00 10/05/2011 19:08
Personalmente non capisco da cosa scaturisca questa forma di repulsione da parte della Chiesa Cattolica verso il Nome di Dio.

“Per far sì che la Parola di Dio, scritta nei sacri testi, possa essere conservata e trasmessa in modo integrale e fedele, ogni traduzione moderna del libro della Bibbia punta ad essere una trasposizione fedele ed accurata dei testi originali”, chiariscono gli autori della lettera.

“Un tale sforzo letterale richiede che il testo originale possa essere tradotto nel modo più integrale e accurato possibile, senza omissioni o aggiunte per quanto riguarda i contenuti, e senza introdurre glosse esplicative o parafrasi che non appartengono al testo sacro stesso. Per quanto riguarda il nome stesso di Dio, i traduttori devono usare il massimo di fedeltà e rispetto”.

Questa è una lampante contraddizione. Non è logico sforzarsi di mantare i testi della Bibbia il più conforme possibile agli originali sostituendo il Tetragramma. (Apocalisse 22:19)

La lettera ricorda diversi passaggi del Nuovo Testamento nel quale si mette in luce la natura divina di Gesù Cristo.

Quanto riportato sopra è un'ulteriore conferma della tesi che la nascita della dottrina della Trinità è prettamente legata al mancato uso del Nome Divino da parte dei cristiani post-apostolici.

“Evitare di pronunciare il tetragramma del nome di Dio da parte della Chiesa ha quindi i suoi fondamenti”, spiega il dicastero vaticano.

Non vi è fondamento alcuno!

“A parte i motivi di ordine meramente filologico, c'è anche quello di rimanere fedeli alla tradizione della Chiesa, dall'inizio, di non pronunciare mai il sacro tetragramma nel contesto cristiano e di non tradurlo in una delle lingue nelle quali la Bibbia è stata tradotta”.

Quindi, in ambito cattolico, la tradizione della Chiesa ha più importanza della Bibbia stessa.



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