00 17/04/2010 22:43
Già anche io parlo in italiano con ebrei italiani in Israele, ed esistono delle minoranze che parlano le loro lingue di provenienza. Altre lingue usate sono l’inglese che è materia di studio in quasi tutte le scuole, il russo, e sono relativamente diffuse anche altre lingue come francese, spagnolo, tedesco, polacco, ungherese, yiddish e questo non toglie il fatto che al di fuori della loro ristretta cerchia, coloro che parlano tali lingue sono costretti a conoscere e comunicare in ebraico (e questo accade anche a me!) per farsi comprendere dato che è la lingua ufficiale dello Stato israeliano e che i loro figli frequentando le scuole israeliane impareranno d'obbligo l'ebraico e la Bibbia ebraica. E' ciò che accade dal resto ovunque all'estero; coloro che emigrano da adulti avranno senz'altro difficoltà a comunicare nella lingua del luogo, ma non i loro figli o i loro nipoti. Non sono i cittadini di un Paese ad adottare la lingua di una altra nazione, ma gli immigrati che apprenderanno progressivamente la lingua del Paese in cui decidono di risiedere, a meno che rifiutandosi di adattarsi, decidano di comunicare a gesti o per mezzo di segnali di fumo con il resto della popolazione e le istituzioni.

Oggi l’ebraico è parlato da milioni di persone, viene utilizzato diffusamente ad ogni livello di comunicazione individuale e collettiva, nel mondo dell’economia, nell’esercito, nell’istruzione, nel mondo scientifico e accademico, nel commercio, nello sport e in ogni altro campo della vita sociale (tv inclusa). Non sono io che la faccio facile, ma tu che prendi delle eccezioni di minoranze disadattate e le assolutizzi.

Per il resto continui a ripetere le medesime cose, precedentemente confutate. Non sei un linguista, non conosci l'ebraico biblico, ne quello moderno, non vivi in Israele per cui non sai di che parli :-)
Io dico, invece di scrivere per "sentito dire", vieni in Israele, e poi ne riparleremo.
[Modificato da Topsy 17/04/2010 23:29]