00 09/03/2011 18:14
mErA scrive:


In quanto ai malvagi, la fine assegnata loro dall'AT (Is 13:11) è la stessa di quella assegnata loro dal NT.
Non cerchiamo contrapposizione là dove non esiste.




Secondo la Bibbia ebraica i malvagi saranno puniti per le loro opere, su questo non ci sono dubbi e io non l'ho negato.
Il mio discorso era relativo alla fede e non alle opere.
Nel Vangelo di Giovanni Gesù afferma che per venire al Padre c'è bisogno di credere in Colui che il Padre ha mandato, e quindi proclamarsi seguace del Nazareno. Chi si rifiuta di farlo viene condannato. Dunque, seguendo questo concetto, tutte le persone che respingono i predicatori del Vangelo e rifiutano di credere in Gesù (anche se magari sono "brava gente") non avranno la vita eterna e anzi verranno giudicate nel giorno del giudizio (per voi è Armaghedon, per i cattolici è la diprartita dell'anima dopo la morte). La salvezza e la condanna si decidono in base alle credenze del singolo oltre che in base alle opere. Questo dice Giovanni e questo ribadisce Paolo.

Nelle Scritture ebraiche le cose stanno diversamente.
Le nazioni che andranno contro il popolo eletto verranno punite in modo molto severo, ma i semplici adoratori di false divinità che non credono nel Dio unico non saranno condannati a causa della loro fede.
Dovranno però imparare il vero modo di adorare a Gerusalemme tramite il popolo ebraico che illuminerà i popoli, e questa più che una punizione è un grande privilegio oltre che una prova di misericordia da parte di Hashem.


Se è vero che Isaia dice che ogni popolo e nazione e lingua salirà sul Monte di Yhwh, mi chiedo cosa accadrà a coloro che invece si rifiuteranno di farlo.



Alla luce delle parole dei Profeti è impossibile pensare che qualcuno vorrà rimanere nella propria idolatria quando verrà instaurato il Regno messianico sulla terra.
Geremia descrive il momento in cui Dio si rivelerà all'umanità intera e la reazione delle nazioni davanti a questo evento straordinario:

"A te verranno I popoli dalle estremità della terra e diranno: I nostri antenati ereditarono solo menzogne, vanità che non giovano a nulla. Può l’uomo fabbricarsi dèi? Ma questi non sono dèi" (Geremia 16:19-20).

E sempre Geremia predice che quando Dio stabilirà il "nuovo patto" alla fine dei tempi non ci sarà bisogno di convincere e predicare, ma: "Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: "Conoscete l'Eterno!", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande» (31:34).

E ancora, come dice Zaccaria: "Hashem sarà re su tutta la terra; in quel giorno ci sarà soltanto Hashem e soltanto il suo nome" (Zaccaria 14:9)
Ed è superfluo citare Sofonia e gli ultimi capitoli di Isaia.

In breve quello che voglio dire è che mentre per il Cristianesimo è essenziale aderire alla "vera dottrina", per il Tanakh le credenze dei pagani sono trattate in modo molto meno problematico.

Shalom.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it