00 06/06/2010 15:58
Finito.

Il saggio è molto sobrio, ben scritto, fluido, tecnico e anche ricercato nell'esposizione come si nota, ad esempio, dall'uso del termine "polarizzazione" nella sua accezione scientifico-sociologica per descrivere una sorta di transizione di fase teologica causata da un ferale presuposto immanente.

Le numerose citazioni all'inizio mi hanno disturbato un poco, ma proseguendo nell'analisi e nell'ipotesi storica, le ho trovate assolutamente essenziali poiché, se da un lato si ha una sensazione di svilimento delle asserzioni dell'autore del saggio a causa della messa in ombra di quest'ultimo scalfendone il ruolo di indiscusso protagonista, dall'altro assurgono lentamente, ma sempre più con prepotente cognizione, a stilema di perfetta padronanza dell'argomento e fanno da vessillo alla competenza e alla padronanza tecnico-scientifica dell'autore sul tema in questione.

Ho solo un rimpianto e chiudo il libro non completamente appagato dalla lettura: non sono d'accordo sulle dichiarazioni finali per la divergenza di competenze tra il teologo e lo storico. Se stessimo analizzando una disputa teologica contemporanea sarei stato d'accordo con le asserzioni finali, ma il compito di uno storico, per di più laureato in Scienze bibliche, è anche quello d'indagare i processi che hanno portato ad una scelta teologica poiché ogni processo dello scibile umano che appartiene alla nostra storia è competenza dello storico fin quando non fa apologia per una tesi piuttosto che un'altra: la materia sulla quale s'indaga ha poca importanza: non è necessariamente un politico che analizza i processi statisti che hanno portato il mondo in una certa direzione, ma è lo storico a posteriori. Non è necessariamente un economista che analizza le ripercussioni di un'adozione di una certa filosofia sulla società, ma è lo storico a posteriori. Non è necessariamente un religioso che argomenta quali controversie e dispute abbiano diretto l'avanzare di un potere temporale nella concezione secolare, ma lo storico a posteriori. Ergo, il giudizio teologico in questo contesto non ha valore inibitorio in quanto non si cerca un giudizio, quello è stato già dato dai competenti in materia nel momento delle decisioni prese, bensì solo la causa, teologica o fenomenica, che abbia portato il protocollo del pedobattesimo. E dato che ciò è avvenuto secoli or sono non c'è ragione per non indagare storicamente e documentabilmente sulle dispute teologiche che hanno valorizzato o meno una certa comprensione e partorito o meno un certo protocollo liturgico e non c'è ragione nemmeno di esporre le proprie tesi professionali sul perché ciò è avvenuto.

Il giudizio quindi lo espone piuttoso l'analisi del Siracusa in postfazione e infatti è un giudizio non storico, bensì contemporaneo. Ma quando parliamo del primo secolo e comunità protocristiane il dovere dello storico è rispondere proprio a quelle domande che sono state poste e alle quali si è preferito far rispondere un teologo, come se esse fossero argomento contemporaneo e quindi non di competenza di uno storico. Avrei quindi voluto leggere maggiori approfondimenti sulla tesi proposta sulla valenza e sul peso della peste antonina che mi appare, ad una prima lettura, appena citata e offerta sul piatto valutativo con stupita leggerezza. Mi sarebbe piaciuto valutare anche un'eventuale documentazione o evidenza storica o di dibattito teologico che potesse portare valore probante a questa ipotesi. E avrei anche voluto leggere un maggior approfondimento sulla disputa teologica in merito all'accezione e comprensione del peccato originale per avere anche un quadro storico-teologico dove questi processi si sarebbero concatenati per l'adozione universale del pedobattesimo. Questi temi a mio modo di vedere non sono stati propriamente trattati, o meglio, non hanno avuto la rilevanza e lo spazio che mi sarei auspicato.

Più che una critica è il desiderio di un lettore che ha apprezzato questo lavoro così da aspirare ad un osare storico maggiore per gli elementi che sono stati forniti per l'interessante associazione di cause sul processo di accettazione della pratica del pedobattesimo.

I miei più vivi complimenti all'autore, quindi!
[Modificato da Methatron 06/06/2010 15:58]
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal