00 19/03/2010 01:55

Leggo che degli ignoranti dicono che la maggioranza dei tdg é ignorante



"Ignorante è chi l'ignorante fa, Signore". Direbbe qualcuno. [SM=g27987]


non ha le basi scolastiche per poter capire che il tempo é legato allo spazio



E' un concetto abbastanza semplice o forse intendono capirlo attraverso un risultato matematico? Ma sarebbe interessante sentir lor signori intanto che definizione danno di "tempo".


che se Egli lo ha creato, non gli puó appartenere,



Anche questo concetto è un'inferenza corretta e abbastanza semplice da afferrare.


che se non ha tempo, tutto é un eterno presente, proprio come significa il suo nome, che crea dal nulla, ma genera dall' eternità



Questo invece è a mio avviso un errore concettuale dettato dalla presunzione di poter comprendere, anche solo a livello immaginario, cosa significhi la proposizione "al di là del tempo".
Se la prima inferenza è abbastanza ovvia, ovvero che la nostra esperienza fenomenica leghi il concetto di tempo che esperiamo allo spazio in modo indissolubile, la seconda, che apparentemente ne deriva, è un'ipotesi che non trova sostegno logico ed abbandona le certezze fisiche della prima poiché si spinge in un sistema di riferimento neanche lontanamente immaginabile.

Cosa potrebbe mai significare, anche solo concettualmente che in assenza del continuum spazio-tempo tutto "è un eterno presente"? Chiedo a chi vanta questa "certezza metafisica" di cercare di spiegarmi cosa sia il "presente" in questo universo, dirmi se esiste e se è per noi percepibile.
La difficoltà nel rispondere a queste banali considerazioni dovrebbe sottolineare la presunzione ancor più assurda di poter derdurne una benché minima idea concreta di cosa significhi "eterno presente" confermata dal semplicissimo fatto che usiamo impropriamente un termine temporale, con grande difficoltà di applicazione persino nella nostra realtà fenomenica, per descrivere un sistema a-temporale: quale inferenza dovrei trarne se non l'evidenza del mio stato d'impossibilità cognitiva rispetto a ciò che tento d'indagare?

Ma tutto ciò non dovrebbe affatto sorprenderci poiché lo strumento col quale uso il mio intelletto è limitato da un raziocinio che è frutto ed è immerso nel continuum spazio-tempo senza possibilità di esserne avulso. Non possedendo un'intelligenza creativa, bensì associativa, non posso quindi spingermi nè afferrare concetti che sono al di là di ciò che esperisco.
Non per nulla quando ci viene spiegato qualcosa che appartiene alla realtà "fenomenica" del reame spirituale Dio è costretto ad usare metafore o antropomorfismi per renderci almeno un'idea di ciò che sta descrivendo: per comprendere qualche concetto spirituale abbiamo bisogno di una Rivelazione.

Per comprendere la difficoltà di immaginare un sistema a-temporale domando: Cosa "accade" sotto la costante di Planck? Cosa vuol dire "interazione" senza particelle elementari che compongono la materia? Come si fa a descrivere una "azione" o in cosa consiste un "evento" in un sistema di riferimento al di là del continuum spazio-tempo? In ultimo, come si fanno a vantare certezze metafisiche? E se esistesse una sorta di meta-tempo?

Ignorare è un atteggiamento statico e passivo come il voler acriticamente presumere. L'indeterminazione e il non essere dogmatici è invece l'atteggiamento positivo verso la conoscenza.

In sintesi: Dio è al di fuori del tempo così come da noi esperito? Sì. Si può desumere da questa evidenza qualche certezza su cosa significhi esistere in un sistema di riferimento a-temporale? No.

Inizio delle congetture, fine delle congetture per impossibilità cognitiva intrinseca.


e che per i TdG Geova è un "Dio limitato".



Io credo che questi signori non comprendano bene neanche la profondità delle complesse questioni che si apprestano a discettare con così irriverente disinvoltura, ma per amor dell'argomento: Definire "limitato". Limitato da quale punto di vista? Il nostro?
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal