Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

La disassociazione

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    Walter.Simoni
    Post: 731
    Sesso: Maschile
    00 02/06/2009 19:23
    la disassociazione
    E' risaputo che nella Congregazione dei TdG viene applicata la disassociazione (alias: scomunica).
    Questa forma disciplinare è giudicata dagli ex tdG e da alcuni sociologi come regime totalitario, strumento di potere sugli aderenti che ne limita la libera espressione del pensiero e ne condiziona coscienza e comportamento.
    Per molti, questa forma disciplinare è ostracismo, minaccia alla vita e alla mente dell'individuo.
    Nei nostri giorni, pratiche come la disassociazione, appaiono come una forma di controllo mentale, di coercizione.

    Come giustificano i tdG tale pratica? E soprattutto: in cosa consiste la disassociazione praticata dai tdG?

    Walter Simoni

    walter.simoni@yahoo.it
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    Roberto Carson
    Post: 5.668
    Città: AGORDO
    Età: 47
    Sesso: Maschile
    00 21/06/2009 19:41
    In sintonia con la domanda precedente, riceviamo questa ulteriore mail:

    Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
    di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
    in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
    ristabilimento spirituale.


    e-mail firmata.



    Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 28/10/2009 23:34
    Mi associo a coloro che hanno esposto le domande sopra riportate.
    Inoltre aggiungo: l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?



    Continuiamo a donare.

    http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

    http://www.youtube.com/watch?v=EqaSOpEF3mM
  • monseppe1
    00 29/10/2009 18:40
    Re:

    21/06/2009 19.41 (Carson)
    In sintonia con la domanda precedente, riceviamo questa ulteriore mail:

    Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
    di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
    in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
    ristabilimento spirituale.

    e-mail firmata.

    (Oreste), 28/10/2009 23.34:

    Mi associo a coloro che hanno esposto le domande sopra riportate.
    Inoltre aggiungo: l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?




    L'esercizio della disciplina è sempre qualcosa di doloroso. Non solo per chi la riceve, ma spesso pure per coloro che la devono applicare.

    Deviazioni passate di questo esercizio (inquisizioni), lo hanno reso ostico anche nelle circostanze nelle quali esso sia applicato correttamente e con la finalità di aiutare il disciplinato per il suo stesso bene.

    Esiste un termine: "Apologia di reato" che dovrebbe aiutare a comprendere dove esiste un "confine" oltre il quale, generalmente per il benessere comune di coloro che ne sono implicati, non sarebbe saggio andare.

    In tali casi, il provvedimento disciplinare, sia esso un rimprovero, una segnatura, o una disassociazione, diventa un doveroso, seppur sempre doloroso, passo necessario da compiere nell'interesse di coloro che stanno facendo ciò che è giusto o che stanno agendo secondo loro coscenza addestrata dalle scritture, affinché non ne ricevano i conseguenti danni (cause d'inciampo) specialmente a livello spirituale.

    Certo. Siamo uomini impertfetti.
    Certo. Esperienza insegna che non sempre coloro che sono stati insigniti dell'autorità per agire in tal senso (anziani) hanno agito con completa giustizia.

    Non per questo significa che sia da giudicare inoppotuno il provvedimento, in quanto tale, di riprensione, di segnatura, di disassociazione quando questo sia stato dovutamente ponderato alla luce delle scritture e quando siano state considerate tutte le possibili circostanze e rispettive responsabilità di tutti coloro che vi siano stati implicati.

    Fare di tutta l'erba un fascio, è errato, sia nel bene che nel male.
    Ogni singolo filo d'erba ha la sia personale storia e circostanza.

    Coloro che ci contrastano spesso usano i casi più sensibili che più direttamente toccano apetti intimi e personali, spesso emotivi, come appunto il sangue, la neutralità cristiana, il voto, i rapporti verso i disassociati stessi (rapporti, purtroppo, talvolta mal compresi nella loro finalità da alcuni fratelli).

    Dovremmo sempre imparare da Gesù, nel senso di mantenerlo come nostro modello in ogni circostanza. Quando Pietro gli si rivolse in modo tale da essere per Gesù una pietra di inciampo, la reazione del "Maestro" fu dura e seria, si potrebbe pure dire. "Pesante".

    (Matteo 16:22-23) ...Allora Pietro lo prese in disparte, e cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Sii benigno con te stesso, Signore; tu non avrai affatto questo [destino]”. 23 Ma egli, voltandogli le spalle, disse a Pietro: “Va dietro a me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”.

    (Marco 8:32-33) ...Ma Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo. 33 Egli si voltò e, guardati i suoi discepoli, rimproverò Pietro, dicendo: “Va dietro a me, Satana, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”.

    Pietro non era certo "cattivo", tantomeno diede tale consiglio con secondi fini. Certamente però imparò che il fare la volontà di Dio era sopra ad ogni senso di sentimento o di affetto personale.

    (Matteo 10:37-39) 37 Chi ha più affetto per padre o madre che per me non è degno di me; e chi ha più affetto per figlio o figlia che per me non è degno di me. 38 E chi non accetta il suo palo di tortura e non mi segue non è degno di me. 39 Chi avrà trovato la sua anima la perderà, e chi avrà perduto la sua anima per causa mia la troverà.

    L'argomento della disassociaccione è molto delicato. Parlarne senza che esso sia poi travisato o reso privo del suo effettivo significato di salvaguardia della congregazione e della Verità, non è da saggi.

    Considerarne invece con rispetto e con cognizione causa certi aspetti, scevri da finalizzati diversi scopi, è possibile, al fine di comrendere e di esercitare (questo vale sopratutto per gli anziani) nel limite della nostra imperfezione umana, la qualità dell'amore, che sempre dovrebbe motivare ogni azione che compiamo verstro il nostro prossimo e verso i nostri fratelli sopratutto.

    In parole povere, se non ci si trova di fronte a TUTTI i fatti che sono implicati in un caso, si rischia di travisare ciò che è amorevole disciplina con mancanza di amorevole benignità.

    Spero che si sappia fare queste importanti distinzioni.
    Mi esprimerò l'addove, secondo ciò che conosco, riterrò utile un mio commento. Proprio a motivo della delicatezza del tema, che spero sia sempre tenuto presente.
    Spero che sia compreso almeno questo aspetto.

    con ripetto.

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    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 29/10/2009 21:10
    Caro Monseppe1, ti ringrazio per la risposta che mi hai fornito. Tuttavia nel tuo lungo ed interessante post non ho trovato una base scritturale che giustifichi la disassociazione.

    Tu citi le sguenti scritture:

    (Matteo 16:22-23) ...Allora Pietro lo prese in disparte, e cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Sii benigno con te stesso, Signore; tu non avrai affatto questo [destino]”. 23 Ma egli, voltandogli le spalle, disse a Pietro: “Va dietro a me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”.

    (Marco 8:32-33) ...Ma Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo. 33 Egli si voltò e, guardati i suoi discepoli, rimproverò Pietro, dicendo: “Va dietro a me, Satana, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”.

    In questo passo Gesù sta rimproverando energeticamente e pubblicamente Pietro per il suo altruismo egoistico ha mostrato in quel caso, ma certamente Gesù in quel caso non disassociò mica Pietro!

    Disassociazione è uguale ad ostracismo, e non mi risultà che Gesù ostracizzò mai nessuno dei suoi discepoli.



    Continuiamo a donare.

    http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

    http://www.youtube.com/watch?v=EqaSOpEF3mM
  • monseppe1
    00 30/10/2009 00:56
    Re:
    (Oreste), 29/10/2009 21.10:

    Caro Monseppe1, ti ringrazio per la risposta che mi hai fornito. Tuttavia nel tuo lungo ed interessante post non ho trovato una base scritturale che giustifichi la disassociazione.

    Tu citi le sguenti scritture:

    (Matteo 16:22-23) ...Allora Pietro lo prese in disparte, e cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Sii benigno con te stesso, Signore; tu non avrai affatto questo [destino]”. 23 Ma egli, voltandogli le spalle, disse a Pietro: “Va dietro a me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”.

    (Marco 8:32-33) ...Ma Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo. 33 Egli si voltò e, guardati i suoi discepoli, rimproverò Pietro, dicendo: “Va dietro a me, Satana, perché non pensi i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”.

    In questo passo Gesù sta rimproverando energeticamente e pubblicamente Pietro per il suo altruismo egoistico ha mostrato in quel caso, ma certamente Gesù in quel caso non disassociò mica Pietro!

    Disassociazione è uguale ad ostracismo, e non mi risultà che Gesù ostracizzò mai nessuno dei suoi discepoli.




    Ancora non era stata neppure formato un qualcosa dal quale "disassociare".

    Le scritture riprotate, le ho messe per indicare che in quella circostanza Gesù si "dissociò" dal pensiero di Pietro.
    Voltandogli le spalle, manifestò il suo desiderio di non ascoltarlo, o di non condividerne il suggerimento.

    Dandogli del Satana, gli manifestò quanto fosse stato di inciampo per Gesù anche il solo ascoltare un tale consiglio.
    Infatti non stavo parlando di disassociazione.
    Piuttosto è l'attitudine che dovremmo avere verso coloro che cercassero di sviarci dai primari doveri Verso Dio.
    Condotta morale, predicazione, integrità, neutralità, onestà e quant'altro.

    Ho ricordato e ricordo che la "disassociazione" è argomento molto delicato. Occorre essere a conoscenza di tutti i fatti e chi vi è implicato prima di poter valutare se sia da aplicare o meno.

    Ho anche ricordato che usando solo argomenti generalizzati su questioni delicate come sangue, famiglia e altro, gli oppositori presentano sotto una luce distorta il provvedimento della disassociazione.
    Se mia madre fosse disassociata (è morta da 15 anni tranquilli) resterebbe sempre mia madre. Le ubbidirei in ciò che è giusto. Non sarebbe però più una mia "sorella". Sono situazioni molto difficili; mettono a dura prova la maturità cristiana.
    Talvolta alcuni sbagliano arrivando ad odiare la persona e non l'erorre. Geova parlò con Satana. Pure Gesù parlò con satana, ma erano certamente più spirituali di noi.

    Vorrei però evitare di addentrarmi sulla regolamentazione di questa materia (la disassociazione) in quanto è troppo legata ad ogni singola persona. Nessun caso di disassociazione può definirsi uguale ad un altro. Ogni caso va analizzato alla luce dei fatti, delle conseguenze, delle testimonianze e di tantissimi altri fattori.

    Qui dico solo che la disassociazione è una savaguardia per coloro che seguono giustamente gli insegnamenti della Bibbia. Salvaguarda da pericoli in senso spirituale.

    Devoto-Oli così la definisce:

    Il -gram-
    verbo transitivo (disassòcio, eccetera).
    -testo-
    Separare (da un gruppo o da un'intesa)
    rifl. Disdire il proprio assenso o la propria partecipazione.
    -etim-
    Composto di dis- (1) e associare.

    (c)1990, Casa Editrice Felice Le Monnier S.p.A., Firenzedizionario

    Mentre per Ostracismo riporta:

    -gram-
    sostantivo maschile
    -testo-
    1. Bando che colpiva, nell'antica Atene e nelle città che ne imitavano la costituzione, il cittadino ritenuto pericoloso per la sicurezza dello Stato; detto così dal frammento di terracotta (òstrakon) sul quale il nome del concittadino inviso veniva scritto da coloro che votavano nell'assemblea popolare.

    2. fig. Severa condanna da parte dell'opinione pubblica; clamorosa
    messa al bando da una comunità o da un ambiente: dare, fare, l'o.
    -etim-
    Dal greco ostrakismós, derivato di ostrakízo `infliggere
    l'ostracismo', da óstrakon `coccio, conchiglia'.
    (c)1990, Casa Editrice Felice Le Monnier S.p.A., Firenze

    Nota la diversità. è usato ostracismo quando è il pericolo che lo impone. Non ne sarebbe la regola. Purtroppo non sempre tutti fanno al dovuta distinzione.

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    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 30/10/2009 17:26
    Gentile Monseppe1,
    ti ringrazio per questa tua ulterire risposta. Ho apprezzato quanto hai scritto, ritengo che il tuo commento sia ben fatto e meditato, questa fa senz'altro di te una persona saggia.

    Però non ho ancora riscontrato una risposta diretta alle domande postate ad inizio della discussione. Provo a riproporle:

    Prima domanda:

    E' risaputo che nella Congregazione dei TdG viene applicata la disassociazione (alias: scomunica).
    Questa forma disciplinare è giudicata dagli ex tdG e da alcuni sociologi come regime totalitario, strumento di potere sugli aderenti che ne limita la libera espressione del pensiero e ne condiziona coscienza e comportamento.
    Per molti, questa forma disciplinare è ostracismo, minaccia alla vita e alla mente dell'individuo.
    Nei nostri giorni, pratiche come la disassociazione, appaiono come una forma di controllo mentale, di coercizione.

    Come giustificano i tdG tale pratica? E soprattutto: in cosa consiste la disassociazione praticata dai tdG?


    Seconda domanda:

    Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
    di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
    in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
    ristabilimento spirituale.


    Terza domanda:

    Mi associo a coloro che hanno esposto le domande sopra riportate.
    Inoltre aggiungo: l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?



    Continuiamo a donare.

    http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

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    (Gladio)
    Post: 210
    Sesso: Maschile
    00 30/10/2009 19:39
    Re:
    (Oreste), 30/10/2009 17.26:

    Gentile Monseppe1,
    ti ringrazio per questa tua ulterire risposta. Ho apprezzato quanto hai scritto, ritengo che il tuo commento sia ben fatto e meditato, questa fa senz'altro di te una persona saggia.

    Però non ho ancora riscontrato una risposta diretta alle domande postate ad inizio della discussione. Provo a riproporle:

    Prima domanda:

    E' risaputo che nella Congregazione dei TdG viene applicata la disassociazione (alias: scomunica).
    Questa forma disciplinare è giudicata dagli ex tdG e da alcuni sociologi come regime totalitario, strumento di potere sugli aderenti che ne limita la libera espressione del pensiero e ne condiziona coscienza e comportamento.
    Per molti, questa forma disciplinare è ostracismo, minaccia alla vita e alla mente dell'individuo.
    Nei nostri giorni, pratiche come la disassociazione, appaiono come una forma di controllo mentale, di coercizione.

    Come giustificano i tdG tale pratica? E soprattutto: in cosa consiste la disassociazione praticata dai tdG?


    Seconda domanda:

    Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
    di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
    in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
    ristabilimento spirituale.


    Terza domanda:

    Mi associo a coloro che hanno esposto le domande sopra riportate.
    Inoltre aggiungo: l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?




    Sulla disassociazione si dovrebbero spendere fiumi di parole e nonostante tutto parecchi non sarebbero daccordo.........

    Più che concentrarsi su questo provvedimento io approfondirei di + invece l'atteggiamento che ognuno di noi ha verso la disciplina,se la vede come una cosa utile,una coercizione ,se se ne riconoscono i benefici........

    I sistemi educativi spesso sono in contraddizione tra loro alcuni sono per la mano pesante.....altri per il dialogo altri ancora per l'indifferenza in quanto ognuno ha diritto di farsi la sua esperienza.

    A secondo dei casi però ci si comporta esattamente così........a un figlio puoi rimproverarlo con un sorriso ,che è più un incoraggiamento.......puoi disciplinarlo più energicamente con un sonoro rimprovero dove espliciti tutta la tua amarezza e delusione puoi anche a volte dargli un ceffone in casi estremi stando certo che uno schiaffo non lo renderà un decelebrato psicopatico autolesionista.......

    Il principio fondamentale alla base di tutto quello che ragola i rapporti umani e la disciplina in essi è .......l'amore.

    Solo il sincero interesse per il benessere della persona ti spinge a disciplinarlo se occorre..........ma il metodo educativo se non viene accettato dall'altra parte non sortisce alcun effetto.

    Tieni conto che questo provvedimento doloroso non è diretto solo alla persona a cui è rivolto ma è anche rivolto al gregge che si guarderà da quella stessa persona che può essere lievito corrompente in seno alla pace e all'armonia che dovrebbe regnare nel gregge.

    Poi è chiaro che ci sono anche risvolti dolorosi.......ma non pensare che chi è disassociato soffra solo lui........tutta la congregazione soffre se un membro viene disciplinato così duramente e ti assicuro che gli anziani a volte implorano e implorano ancora prima di applicare questo provvedimento.

    Chi viene disassociato e poi riassociato molto spesso ha più sdlancio di coloro che nn lo sono mai stati........certo ammettono che hanno sofferto ma ti assicuro che la congregazione e gli anziani anche in quel periodo sono stati capaci di non perderlo di vista e di fargli capire l'amore e l'affetto che proviamo per lui.

    SALUTI.

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    forum Testimoni di Geova




    Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
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    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 30/10/2009 19:45
    Ciao Gladio, ringrazio anche te per la tua risposta.

    Comunque, da quel che leggo dai post di Monseppe1 e di Gladio, mi è parso di capire che per la disassocizione non vi siano delle basi bibliche esplicite che la regolino, si tratta piuttosto di una direttiva interna nell'organizzazione dei TdG che serve a disciplinare e se il caso a recuparare il trasgressore pentito, o allontare definitivamente il peccatore inpenitente.



    Continuiamo a donare.

    http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

    http://www.youtube.com/watch?v=EqaSOpEF3mM
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    (SimonLeBon)
    Post: 861
    Città: PINEROLO
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    00 30/10/2009 22:31
    Re:
    (Oreste), 10/30/2009 5:26 PM:


    ...
    Prima domanda:

    E' risaputo che nella Congregazione dei TdG viene applicata la disassociazione (alias: scomunica).
    Questa forma disciplinare è giudicata dagli ex tdG e da alcuni sociologi come regime totalitario, strumento di potere sugli aderenti che ne limita la libera espressione del pensiero e ne condiziona coscienza e comportamento.
    Per molti, questa forma disciplinare è ostracismo, minaccia alla vita e alla mente dell'individuo.
    Nei nostri giorni, pratiche come la disassociazione, appaiono come una forma di controllo mentale, di coercizione.

    Come giustificano i tdG tale pratica? E soprattutto: in cosa consiste la disassociazione praticata dai tdG?

    ...



    In realtà le cose non stanno come tu le presenti. Tra i sociologi delle religioni in Italia uno dei piu' autorevoli è Massimo Introvigne. Egli ha trattato a piu' riprese questa pratica ritenendola del tutto normale, non solo tra i TdG ma anche tra tutti i movimenti religiosi moderni simili a loro.

    Il paragone che viene usato per spiegare la disassociazione è quello della "porta aperta" a chi desidera uscire dal movimento o chi pensa di poterlo cambiare introducendo pratiche individuali secondo i propri gusti.

    Il "mito" del "controllo mentale" e della "coercizione" fa in realtà a pugni con la pratica della "disassociazione". Se infatti i TdG fossero "controllati" o "costretti" non servirebbe affatto disassociarli. Se invece non lo sono, allora possono anche uscire dal movimento.

    Se vuoi inquadrare la realtà dei TdG italiani devi anche tenere conto del contesto in cui si pongono: sono generalmente ex-cattolici a cui era stata imposta la religione cattolica tramite il battesimo dei neonati, seguito da corsi di indottrinamento a livello di scuole elementari e medie.

    Non so se mi spiego?

    Simon
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    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 30/10/2009 22:51
    Ti ringrazio SimonLeBon per aver dato risposta alla prima domanda di inizio discussione.

    Passiamo alla seconda domanda:

    Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
    di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
    in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
    ristabilimento spirituale.



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  • EverLastingLife
    00 01/11/2009 19:25
    Re:
    (Oreste), 30/10/2009 22.51:

    Ti ringrazio SimonLeBon per aver dato risposta alla prima domanda di inizio discussione.

    Passiamo alla seconda domanda:

    Se si parla con un disassociato si commette un peccato? Io ritengo
    di no visto che gli anziani fanno questa cosa regolarmente. Il peccato
    in questo caso credo consista nel "parlare" con un fine diverso dal
    ristabilimento spirituale.




    Le indicazioni sono di non avere contatti 'non necessari' col disassociato. Gli anziani, fra parentesi, non sono in possesso di nessuna speciale licenza in proposito. Neanche essi hanno il permesso di frequentarlo, possono contattarlo solo, come probabilmente sai, con cadenza annuale, per verificare le sue eventuali intenzioni di essere riassociato.

    Modalità e misura con cui va applicato il comando di non avere a che fare con i disassociati dipendono in gran parte dalla coscienza individuale. Possiamo, naturalmente, porre vari casi nei quali tali contatti risultino inevitabili (ad esempio nelle questioni di famiglia o nei rapporti di lavoro), e inoltre l'amore cristiano può indurre, in circostanze eccezionali, ad una certa elasticità. Un esempio per tutti: se il disassociato subisce un lutto, è solo naturale che i suoi ex-fratelli si sentano spinti a fargli le condoglianze o ad essergli d'aiuto o di conforto in altri modi.

    Al di fuori delle eccezioni che la ragionevolezza e l'amore suggeriscono, e che non fanno torto alla coscienza, rimane vigente il comando di cui sopra. Questo significa che se è noto che un cristiano intrattiene rapporti con un disassociato senza averne alcuna necessità, egli deve essere consigliato, e se persiste in modo impenitente in tale condotta sarà a sua volta disciplinato.

    ELL



    [Modificato da EverLastingLife 01/11/2009 19:48]
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    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 01/11/2009 19:29
    Ti ringrazio EverLastingLife, davvero una bella risposta completa ed esaudiente. Mi piace molto il tuo modo di esporti, complimenti!

    Passo alla terza domanda:

    l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?



    Continuiamo a donare.

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  • EverLastingLife
    00 01/11/2009 19:32
    Re:
    (Oreste), 30/10/2009 19.45:

    Ciao Gladio, ringrazio anche te per la tua risposta.

    Comunque, da quel che leggo dai post di Monseppe1 e di Gladio, mi è parso di capire che per la disassocizione non vi siano delle basi bibliche esplicite che la regolino, si tratta piuttosto di una direttiva interna nell'organizzazione dei TdG che serve a disciplinare e se il caso a recuparare il trasgressore pentito, o allontare definitivamente il peccatore inpenitente.



    Le basi bibliche vi sono, eccome. Probabilmente saranno state esposte anche sopra (non ho il tempo di leggere tutto), ma ne riporto solo alcune:

    3 Giovanni 9-11: "Chiunque va avanti e non rimane nell'insegnamento del Cristo non ha Dio. Chi rimane in questo insegnamento è colui che ha il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle sue opere malvage."

    1 Corinti 5:11-13: "Ma ora vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo. Poiché spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro, mentre Dio giudica quelli di fuori? "Rimuovete l'[uomo] malvagio di fra voi""

    Romani 16:17,18: "Ora vi esorto, fratelli, a tenere d'occhio quelli che causano divisioni e occasioni d'inciampo contro l'insegnamento che avete imparato, ed evitateli. Poiché gli uomini di quella sorta non sono schiavi del nostro Signore Cristo, ma del loro proprio ventre; e con discorso blando e parlar complimentoso seducono i cuori dei semplici".

    ELL




    [Modificato da EverLastingLife 01/11/2009 19:49]
  • EverLastingLife
    00 01/11/2009 19:46
    Re:
    (Oreste), 01/11/2009 19.29:

    Ti ringrazio EverLastingLife, davvero una bella risposta completa ed esaudiente. Mi piace molto il tuo modo di esporti, complimenti!

    Passo alla terza domanda:

    l'ostracismo che viene applicato nei confronti dei disassociati non è in netta contraddizione con il puro amore insegnato dall'autentico e genuino Cristianesimo?




    Anzitutto non troverai mai il termine 'ostracismo', amatissimo dai nostri oppositori, nella letteratura dei testimoni di Geova; e anche nella Bibbia non viene mai usato in relazione alla pratica della disassociazione. Questo perché lo spirito di questo provvedimento, indubbiamente spiacevole, va esattamente nella direzione dell'amore che proclami.

    La disassociazione non è altro che una forma di disciplina, e come tale è parte integrante del vero cristianesimo. Non è in contraddizione con esso, così come una pena detentiva (carcere) o una multa per eccesso di velocità non sono in contraddizione con i principi di uno stato di diritto, e anzi contribuiscono a regolarlo in maniera efficace. Se la direzione di una scuola espellesse un alunno perché violento, sarebbe corretto parlare di 'ostracismo' o di 'violazione dei diritti umani'? Se un adolescente che non ha voglia di studiare venisse per questo disciplinato dai genitori, ad esempio con la sospensione della 'paghetta' o impedendogli di uscire a giocare a pallone con gli amici, potremmo forse dire che tale punizione sia crudele e contraria all'amore?

    L'espulsione dei peccatori impenitenti promuove l'amore verso le giuste leggi di Geova, verso la congregazione che ha il diritto di essere spiritualmente protetta dai chiunque si mostri intenzionato a corromperla, e verso il peccatore stesso, che potrebbe esserne indotto a ravvedersi e a tornare nella medesima.

    ELL
    [Modificato da EverLastingLife 01/11/2009 19:54]
  • OFFLINE
    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 01/11/2009 23:06
    Caro EverLastingLife, come al solito sei stato chiaro e persuasivo.
    Che dire... mi hai convinto!



    Continuiamo a donare.

    http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

    http://www.youtube.com/watch?v=EqaSOpEF3mM
  • Alex Giustino
    00 02/12/2009 11:35
    Leggendo i vari post (specie quelli di Oreste) mi viene una domanda/riflessione:

    E' indice di più amore cristiano dire che una persona è stata "consegnata a Satana"? (espressione biblica che si potrebbe ritenere riferita a quella che oggi noi TdG chiamiamo disassociazione)? E chiamare persone ancora suscettibili di pentimento "Progenie di vipere"?

    Il punto sta nel fatto che spesso si confonde l'atteggiamento cristiano con un generico irenismo che di biblico non ha proprio nulla (l'atteggiamento, in definitiva, molto New Age che molte confessioni cristiane hanno oggi...).

    Io parlo per esperienza personale: sono stato disassociato (ormai sono due anni dalla mia riassociazione) e se parlassi di "ostracismo" nei miei confronti sarei un bell'ipocrita.

    Poi, c'è anche da considerare l'atteggiamento del disassociato: io con uno che magari mi calunnia o mi osteggia ossessivamente non è che mi venga così voglia di intrattenere rapporti nè amichevoli, nè di altro genere (credimi, oreste, non vuole essere un riferimento a tuo padre, dato che è mancato e non potrebbe difendersi, e dato che non lo conoscevo e dunque non mi permetto di giudicarne i motivi...)
  • OFFLINE
    (Oreste)
    Post: 166
    Sesso: Maschile
    00 03/12/2009 00:37

    Poi, c'è anche da considerare l'atteggiamento del disassociato: io con uno che magari mi calunnia o mi osteggia ossessivamente non è che mi venga così voglia di intrattenere rapporti nè amichevoli, nè di altro genere (credimi, oreste, non vuole essere un riferimento a tuo padre, dato che è mancato e non potrebbe difendersi, e dato che non lo conoscevo e dunque non mi permetto di giudicarne i motivi...)



    Beh, su questo non posso far altro che darti ragione. Però tieni conto che tante volte dietro l'atteggiamento calunnioso, l'odio e il rancore, ci sono a monte delle motivazi. Non giustifico mai il risentimanto, ma purtroppo se esso arriva qualcosa lo ha provocato...



    Continuiamo a donare.

    http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM

    http://www.youtube.com/watch?v=EqaSOpEF3mM
  • Alex Giustino
    00 03/12/2009 11:26
    Re:
    (Oreste), 03/12/2009 0.37:


    Beh, su questo non posso far altro che darti ragione. Però tieni conto che tante volte dietro l'atteggiamento calunnioso, l'odio e il rancore, ci sono a monte delle motivazi. Non giustifico mai il risentimanto, ma purtroppo se esso arriva qualcosa lo ha provocato...



    Non metto in dubbio che possano esserci situazioni mal gestite, ma mi darai atto che molte critiche sono del tutto gratuite, e ti posso assicurare che spessissimo gli "apostati" mentono sapendo di mentire e dopo essere stati smentiti più volte.

  • ONLINE
    (SimonLeBon)
    Post: 861
    Città: PINEROLO
    Età: 53
    Sesso: Maschile
    00 05/12/2009 07:33
    Re: Re:
    Alex Giustino, 12/3/2009 11:26 AM:


    Non metto in dubbio che possano esserci situazioni mal gestite, ma mi darai atto che molte critiche sono del tutto gratuite, e ti posso assicurare che spessissimo gli "apostati" mentono sapendo di mentire e dopo essere stati smentiti più volte.



    Neanch'io conosco il caso, quindi generalizzo, con tutti i rischi.
    Quando vedi un predicatore che viene smentito, e quello invece di ammetterlo pacificamente cerco un altro pulpito da cui ripetere la medesima predica, cosa dovrebbe venirti in mente?

    A me due cose: una, non gli interessa sapere o conoscere la verità, due, ha invece molto interesse (oppure bisogno) di farsi sentire/ascoltare.

    Simon