00 19/05/2011 00:01
Re:

Sono l'autore del libro e quindi l'intervistato. Sono a disposizione per confermare passo per passo quello che ho detto.

Partiamo da Topolino: l'evento raccontato è vero, mio padre era anziano e se volete ricordo il nome del sorvegliante di circoscrizione che ha fatto il discorso (e che poi è diventato sorvegliante di distretto) quindi posso dirvelo. La cosa è andata così, sorvegliante e anziano erano convinti che fosse giusto buttare topolino. Non è successo a tutti? Ci credo. A me però è successo. A Prato se lo ricordano tutti quelli che c'erano al tempo.



Posso pensare che un sorvegliante e anziano abbia affermato qualcosa del genere, ma altro non era che un "consiglio" personale, per incoraggiare i genitori ad essere selettivi anche nella scelta dei fumetti da far leggere ai propri figli. In ogni caso, mai in nessuna delle sue pubblicazioni ufficiali, l'Organizzazione ha scritto formalmente che i figli dei testimoni di Geova non possano leggere i fumetti di Topolino.


Rispetto alle compagnie: ho raccontato dettagliatamente la mia storia, compresa l'amicizia con una bambina del mio palazzo, sia nel romanzo che nel mio blog. E' innegabile che sia alle elementari che poi - sempre di più - nelle scuole successive, mi sia stato fortemente sconsigliato di andare a giocare a casa dei compagni di classe. State forse dicendo che i bambini testimoni possono frequentare, fidanzarsi, fare amicizia con le persone del mondo?



La Bibbia consiglia di non aggiogarsi con gli increduli, poichè le compagnie, specie se "cattive", possono condizionare negativamente le buone abitudini impartite a fatica dai genitori cristiani ai propri figli.(1Co 15:33)
Cio' non significa che i cristiani debbano isolarsi o divenire asociali.
Tuttavia, se un genitore scegliera' di agire in maniera rigida, come hanno fatto i genitori dell'intervistato, sara' responsabilita' loro. Gesù insegno' ad essere equilibrati, evitando atteggiamenti farisaici o estremisti.


Il vino: mia madre non poteva chiedere a mio padre di andare a prenderlo, in altre famiglie non sono così radicali. Mia madre non poteva dare ordini diretti a mio padre. Eppure alle donne viene insegnata la sottomissione, "il capo della donna è l'uomo". Non capisco che cosa mi si contesti. Le sorelle possono diventare anziani? Le sorelle possono tenere un discorso dal podio? Le riviste non dicono che una nave - la famiglia - non può avere due timoni e quindi che il marito prende le decisioni?



Credo che qui si faccia un po' di confusione, poichè quando la Bibbia dice che il capo della donna è l'uomo, e che la donna è sottomessa all'uomo, cio' non significa che una moglie debba rinunciare a bere vino perchè così ha deciso il suo "capo".
Gesù, e con lui anche la Congregazione cristiana mondiale dei Testimoni di Geova, raccomanda ai mariti di amare le proprie mogli come se stessi, proprio come Gesù fu disposto a cedere la propria vita per la sua Sposa spirituale (la Chiesa), allo stesso modo i mariti cristiani devono amare la propria moglie come il proprio corpo, avendone cura, trattandole con tenerezza, rispetto, come un vaso fragile e prezioso.

Essere "capo" non significa essere "padrone". Essere capo vuol dire saper dirigere la propria famiglia, rispettando i ruoli di ciascuno e provvedendo amorevolmente alla propria famiglia, proprio come ci si aspetta da un "capo", un "responsabile", colui che guida.

Il discorso poi delle sorelle che non possono insegnare nella Congregazione, non è discriminatorio (e chi è cristiano lo sa bene!)
Gli Apostoli hanno ritenuto opportuno che si assegnassero ruoli nella congregazione cristiana in maniera ordinata. La donna nella concezione cristiana non è inferiore, ma è tenuta in alta considerazione. (Leggi Proverbi cap.31)


Non ho mai descritto i testimoni come illetterati. Nonostante questo c'è un discorso di una assemblea in cui un membro del corpo direttivo sconsiglia vivamente il frequentare l'università.



Ha detto bene: "sconsiglia!", il che è diverso da "obbliga", "costringe",...
Ci sono tanti testimoni laureati. Io stesso sono laureato. In quanto tale, oggi, se mio figlio o un amico mi chiedessero un consiglio al riguardo, con tutta onesta' mi sentirei di raccomandargli la scuola superiore, dopo di che imparare un mestiere, un lavoro per la vita.
I consigli... restano consigli. Ciascuno poi decidera' in cuor suo cosa fare.


Si entra nelle sette in momenti di bisogno, lo confermo. Non vuol dire che tutti i tdg hanno bisogno. Vuol dire che c'è un meccanismo mentale per il quale quando si attraversa un momento difficile serve la religione. Non si va a predicare ripetutamente perché "le situazioni delle persone possono essere cambiate"?



1) Sta solo testimoniando la sua esperienza strettamente personale, che non riguarda milioni di altri testimoni di Geova.
2) I testimoni di Geova non sono una setta, ma sono una denominazione religiosa cristiana legalmente riconosciuta dallo Stato italiano!
3) Non tutti i tdG sono divenuti tali perchè presi in un "momento difficile". Milioni lo sono diventati perchè hanno studiato le Scritture ed hanno accettato come attendibile la dottrina insegnata dai tdG.
E' anche vero che, quando si è particolarmente provati, si è più sensibili al messaggio biblico, perchè la Bibbia offre speranza e conforto. Ma una cosa è la sensibilita' spirituale più accentuata a seguito delle vicissitudini della vita, altra cosa è l'annebbiamento mentale che puo' indurre a prendere la decisione di aderire a un movimento religioso per "debolezza". Ebbene, non credo che si diventi tdG per "debolezza". Semmai dovesse accadere, difficilmente si potra' rimanere tdG in una condizione del genere. I tdG devono essere in grado di saper decidere da soli, siano essi giovani che adulti.


Infine, a chi mi accusa di fare la vittima: io non faccio la vittima di niente. Racconto una storia, la mia storia. Non ho paura del confronto perché io c'ero, l'ho vissuta e me la ricordo. Mio padre è sempre stato un anziano punto di riferimento, trasferito nelle congregazioni dove c'è più bisogno, da giovane è stato sorvegliante viaggiante, con mia madre è stato pioniere speciale. E' ancora anziano. Se è un "problema circoscritto nell'ambito della mia famiglia" perché mio padre è sempre stato un punto di riferimento per la congregazione? Perché è sempre stato considerato spirituale e da imitare e non è stato in qualche modo limitato?



Appunto: è un caso personale!
Non siamo chiamati a giudicare nè lei nè suo padre. Probabilmente suo padre ha agito in maniera rigida, per timore di non riuscire, o perchè non ha saputo trovare il giusto equilibrio. Puo' dipendere anche dal proprio redagio culturale, dall'ambiente in cui è vissuto, dall'educazione ricevuta dai propri genitori...
Il fatto che abbia agito rigidamente per salvaguardare la propria famiglia, da un lato puo' essere protettivo, ma dall'altro puo' risultare deleterio.
Se per timore che un passerotto mi scappi dalle mani non posso stringerlo forte forte tra le mie mani: rischio di spezzagli le ali o addirittura di ucciderlo, involontariamente!
L'Organizzazione dei tdG ha sempre predicato l'equilibrio, Ciascuno poi raccoglie cio' che semina!


Ancora una cosa: io non nutro rancore verso nessuno, neanche verso i miei genitori. Anzi il fatto che loro mi abbiano dato questa educazione fa di me quello che sono e sono piuttosto contento di quello che sono. Ma ciò non toglie che la loro rigidità religiosa sia eccessiva e sia assolutamente in linea con quella di tutte le famiglie "spirituali" che ho conosciuto.



Libero di pensarla come crede. Il concetto di famiglia "spirituale" non ha connotazione col sapere tutte le scritture a memoria, saper presentare bene le riviste in corso, o commentare a tutte le adunanze.
La persona "spirituale", oltre a fare queste cose, sa essere equilibrata in tutte le cose che fa. Sa prendere le giuste decisioni dopo aver pondrato, meditato sul da farsi. La spiritualita' ha a che fare con la coerenza tra cio' che si predica e cio' che si pratica, in armonia con gli insegnamenti cristiani!


Spero di aver risposto a tutto, altrimenti sono a disposizione per qualunque chiarimento.

Se qualcuno di voi vuole argomentare sul mio blog sono disponibile a pubblicare integralmente e senza censura - anche in forma anonima - le vostre argomentazioni sul mio blog, limitandomi chiaramente a dare le mie risposte nei commenti.



Grazie per aver condiviso la sua esperienza con noi. Ho imparato ulteriormente quanto sia necessario saper assolvere il difficile ruolo di genitore cristiano!


Shalom
biblista