00 19/03/2010 17:05

"La mia anima aspira a conoscere questo enigma terribilmente imbrogliato e prega Dio di illuminarlo, assicurandolo che il suo interesse per il problema non proviene da vana curiosita. Io ti confesso, o Signore, di ignorare ancora che cosa sia il tempo."



Questa dichiarazione di Agostino è l'umiltà che ritengo corretta verso un problema che esula dalle nostre limitate capacità cognitive.

Con tutto il rispetto per il pensiero di Bergson prima e Agostino dopo, mi sembra che il carattere principale della questione rimanga irrisolto. Il primo critica la relatività generale che ormai sappiamo invece confermata dai fatti. Il secondo si lancia in ipotesi la cui somma evidenza ho esposto nel quotato.

Qualsiasi tentativo di spiegare l'origine, sia scientificamente con la fisica o altre congetture, non può arrivare oltre il limite temporale della costante di Planck. Oltre quel limite non abbiamo idea di cosa accada né abbiamo termini appropriati per descrivere qualcosa che va oltre il nostro orizzonte cognitivo.

Con questi limiti in mente figuriamoci se riusciamo ad immaginare la differenza tra creato e generato in assenza di tempo. Già è un errore usare termini che definiscono un evento: poiché che cos'è un evento in assenza di tempo?
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal