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4. IL DRAMMA DI GIOBBE NEL VEDERE IL TRIONFO DEL MALE (CAP. 30).

Giobbe 30: «Ora servo da zimbello ai più giovani di me, i cui padri non avrei reputato degni di stare fra i cani del mio gregge … gente da nulla, razza senza nome, cacciata via dal paese a bastonate. Ora io sono il tema delle loro canzoni … non si trattengono dallo sputarmi in faccia … Questa gentaglia insorge … per distruggermi … Il mio onore è portato via come dal vento … Dio mi ha gettato nel fango … io grido a te, ma tu non mi rispondi; ti sto davanti, ma tu non mi consideri! Ti sei mutato in nemico crudele contro di me … tu mi conduci alla morte».
Dio, insomma, sembra alleato dei malvagi e degli uomini da nulla, mentre alle persone rette come Giobbe è portato via anche l’onore, cioè un bene che per lui dovrebbe essere stato più prezioso della vita stessa. Il Dio di Noè, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, non fece finire così la vita di Giobbe, che dopo essere stato considerato ormai come morto, sperimentò una specie di risurrezione.



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