00 16/02/2010 20:58
Questa idea dell’unità composita è asserita dal prof. Vilardo (Avventisti del Settimo Giorno) che arriva a trarre le sue conclusioni analizzando Dt 6:4, che lui stesso traduce: “Ascolta Israele: Jahvè nostro Dio è Jahvè uno”. E fa notare che qui “uno” è nel testo ebraico non יְחִיד (yachìd), unico, ma אֶחָד (echàd), “uno”.  Il suo commento è: “In questo versetto è espresso palesemente il concetto dell’unità di diverse entità personali”. Ammesso e non concesso che sia così, domandiamo: quante “entità personali”? Due? Tre? Di più? Vogliamo dire che anche se così fosse, da ciò alla trinità non si arriverebbe. Si parla di יהוה (Yhvh) e solo di lui. Comunque, la sua conclusione è che “la divinità è una unità composta”.    Che dire? Che non è così. E lo dimostriamo con la Bibbia.   In Gn 42:19 si legge: “Uno di voi fratelli resti qui”. La parola tradotta “uno” è proprio אֶחָד (echàd), ed è applicata ad un uomo. Rammentiamo le stesse parole del prof. Vilardo: “Se diciamo ‘un uomo’, l’aggettivo ‘uno’ esprime l’idea di unità semplice”. Qui, secondo lui, la Bibbia dovrebbe usare יְחִיד (yachìd), “uno” nel senso di indivisibile (sempre secondo lo studioso). La Bibbia lo smentisce. Le “diverse entità personali”  che dovrebbero essere contenute nella parola אֶחָד (echàd), qui dove mai si possono rintracciare, dato che si tratta di un solo uomo? Dobbiamo forse assurdamente supporre che l’uomo, dopo il peccato, sia un essere trinitario? A quest’assurda conclusione si dovrebbe arrivare sulla base di Gn 3:22, in cui Dio dice, dopo che l’uomo ha peccato: “Ecco, l'uomo è diventato come uno [אַחַד (echàd)] di noi”; anche qui, stando al Vilardo, אַחַד (echàd) dovrebbe avrebbe avere lo stesso significato che lui attribuisce alla stessa parola riferita a Dio in Dt 6:4. Ma non è così.     Se ancora non bastasse, si legga Zc 14:9: “Il Signore sarà re di tutta la terra; in quel giorno il Signore sarà l'unico [אַחַד (echàd] e unico [אַחַד (echàd] sarà il suo nome”. Anche qui si usa la parola אַחַד (echàd), che – stando allo studioso – dovrebbe denotare un’unità composita. Ma se Dio era ed è già אַחַד (echàd), come afferma Dt 6:4, come può dirsi che lo diventerà? Evidentemente il senso di אַחַד (echàd) è proprio quello di “uno” nel senso di “unico”. Dt afferma che Dio è l’“unico” (אַחַד, echàd) Dio, ma ancor oggi moltissime persone adorano falsi dèi e nominano altri nomi divini; verrà però il giorno in cui “il Signore sarà re di tutta la terra” e per tuttiil Signore sarà l'unico [אַחַד (echàd] e unico [אַחַד (echàd] sarà il suo nome”. Il vocabolo אַחַד (echàd) significa quindi uno e uno solo, proprio come in Sl 14:3: “Non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno [אַחַד (echàd]”.   Se si vuole rintracciare la base della trinità non la si troverà nella parola ebraica אַחַד (echàd) né in tutta la Scrittura. La dottrina trinitaria affonda le sue radici nel paganesimo.