00 21/03/2010 12:21
Se il "paziente", o chi ne fa le veci, decidesse di volere la trasfusione - (perchè si deve firmare per il consenso alla trasfusione!) - il medico o il paramedico eserciterà la sua professione, facendo secondo la volontà del "paziente".
Non serve a nulla non praticare la trasfusione a chi non condivide il principio biblico di astenersene.

Ho messo la parola "paziente" tra virgolette, proprio perchè non è più il termine col quale si chiamano gli "utenti" o "clienti" dell'ospedale.
Una volta, quando era il medico a decidere per noi, il termine "paziente" era appropriato, in quanto dovevamo sottostare al volere del chirurgo.
Nell'era del "consenso informato" e del diritto del malato, è l'individuo a decidere se accettare o meno un determinato trattamento o intervento. Dnq, il paziente non deve più fare "il paziente", ma sarà un cliente del medico o dell'ospedale, al quale si farà ciò che ha deciso il cliente per se stesso.

Walter Simoni

walter.simoni@yahoo.it