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4. DIO ABITAVA NEL TEMPIO E CONTEMPORANEAMENTE NEI CIELI?

Un altro segno, nell’Antico Testamento, della pluralità di un Dio unico è la sua presenza “fisica” sulla Terra di un Dio che non può essere contenuto nemmeno dai cieli. Questa presenza si è verificata in modo non occasionale durante l’Esodo, quando Dio si manifestava nascosto in una nuvola durante il giorno e in una colonna di fuoco durante la notte (Esodo 13:21-22; 40:34-38). Presenza tangibile anche quando Dio prese visibilmente dimora nel tempio costruito da Salomone, il quale si rese ben conto che qualcosa gli sfuggiva: «Salomone disse “[...] Ho costruito per te un tempio maestoso, un luogo dove tu abiterai per sempre!» [...] «Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli ed i cieli dei cieli non ti possono contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita! Tuttavia [...] siano i tuoi occhi aperti notte e giorno su questa casa, sul luogo di cui dicesti: Qui sarà il mio nome» (1Re 8:13; 8:27-29).
Chi aveva riflettuto sulla “unità misteriosa” di un Dio che era presente sulla Terra dentro un tempio e, al tempo stesso, rimaneva insediato nel suo trono celeste (Isaia 6), era preparato ad accettare un Dio presente nei cieli e, al tempo stesso, presente come incarnato sulla Terra. Parallelismo giustificato dalla identificazione che Gesù fa fra se stesso e il tempio (Giovanni 2:18-22).



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