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2. I SALMI DI DAVIDE 22 E 23 COME “PONTE” FRA GIOBBE E GESÙ.

Il Salmo 23 è il più conosciuto ed amato: «Jahvè è il mio pastore: nulla mi manca … Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei male alcuno, perché tu sei con me … Certo, beni e bontà mi accompagneranno tutti i giorni della mia vita». È un Salmo scritto da Davide, che spesso sperimentò la presenza vittoriosa di Dio, a cominciare da quando affrontò e sconfisse Golia (1Samuele 17). Anche nella vita del “Figlio di Davide” Gesù si è manifestato ciò che esprime il Salmo 23, infatti Gesù disse al Padre: «Tu mi esaudisci sempre» (Giovanni 11:42).
Davide ha scritto pure il Salmo che precede il 23, cioè il 22, che nella sua prima parte sembra che dica il contrario del 23: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito, Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi, e anche di notte, senza interruzione … Chiunque mi vede si fa beffe di me … Tu m’hai posto nella polvere della morte. Poiché cani mi hanno circondato; una folla mi malfattori m’ha attorniato; mi hanno forato le mani e i piedi…» (vv. 1-16). Notoriamente anche il Salmo 22 ha a che fare col “Figlio di Davide” Gesù, che sulla croce (Matteo 27:46) «gridò a gran voce» proprio quell’inizio del Salmo 22 che ne costituiva anche il titolo; ricordare il titolo fu come ricordare l’intero Salmo 22 che, nella seconda parte, descrive il soccorso di Dio dopo la prova: «Tu mi risponderai liberandomi dalle corna dei bufali. Io annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea» (vv. 21-22).
Insomma, come Davide si trovò a volte nella disperazione, ma poi fu soccorso, così il “Figlio di Davide” Gesù sperimentò l’abbandono di Dio, che però fu solo per un momento. Gesù è stato dunque anticipato da Davide, ma Davide a sua volta è stato anticipato da Giobbe, perché i capp. 29 e 30 sembra quasi che siano stati per Davide una fonte di ispirazione. In Giobbe, però, la posizione è invertita, perché è il cap. 29 ad ispirarsi al Salmo 23.



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