazientare su questo punto.

    Nel leggerle 20,28 non posso che seguire Giovanni e concludere come fa lui in 20,31:

    "Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome." (CEI)

    In coscienza, non posso aggiungere una virgola di piu'.
    Tantomeno baserei la mia teologia su un'esclamanzione.

    Simon
  • amico di oreste
    00 29/12/2009 08:12
    Re: Re: Re: Re:
    (SimonLeBon), 12/28/2009 4:30 PM:



    Spero di farti leggere molto presto che l'esclamazione di Tommaso puo' essere rivolta al Padre. Ti avevo chiesto di pazientare su questo punto.

    Nel leggerle 20,28 non posso che seguire Giovanni e concludere come fa lui in 20,31:

    "Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome." (CEI)

    In coscienza, non posso aggiungere una virgola di piu'.
    Tantomeno baserei la mia teologia su un'esclamanzione.

    Simon


    Simon, senza rendertene conto hai appena mostrato la tesi in base alla quale interpretate alcuni versi "scomodi" alla luce di altri, secondo te quindi essendo il Cristo "Il figlio di Dio", e interpretando figlio nel senso di creatura, come lo possono essere gli angeli, non poteva essere Dio, allora ecco che la prima scrittura deve essere indirizzata al padre e non a Cristo, andando contro ogni logica e violentando quanto è scritto.
    Per noi entrambi i versi sono complementari, non diamo più importanza ad uno rispetto ad un altro, ma li accettiamo entrambi alla stessa maniera, ecco perchè non abbiamo alcun problema nell'accettare il Cristo come il nostro Dio e il nostro Signore e allo stesso tempo accettiamo che egli sia il vero figlio unigenito di Dio padre, il fatto che egli sia "il figlio di Dio" non intacca minimamente il fatto che egli sia anche Dio, proprio perchè ne è figlio, egli è naturalmente Dio come suo padre, esattamente come io sono realmente uomo come lo è mio padre, la parola "figlio" non fa altro che confermare anche il suo essere Dio.

    Ciao

    [Modificato da amico di oreste 29/12/2009 08:12]
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    barnabino
    Post: 1.038
    Sesso: Maschile
    00 29/12/2009 09:39
    Caro ADO,


    non abbiamo alcun problema nell'accettare il Cristo come il nostro Dio e il nostro Signore



    Neppure noi, dove sarebbe il problema? Semmai qui abbiamo un problema di sabellinesimo, se "ho theos" è il Dio dei Giudei (quello che Gesù chiamo il "Dio mio e il Dio vostro") avremmo Tommaso che identifica la persona di Gesù con quella di Geova. Ora, immaginare che per un ebreo Geova si sia fatto una passeggiatina per Gerusalemme è impensabile, allora, se leggiamo davvero "ho theos" occorre capire in che senso un ebreo poteva dire ad un essere diverso da Geova che era Geova.


    e allo stesso tempo accettiamo che egli sia il vero figlio unigenito di Dio padre



    Anche noi, dove è il problema? Solo che noi diamo a questa frase un senso biblico, Scritturale, e tu un senso naturale, un senso che dobbiamo ancora capire come emerga delle scritture che parlano della figliazione divina non certo in questo senso. Tu fai una scelta esegetica, ma non è la sola, né la più logica o aderente alle Scritture.

    Shalom
    [Modificato da barnabino 29/12/2009 09:43]
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