00 11/03/2011 00:55

Nella cultura ebraica, che importanza ricopre il Nuovo Testamento?


Il Nuovo Testamento non rientra nel canone ebraico delle Scritture e non viene studiato nelle accademie rabbiniche.
E' spesso considerato quale documento importante per la ricostruzione della storia di una comunità religiosa nata dal Giudaismo, in modo non molto diverso dai libri di Enoch e da altri testi non canonici.


Secondo l'ottica giudaica, dalla sua lettura si evincono le medesime interpretazione teologiche proposte dal Cristianesimo maggioritario (ad es. Trinità; immortalità dell'anima; inferno; ecc)?


Quegli Ebrei che si cimentano nella lettura del Nuovo Testamento in modo aperto e serio arrivano ad elaborare interpretazioni molto diverse da quelle cristiane. Ci sono però ancora oggi dei rabbini che non conoscono il divario tra Vangelo e fede cristiano-cattolica e perciò parlano "a vanvera" su Gesù.

Tra gli autori Ebrei che conosco posso citare Pinchas Lapide, Leo Baeck e Jacob Neusner. Tutti e tre ovviamente negano che concetti quali la Trinità e simili facciano parte della dottrina neotestamentaria. Baeck addirittura "osò" riscrivere il Vangelo eliminando quelli che a suo parere sono elementi spurii, e facendo questo dichiarò di aver scoperto il vero Gesù, Ebreo come lui e osservante come lui. Conclusioni simili a quelle di alcuni rabbini di oggi, come Rabbi Riskin che da alcuni è stato erroneamente scambiato per un convertito al Cristianesimo.

Bisogna capire che quando un Ebreo colto legge il Vangelo il suo approccio è totalmente diverso rispetto a quello di un Cristiano.
L'Ebreo quando legge di "occhio buono e occhio cattivo", "lievito", "cattedra di Mosè", "Geenna", "amministrare la giustizia", "doglie di parto" e tanto altro si accorge di essere in un contesto del tutto familiare, con termini già noti ed insegnamenti già contemplati dagli antichi Maestri, per cui può interpretare tutti questi vari concetti secondo quanto ha già appreso.
I cosiddetti Padri della Chiesa invece non avevano questa essenziale conoscenza dell'Ebraismo e spesso interpretarono i termini tipicamente giudaici usati da Gesù alla luce della filosofia greca, e allo stesso modo oggi molta gente leggendo le parole del Nazareno pensa immediatamente alla dottrina cattolica.


La figura di Cristo, alla luce del NT, come viene intesa nel mondo ebraico?


Non esiste un parere ufficiale su Gesù di Nazareth, dato che questo personaggio non rientra nella fede ebraica.
Oggi molti credono che egli sia stato un giovane Rabbi vicino agli ambienti farisaici, quindi più o meno osservante in senso ortodosso.
Non si può negare però la vicinanza con concetti esseni e enochici che fanno pensare a una possibile provenienza di Gesù alle comunità di mistici e asceti (come Giovanni il Battista, sicuramente esseno).

Su Gesù esistono tante (troppe) ipotesi diverse e contraddittorie per cui questa figura rimane avvolta nel mistero e ancora oggi non si riesce a rispondere al suo interrogativo: "Voi chi dite che io sia?".

Shalom.
[Modificato da .:mErA:. 11/03/2011 00:58]
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