00 16/04/2010 23:44
Caro Simon,


Per questo mi chiedevo, cosi' come il SUV o le griffes non sono italiano, cosa c'entra l'ebraico moderno con quello biblico?



Beh, saprai bene che l'ebraico è come Lazzaro (o lo stoccafisso, a chi piace!) nel senso che era una lingua praticamente morta, letteraria o religiosa, un pò come il nostro latino, che è stata risuscitata. Un caso direi unico, per quanto ne sappia, grazie alla Haskalà, un movimento illuminista che riteneva fosse necessario abbandonare lo yiddish per ritrovare la bellezza dell'ebraico biblico.

In teoria sarebbe stato possibile scrivere usando solo 8000 vocaboli, ma attenersi alla solo lingua biblica era una scommessa, anche perché, come detto, manca di alcune parole del vocabolario antico. Ho letto che ad esempio troviamo solo tre colori (bianco, nero o rosso) per cui le belle ragazze dei romanzi della Haskalà erano condannate ad avere capelli neri, pelle bianca come la neve e gote rosse!

In realtà molte parole moderne furono ricavate con delle circonlocuzioni, per esempio la cucina è la "casa di cottura" mentre la biblioteca la "casa dei libri", l'orologio un "indicatore di ore" ed il treno un "veicolo di ferro". Con il tempo però vennere "create" nuove parole, prendendole a prestito da fornti ebraiche di tutti i tempi (non solo la bibbia) o anche dall'arabo, lingua prossima all'ebraico. D'altronde oggi l'ebraico è una lingua parlata e come tale non è più cristallizzato ma come ogni altra lingua si evolve con calchi semantici da altre lingue o con parole che sono fusione di due parole ebaiche. Per esempio per il computer è usato il verbo "chashev" (calcolare) per "to compute".

Queste informazioni le ho prese, un pò riassunte a caso, da:

Mireille Hadas-Lebel, Storia della lingua ebraico, Giuntina

Shalom
[Modificato da barnabino 16/04/2010 23:47]
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