00 13/06/2010 17:42
I TRE GIORNI
pavel43, 09/06/2010 11.41:

Stavo rileggendo da Pietro 1:

[10] Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta.

[11] Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà,

[12] attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!

[13] E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.

E… chi rivivrà vedrà!




Quello che rimprovero a Pietro è il suo troppo aver sintetizzato,
delle precedenti discussioni che aveva certamente tenuto con i fratelli, e di cui in tale lettera ne fa come rammemoratore un surrogato.

Ma poi a ripensarsi, forse che non è proprio lo spirito santo a volerlo voluto?


1) Dapprima si citano dei cieli e terra del passato che mediante la parola di Dio e mediante l'acqua in essi, furono giudicati di morte gli uomini malvagi di allora.

2) In base a questo presupposto, ci dice che mediante i cieli e terra di ora e il fuoco, saranno giudicati gli empi che saranno nel futuro.


La distinzione tra I cieli di ieri e i cieli di ora, cioè presenti del suo tempo, pone che non userà quelli di ieri.

Eppure non sono sempre li stessi??
Evidentemente pone una distinzione basata sul fatto che ieri l'habitat della terra era diverso.


Dunque dopo aver descritto due cataclismi, uno di ieri e uno futuro di domani,poi discute che i cieli saranno dissolti o che saranno sciolti; e che la terra e le sue opere saranno distrutte o arse.

Non mi trovo daccordo con il termine distrutte, ma piuttosto arse.

Poichè che la terra e le sue opere vengano arse, non significa che venga distrutta come pianeta, e nemmeno venga arsa l'intera terra, tuttalpiù è una visione generale.

I cieli che sibilano, sono un fenomeno reale, o che si arrotolano, poichè è un fenomeno che sembra così quando vi sono violenti fenomeni vulcanici.

Qui mi fermo per far osservare che diversi qui vi vedono che i cieli e terra sarebbero quelli simbolici.

Nella mia veduta personale, ho iniziato a escluderlo nel momento che Pietro fa il paragone di modello con il diluvio per esprimere come concetto lo stesso mezzo di giudizio, e che Dio userà per ottenere lo scopo.

D'altra parte, il fenomeno atteso è una incognita che l'umanità poteva provare comunque a prescindere dalla volontà di Dio.

Pertanto trovavo assurdo l'idea che i cieli e terra, come elementi politici fossero usati per giudicare gli empi, in pratica se stessi.

Però riservavo ancora questo intendimento non letterale della terra e dei cieli, riguardo l'espressione, " che i cieli passeranno sibilanti e la terra sarà arsa".

Ma a oggi non più, anche perchè la specificità di scrivere sibilanti proprio me lo esclude.

Eppoi le opere degli uomini nel loro aspetto negativo, non hanno certo bisogno dell'intervento di Dio per scoprirsi per quello che sono, cioè ingiuste e malvagie.
In conclusione è quanto mai ovvio che il fuoco con cui si riempieranno i cieli e la terra, ha lo scopo di porre fine alle opere malvagie degli uomini, e non quello di farle scoprire; e che pertanto visto che queste cose dovevano accadere, quanto era ed è veramente importante che i discepoli a cui scrive Pietro, dovevano essere persone che agivano con atti di condotta e opere di santa devozione.
Parole che vengono rivolte sopratutto a coloro che saranno trovati immacolati dal profetizzato giorno di giudizio

Per concludere Pietro ricorda alla maniera di un rammemoratore che " mille anni degli uomini sono come un giorno presso Dio, e che sempre presso Dio, un giorno degli uomini sono come mille anni"

Il che questo rispondeva alla domanda di quanto tempo poteva passare per la venuta dell'infuocato giudizio, come da lui profetizzato.

La regola posta in esame in rapporto alla finalità dell'intero proposito di Dio, che vorrebbe che tutti i cristiani si salvassero, poichè non desidera che alcuno di voi si distrutto, per questo è paziente verso di voi, perchè tutti voi giungano, pervengano al pentimento, al totale cambiamento Letteralmente " mutamento di pensiero".

Poi conclude la lettera alla lode di Gesù nel giorno dell'eternità.
Il giorno dell'eternità è il giorno della risurrezione, quindi la fine di questo sistema di cose, dopo il giorno che dura mille anni, e mille anni come un giorno avrebbero visto l'inizio del giorno di eternità nel fuoco dell'Apocalisse, e che corrisponde per i anti a un battesimo di fuoco, di cui hanno avuto caparra alla loro esistenza.

Rimane il quesito, di dove è che poteva mai venire applicata la regola "un giorno per mille e mille per un giorno".

Si comprende che detta regola è finalizzata, allorchè tutti i voi che sceglieranno di essere santi, giungano al loro completo "cambiamento di personalità" per essere salvati da questo battesimo di fuoco che è riservato custodito sulla terra per porre fine al malvagio.

Dunque la domanda: quale è quel giorno per qualsiasi santo che sarebbe vissuto nei millenni avvenire, che gli consente credibile e realizzabile tale cambiamento di personalità, tale crescita interiore?

Non dovevano essi "crescere nell'immeritata benignità e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo?" 2Pietro3:18.

Fu da questa domanda che applicai la regola ai giorni della morte di Cristo;come espressione della sua immeritata benignità che ci amò quando nessuno meritava la portata del suo gesto; e quindi a partire dalla data della sua morte.

Da qui arrivai ai primi due giorni millenari,
diremmo un Giovedì e Venerdì, poi Sabato di cui l'ultima ora, sarebbe l'ora dei dieci re, di 41,666, anni. 42 mesi vissuti anche come anni.

Fu da qui che aspettavo per l'anno ottenuto la nascita delle due bestie gemelle di rivelazione, a parte l'altra già presente.


Ora l'inizio ha coinciso, coinciderà il resto?.

Sono i tre giorni della durata di mille anni esatti, oppure sono all'incirca di mille anni?

Chi vivrà vedrà.

Saluti