Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

Domande per Amico Di Oreste

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    Walter.Simoni
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    00 04/01/2010 22:16
    sulla trinità

    1)Gesù incarnato era: a) solo uomo; b) solo Dio; c) Dio e Uomo ?

    2)Quando si parla di "Dio", ci si riferisce: a) a Padre, Figlio e Spirito; b) al Padre; c) al Figlio ?

    Grazie

    P.S.: gradirei che affiancassi le scritture che provano la tua asserzione.

    Walter Simoni

    walter.simoni@yahoo.it
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    pavel43
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    00 05/01/2010 15:58


    1)Gesù incarnato era: a) solo uomo; b) solo Dio; c) Dio e Uomo ?


    ADO saprà certamente argomentare da par suo. Io mi sento di risponderti così. Gesù…

    "riconcilia a se tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli (Col 1,20)."

    La riconciliazione comincia sulla terra ma si estende fino nei cieli.
    Se la “riconciliazione” delle cose che stanno sulla terra e nei cieli, passa attraverso Lui, accettando un sacrificio che pur passa attraverso la sua “carne”, operando in tal modo una “nuova creazione”, impossibile per me pensare ad una natura solamente umana, ma neppure unita ad una natura vagamente spirituale presente in Lui
    La risposta non può che essere Gesù era Dio e Uomo.
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    (SimonLeBon)
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    00 05/01/2010 17:55
    Re:
    pavel43, 1/5/2010 3:58 PM:



    1)Gesù incarnato era: a) solo uomo; b) solo Dio; c) Dio e Uomo ?


    ADO saprà certamente argomentare da par suo. Io mi sento di risponderti così. Gesù…

    "riconcilia a se tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli (Col 1,20)."

    La riconciliazione comincia sulla terra ma si estende fino nei cieli.
    Se la “riconciliazione” delle cose che stanno sulla terra e nei cieli, passa attraverso Lui, accettando un sacrificio che pur passa attraverso la sua “carne”, operando in tal modo una “nuova creazione”, impossibile per me pensare ad una natura solamente umana, ma neppure unita ad una natura vagamente spirituale presente in Lui
    La risposta non può che essere Gesù era Dio e Uomo.



    Cioè era due cose diverse in due posti diversi, ma allo stesso tempo?

    Simon
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    pavel43
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    00 05/01/2010 19:13


    Cioè era due cose diverse in due posti diversi, ma allo stesso tempo?


    Tu poni il problema della presenza di Dio in un luogo e in un tempo piuttosto che in un altro.
    Io penso sia importante leggere il messaggio di Paolo da cui forse potremmo ricavare utili indicazioni.
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    biblista
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    00 05/01/2010 20:52
    Re:
    pavel43, 05/01/2010 15.58:



    1)Gesù incarnato era: a) solo uomo; b) solo Dio; c) Dio e Uomo ?


    ADO saprà certamente argomentare da par suo. Io mi sento di risponderti così. Gesù… era Dio e Uomo.



    Non trovo la prova scritturale che Walter aveva chiesto, in ogni caso, vorrei proprio capire una cosa: ammesso che Gesù fosse davvero la seconda persona della trinità, e come tale in Cristo uomo era presenta anche il Gesù Dio: come si spiegano le scritture che incollo di seguito?

    1 Giov. 4:12 "Nessuno ha mai visto Dio"
    Giov. 1:18 "Nessun uomo ha mai visto Dio"
    Giov. 4:24 "Dio è uno Spirito"


    biblista




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    pavel43
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    00 05/01/2010 22:01



    Non trovo la prova scritturale che Walter aveva chiesto, in ogni caso, vorrei proprio capire una cosa: ammesso che Gesù fosse davvero la seconda persona della trinità, e come tale in Cristo uomo era presenta anche il Gesù Dio: come si spiegano le scritture che incollo di seguito?

    1 Giov. 4:12 "Nessuno ha mai visto Dio"
    Giov. 1:18 "Nessun uomo ha mai visto Dio"
    Giov. 4:24 "Dio è uno Spirito"


    Penso di aver risposto in modo congruo secondo quanto penso, mi auguro che altri sia in grado di soddisfare la richiesta di Walter.
    Non capisco il senso delle tue citazioni, peraltro sempre Giovanni dice che Dio si è manifestato nel suo unigenito Figlio
    1Giovanni 4,9
    In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui
    “…il Verbo ch'era dal principio presso a Dio, ed era Dio”
    Purtroppo non sarò neppure io a soddisfare il desiderio di citare il versetto della Bibbia che contiene la parola “Trinità”
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    (SimonLeBon)
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    00 07/01/2010 09:08
    Re:
    pavel43, 1/5/2010 7:13 PM:



    Cioè era due cose diverse in due posti diversi, ma allo stesso tempo?


    Tu poni il problema della presenza di Dio in un luogo e in un tempo piuttosto che in un altro.
    Io penso sia importante leggere il messaggio di Paolo da cui forse potremmo ricavare utili indicazioni.



    Secondo me è difficile trovare indicazioni in Paolo su questo tipo di ragionamenti. La novità rispetto all'AT sarebbe troppo sconvolgente.
    Nell'AT Dio non si puo' vedere faccia a faccia, è detto molto chiaramente.
    Per questo manda i suoi inviati (angeli) a rappresentarlo di fronte agli uomini.
    Ora qui dovremmo supporre che Dio si sia improvvisamente sbagliato e che adesso possa apparire in pubblico, senza alcun pericolo per il genere umano...
    E' solo uno dei tanti problemi.

    Simon
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    biblista
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    00 07/01/2010 10:32
    Re:
    pavel43, 05/01/2010 22.01:


    ...Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui “…il Verbo ch'era dal principio presso a Dio, ed era Dio”



    E' proprio così: DIO HA MANDATO IL SUO UNIGENITO FIGLIO,... il che è tutt'altra cosa che sostenere che Dio è sceso in terra e si è fatto uomo, vivendo tra gli uomini come uomo-dio!

    Che il Verbo venga definito Dio, ciò non significa che egli sia Il Dio (YHWH)incarnato. La Bibbia parla di coloro che sono mandati da Dio, e che lo rappresentano, come di déi: gli angeli sono déi, Gesù è dio, Mosè era dio, i giudici erano déi, titolo che non identifica il Dio uno e trino, come vuole la cultura monoteistica classica, ma nel linguaggio biblico assume il significato di potente, soprannaturale.

    Gesù era "l'Emmanuele" = "Dio con noi", non nel senso che YHWH si era incarnato in una figura d'uomo, pur restando Dio, ma Dio era presente tra gli uomini per mezzo del suo Figlio, suo principale rappresentante, e ci avrebbe fatto conoscere il Padre con l'intendimento, con le azioni che riflettevano le qualità del suo stesso Dio e Padre.

    Nessuno potrebbe vedere Dio e vivere! Nessuno!!!


    biblista



    [Modificato da biblista 07/01/2010 10:34]
  • amico di oreste
    00 07/01/2010 12:58
    Re: sulla trinità
    Walter.Simoni, 04/01/2010 22.16:


    1)Gesù incarnato era: a) solo uomo; b) solo Dio; c) Dio e Uomo ?

    2)Quando si parla di "Dio", ci si riferisce: a) a Padre, Figlio e Spirito; b) al Padre; c) al Figlio ?

    Grazie

    P.S.: gradirei che affiancassi le scritture che provano la tua asserzione.





    amici cari sono in vacanza e torno domenica, rispondero al mio ritorno...
    un saluto a tutti
  • dispensa.
    00 07/01/2010 19:30

    [SM=g27987] Cioè era due cose diverse in due posti diversi, ma allo stesso tempo?



    Siamo finiti nella solita spiaggia, e mi piace che era argomento di strada quello del clone che essendo contemporaneo, non sarà mai la stessa persona, perchè punti di vita o vista diversa comportano anche diversità di personalità, anche se non di morale.

    Essere si o no in più posti contemporaneamente non cambia di una virgola la problematica e le contraddizioni viste nel singolo caso temporale, che è solo un esempio di tutti gli altri.

    Un uomo non può essere Dio l'onnipotente, poichè il suo stato carnale lo sconfessa e lo prova.

    Lo può essere come persona?...si, è la stessa cosa di mettere l'oceano in una piccola buca pretendendo che non esploda. [SM=g27987]

    Dio non potrà essere un uomo, ne il sole, ne le stelle, "perchè i cieli stessi non lo possono contenere" in tutti i sensi possibili.

    E la stessa cosa di dire che un pezzo di legno sia Dio, falsità provata in quanto Dio non è un pezzo di legno, come non lo è carne e sangue, poichè Dio non è la creazione.

    E come quando si diceva che il vitello era YHWH.

    Possiamo al limite pensare che una piccolissima forza attiva di Dio, o un suo modestissimo pensiero possa abitare in un uomo, ma non di più.
    O una piccola sua manifestazione relativa e rappresentativa ma niente di più.

    Ridurre Dio a un uomo equivale ridurlo a un oggetto di contemplazione o adorazione.

    Per altro se dico Dio io non penso a un oggetto, o una mera forza impersonale, vedo una persona.

    E proprio come dico che l'anima è l'uomo stesso, dico che il Padre e Dio stesso.

    Cioè il Padre è Dio, cioè la sua persona è Dio.

    Non è un vaso dove il primo che viene lo riempe, perchè il vaso è lo stesso Padre YHWH senza nessunississima distinzione, il vaso è la persona stessa di Dio o del Padre.
    La personalità di Dio non è certamente un concetto astratto.

    Si può dunque riempire la persona con altra persona?

    Provate a inserire in una parola ad esempio il nome di un padre Giuseppe con il nome del figlio Mario = Gmaesipruop. Significa qualcosa?
    Non sarebbe più ne Giuseppe, ne Mario, ma una espressione impersonale.
    non identificando più nè il padre ne il figlio, caos totale.

    Se vogliamo dunque distinguerli li dobbiamo separare i nomi come ovviamente le persone, per risultare comprensibili.

    Ora abbiamo detto nel caso del creatore che il suo vaso è la stessa sua persona.
    Cioè non due cose distinte; pertanto se parliamo del Padre parliamo di un vaso, se parliamo del Figlio di un altro, perchè i due vasi sono la loro personalità, e non che possiedono un vaso a se stante come fosse una cosa, sono il vaso.

    Nel caso dei due umani Giuseppe e Mario questi sono due persone perchè sono per così comprenderci due cervelli, due vasi; e il singolo cervello, vaso, è la persona stessa costruita di mattoni cerebrali.
    Ma a fonderli in uno solo avverrebbe quello stesso che ho fatto con i nomi, sempre se rimarrebbero pure vivi.

    Spostandomi alla persona di Dio, possiamo concludere che i suoi mattoni sono spirito vivente.

    Infatti anche nel caso dgli angeli questi come spiriti non hanno dei corpi come li hanno gli uomini come struttura, sono solo una mente con una loro forza mentale, e che può assumere o cambiare le varie forme che vogliono come concessogli di natura.

    La loro forza mentale è espressione parziale della loro mente, cioè è spirito la mente come il suo braccio mentale.
    Il braccio non è l'intera mente, ma espressione mentale di essa in grado di operare.

    Essi in questa dimensione possono dimorare nello stesso spazio e luogo,ma non potrete mai fonderli insieme, perchè sarebbe una forma di distruzione, proprio come ho fatto con quei due nomi, non significando più nulla ai fini di una compresione logica dell'essere cosciente, e se volete del'essere vivi.


    Un attore può recitare mille personaggi, ma sarà sempre uno come vaso, perchè egli ha solo recitato in astratto la personalità degli altri.
    Cioè non è reale, ma solo finzione di una sola personalità.

    Ciò che il cattolico vi vede con tutte le contraddizioni possibili e solo l'astratto recitato, in quanto Dio come persona, sarà sempre uno, perchè è un solo vaso.

    Il Padre come persona, o se volete vaso; sarà sempre uno.
    Un altro vaso non potrà mai essere la persona, il vaso del Padre, perchè il vaso stesso è il Padre, come l'altro vaso sarà quello del Figlio.
    Non vi è distinzione tra dire vaso e dire persona, perchè è la medesima essenza.

    Applicare il concetto cattolico di dualità terrena anche a Dio : corpo e anima dimorante, così che vi può abitare pure un esercito di spiriti, significa ridurre Dio allo stesso livello delle sue creature.

    Ciò ponendo la domanda: è stato il corpo immateriale di Dio a generare la personalità di Dio, o è stata la sua anima spirituale come la intende qualcuno che genera, o mantiene la vita del vaso di Dio?

    Chi è il vero creatore, il vaso o la personalità o anima di Dio?.
    Chi è Dio, il vaso o la sua personalità, o anima immortale?
    Entrambi? Abbiamo due dei.

    Diversamente se rispondiamo che il vaso è Dio stesso, cioè la persona del Padre; per me rispondiamo giusto risolvendo il quesito; e quindi vale quanto scritto sopra, sulla inconciliabilità della favola trinitaria con la vera realtà divina.

    Dio, il Padre di tutti è verità, non gioca dunque a recitare materializzare e vivere la parte degli altri.
    Egli essendo vero e completo non ha bisogno di essere materializzare altri, ne per finzione ne per necessità egoistica.










    [Modificato da dispensa. 07/01/2010 19:35]
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    pavel43
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    00 08/01/2010 20:05

    Un uomo non può essere Dio l'onnipotente, poichè il suo stato carnale lo sconfessa e lo prova.

    Lo può essere come persona?...si, è la stessa cosa di mettere l'oceano in una piccola buca pretendendo che non esploda.

    Dio non potrà essere un uomo, ne il sole, ne le stelle, "perchè i cieli stessi non lo possono contenere" in tutti i sensi possibili.


    Pensa Dispensa che San Tommaso argomentava similmente!

    "….. unendosi la natura umana alla natura divina che la supera all‘infinito, non si avrà una composizione, ma rimarrà soltanto la natura divina infatti la natura divina e quella umana non possono comporsi insieme quali parti quantitative di un tutto, come le membra costituiscono un corpo, essendo la natura divina immateriale.

    Ma concludeva così:

    Il senso non è dunque che nell‘incarnazione di due nature se ne sia fatta una sola, ma che dall‘unione della carne umana con la natura del Verbo di Dio è risultata una sola persona, la natura divina viene detta incarnata perché si è unita personalmente alla carne, non perché si sia cambiata in carne."

    Per Simon e Biblista
    Non c’è dubbio che l’uomo non può vedere Dio nella sua essenza, ma se è vero che fece l’uomo a “sua immagine” costui potrà conoscere “il volto umano” di Dio, non in senso antropomorfico ma nel senso che
    che il creatore ha inscritto nella persona umana caratteristiche che lo rendono a lui somigliante, quindi Dio si può manifestare sotto questi aspetti senza pregiudizio per l’uomo.
    Questo era certamente il primo aspetto con cui si presentava il Cristo . Ma le sue opere, le sue parole la sua preesistenza divina così come descritta da Giovanni o da Paolo in Colossesi non possono essere comparate ad altre manifestazioni di Dio del VT, non possiamo inserirlo in una classe di personaggi che chiaramente il Verbo precede e di cui ne è autore in senso creativo.

    E qui Dispensa per coerenza dovrà affermare che una creatura non potrebbe contenere “la potenza creatrice del Padre” sarebbe “la stessa cosa di mettere l'oceano in una piccola buca”.
    [Modificato da pavel43 08/01/2010 20:08]
  • dispensa.
    00 08/01/2010 22:43

    Il senso non è dunque che nell‘incarnazione di due nature se ne sia fatta una sola, ma che dall‘unione della carne umana con la natura del Verbo di Dio è risultata una sola persona, la natura divina viene detta incarnata perché si è unita personalmente alla carne, non perché si sia cambiata in carne."



    E qui non sono daccordo perchè ricadiamo nell'oggettività della possessione he è senpre male a prescindere da un presunto fin di bene


    Per Simon e Biblista
    Non c’è dubbio che l’uomo non può vedere Dio nella sua essenza, ma se è vero che fece l’uomo a “sua immagine” costui potrà conoscere “il volto umano” di Dio, non in senso antropomorfico ma nel senso che
    che il creatore ha inscritto nella persona umana caratteristiche che lo rendono a lui somigliante, quindi Dio si può manifestare sotto questi aspetti senza pregiudizio per l’uomo.
    Questo era certamente il primo aspetto con cui si presentava il Cristo . Ma le sue opere, le sue parole la sua preesistenza divina così come descritta da Giovanni o da Paolo in Colossesi non possono essere comparate ad altre manifestazioni di Dio del VT, non possiamo inserirlo in una classe di personaggi che chiaramente il Verbo precede e di cui ne è autore in senso creativo.



    E qui siamo di intesa se il manifestari consiste soltanto come libere scelta di riportare l'immagine mentale del Padre, la conoscenza..." ciò che ho udito ve lo dico" " " E ve lo esprimo nelle mie lacrime"

    Diceva l'angelo : io sono l'onnipotente...Dio era il verbo dell'angelo da lui impersonato,rappresentato in spirito o in carne semiumana.


    E qui Dispensa per coerenza dovrà affermare che una creatura non potrebbe contenere “la potenza creatrice del Padre” sarebbe “la stessa cosa di mettere l'oceano in una piccola buca”.



    Ciao
  • amico di oreste
    00 09/01/2010 19:02
    Re: sulla trinità
    Eccoci quì...
    Vi sono mancato è [SM=g27988]



    1)Gesù incarnato era: a) solo uomo; b) solo Dio; c) Dio e Uomo ?



    Questa domanda apparentemente banale è molto complessa perchè tutto dipende dal sistema di riferimento che si prende in esame.

    Intanto vedimo cosa ne pensava al riguardo lo scrittore di romani:

    Paoline Romani 9:5 "da loro proviene Cristo secondo la sua natura umana, egli che domina tutto, è Dio, benedetto nei secoli, amen! "

    Pregherei i tdg di prendere in considerazione il fatto che dal punto di vista grammaticale quanto sopra è la rraduzione più immediata, con questo non sto dicendo che non possa essere tradotta anche in altro modo, ma che fu così che la stragrande maggioranza dei padri e de traduttori l'hanno sempre letta:
    Ippolito, Tertulliano, Cipriano, Atanasio, Noviano, Ieromo, Basilio, Agostino, Novaziano, Didimo, Gregorio di Nissa, Giovanni Damasceno, Epifanio di Salamina, Teodoro, Eulogo, Teofilo, Teodoreto, Cassiano, Fulgenzio hanno attribuito l'intero inno a Cristo.
    È interessante notare inoltre come suonava questa scrittura all'uditorio greco: "... ho on epi pantôn Theos euloghêtos" che tradotto alla lettera vuol dire "l'essente [colui che è] sopra tutto Dio benedetto"

    Cosa si evince da questa scrittura?
    Molto presto alcuni vescovi importanti specialmente provenienti dalla scuola di Giovanni, come il vescovo di Sardi Melitone, fautore accanito della Pasqua celebrata il 14 Nisan proprio come i TdG, scrisse:

    "Ucciso e sepolto in quanto uomo, risorse dai morti in quanto Dio, essendo per natura (physei) Dio e uomo...Il Signore pur essendo Dio, si fece uomo e soffrì per chi soffre, fu prigioniero per il prigioniero, condannato per il colpevole e, sepolto per chi è sepolto, risuscitò dai morti. " (Peri Pascha, § 8)

    Ci troviamo nella metà del secondo secolo dopo Cristo, due secoli prima di Nicea e tre secoli prima di Calcedonia, eppure già si parlava delle due nature di Cristo ad opera di un vescovo importante che morì martire nel 190 d.C.
    Nello stesso periodo, nella sua opera "Il Pedagogo", Clemente Alessandrino scrive:
    "Il nostro pedagogo è simile a suo Padre Iddio di cui è Figlio: Dio puro in forma d'uomo, esecutore del volere patemo, Lògos Dio, Colui che è nel Padre, Colui che è alla destra del Padre, Dio anche con la forma umana ».(CLEMENTE ALESSANDRINO, Il pedagogo libro I, II, 4, 1.)

    Clemente fece caso ai verbi al presente che Giovanni usò in questi passi:

    Giovanni 1:18 "Dio nessuno l'ha visto mai. L'Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato"
    Giovanni 3:13 " Nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo."

    L'unico Dio generato, il solo ad avere la stessa natura del Padre, mentre era sulla terra come uomo, esisteva in cielo come Dio, accanto a Dio Padre, infatti si usa il presente: "che è nel seno del Padre" non si usa né il passato "che era" né il futuro "che sarà".
    Dio si è rivelato (nota l'aoristo storico) nella persona del Verbo Incarnato, ovvero l'unigenito Dio "che lo ha rivelato".

    Infine ricordiamo l'inno ai colossesi 2:9:

    " 9 poiché è in lui che dimora corporalmente tutta la pienezza della deità, 10 e voi siete stati riempiti in lui, che è il capo di ogni principio e potenza; "

    In greco suona così:
    "Oti [poiché] en [in] autô [lui] katoikei [dimora o abita o vive] pan [tutta, ogni] to plêrôma [la pienezza, la totalità] tês theotêtos [della deità, composto da theos] sômatikôs [corporalmente, forma corporea]"

    Nella sua unica persona, e dunque anche nella sua corporalità, dimora tanto il suo essere uomo, quanto il suo essere Dio, nella sua pienezza e totalità, solo pensando alle due nature di Cristo il versetto ha un senso: Cristo ha la totalità della deità in sé costitutivamente.
    "Deità" traduce il greco theotês che deriva da Theos (Dio) e ne è l'esatto calco etimologico, è più importante ed incisivo di theiotês che deriva da theios (divino) e che alla lettera si traduce “divinità”; non è un caso che l'autore scelga proprio questo termine e non l'altro.

    Quindi rispondendo a walter dico che si la persona del figlio di Dio è Dio e uomo insieme, ma con i dovuti distinguo che le proprietà delle singole nature permettono costituzionalmente.
    Mi spiego meglio: dal punto di vista di "Dio il figlio" egli essendo Dio ha tutte le peculiarità che tale natura gli concede (onnipotenza onniscienza ubiquità trascendenza ecc...) ma dal punto di vista di vero uomo, egli ha tutte le peculiarità che questa natura gli impone, ovvero l'essere limitato dallo spazio tempo, il crescere nella conoscenza, essere in un posto solo, ed essere limitato come i suoi simili nella potenza ecc...
    A Calcedonia si stabilì che le due nature non sono mischiate,

    "la natura divina del Figlio partecipava in quella umana senza per questo mescolarsi con essa, ma rimanendo intatte le rispettive qualità delle due nature".

    Questo va detto ricordando dunque limiti che la natura umana del Cristo, identica alla nostra fuorché nel peccato, aveva per essere appunto circoscritta allo spazio e al tempo come noi. Era invitabile che il Verbo assumesse per sé i limiti della creatura al fine di non falsare l’incarnazione, altrimenti avrebbe camminato come un Dio onnisciente tra gli uomini, sapendo ogni cosa che gli sarebbe successa, incapace di commuoversi e di stupirsi, di piangere, in definitiva, incapace di essere veramente un uomo.

    Ricordando quanto sopra scopriamo che alcune proprietà divine non sono accessibili alla natura umana; esiste dunque una sorta di asimmetria di accesso alle facoltà divino-umane: mentre la natura divina ha pieno accesso alle facoltà umane, la natura umana non lo ha in rapporto a quelle divine. Sostanzialmente la natura divina non subisce alcuna restrizione, è solo la natura umana ad averne, costitutivamente.




    2)Quando si parla di "Dio", ci si riferisce: a) a Padre, Figlio e Spirito; b) al Padre; c) al Figlio ?



    Dipende dal soggetto che usi, ho gia risposto che di solito nel NT quando si parla di Dio, ci si riferisce a Dio padre, se ti riferisci a noi invece, devi tenere presente che non adoriamo una sostanza sconosciuta, ma adoriamo le singole ipostasi che sono Dio, quindi possiamo riferirci al padre o al figlio o allo Spirito santo, ognuno di noi sa a chi si sta rivolgendo perchè ognuna delle tre persone che sono Dio hanno delle peculiarità e dei ruoli distinti anche se la loro volontà è all'unisono.




    P.S.: gradirei che affiancassi le scritture che provano la tua asserzione.



    L'ho fatto mi sembra [SM=g27988]
    ciao


  • dispensa.
    00 11/01/2010 21:08

    L'unico Dio generato, il solo ad avere la stessa natura del Padre, mentre era sulla terra come uomo, esisteva in cielo come Dio, accanto a Dio Padre, infatti si usa il presente: "che è nel seno del Padre" non si usa né il passato "che era" né il futuro "che sarà".



    Ovvio è nel favore del Padre nel suo cuore.


    Giovanni 1:18 "Dio nessuno l'ha visto mai. L'Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato"
    Giovanni 3:13 " Nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo."



    Ma come si fa a ragionare..il Figlio dell’uomo identifica l’uomo carnale, che in quel momento era sulla terra ???

    Infatti nelle altre bibbie è così riportato completamente diverso.

    “Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il figlio dell’uomo che è disceso dal cielo”.
    Qui Cristo fa una storia dell’intera sua vita di prima e di dopo quando sarebbe salito al cielo,ma in quel momento non lo era ancora salito.

    Per altro che cosa saliva nel cielo?
    il figlio dell’uomo, la sua personalità, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, Figlio = persona, personalità…( O no?) la sua esperienza umana; “risuscitata come spirito vivificante” in quanto risuscita i morti. 1Corinti 15

    Prima della risurrezione non aveva vita in se, ma era il Padre che risuscitava.
    Infatti nel caso di Lazzaro disse; “veramente so che tu mi ascolti”.
    Naturalmente Gesù aveva anche dei doni perché fu ripieno dello spirito santo al battesimo, ma non quello di risuscitare qualcuno, fino a quando era un vero uomo.


    infine ricordiamo l'inno ai colossesi 2:9:

    " 9 poiché è in lui che dimora corporalmente tutta la pienezza della deità, 10 e voi siete stati riempiti in lui, che è il capo di ogni principio e potenza.




    A questi livelli ci rinuncio continuare..il soggetto non segue nessuna coerenza logica.

    Comunque ormai che ci sono vorrei riportare il passo secondo le altre bibbie cattoliche.

    “E in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza ( di chi?)della divinità",

    (non la sua ma quella del Padre; perché è qualcosa che va ad abitare nel suo corpo immateriale, e non che è, ce una bella differenza)
    "
    e voi in lui avete parte alla sua pienezza”,

    Cioè siamo partecipi alla pienezza della divinità del Padre dimorante nel Figlio, quindi in lui il figlio abbiamo parte della pienezza del Padre la divinità.

    Chi sarebbe la divinità?
    Un coso corporeo o la persona del Padre che per mezzo del Figlio noi diveniamo partecipi?

    Non stiamo parlando di una cosa un corpo fine a se stesso come fosse l’aspetto più importante di tutto;( il che è ridicolo) ma di una persona pensante, di una mente divina, e a questa siamo stati partecipi mediante Cristo, e non che noi diveniamo corporalmente Dio, come insegnato dalla filosofia buddista.

    D’altra parte Agostino prima di convertirsi, apparentemente; era seguace del manicheismo, che era una fusione di buddismo e cristianesimo e altro.

    La parte che gli apostoli hanno avuto nella sua medesima pienezza è:

    1)Il battesimo di morte insieme a Cristo come partecipi in questo. Colossesi 2

    2) l’annullamento di tutti i peccati per partecipazione Colossesi 2

    3) Partecipazione alla sua risurrezione al momento dell’ultima tromba. Colos.2

    4) partecipazione alla Circoncisione di Cristo, non carnale ma di cuore . Colos. 2

    5) Partecipazione a regnare come re come coeredi del re dei re di Israele.

    Dunque la piena partecipazione di tutte queste cose in Cristo ci ha reso partecipi della divinità del Padre, che ci ha fatto nascere a nuova vita, in tutti i sensi corporei e incorporei mediante risurrezione; e spirituali;
    Questa partecipazione spirituale con il Padre in Cristo è pienamente.
    Non ce nulla che indichi un tema che tratti di partecipazione oggettiva., di qualcosa di sconosciuto; altra favola religiosa.


    Dipende dal soggetto che usi, ho gia risposto che di solito nel NT quando si parla di Dio, ci si riferisce a Dio padre, se ti riferisci a noi invece, devi tenere presente che non adoriamo una sostanza sconosciuta, ma adoriamo le singole ipostasi che sono Dio, quindi possiamo riferirci al padre o al figlio o allo Spirito santo, ognuno di noi sa a chi si sta rivolgendo perchè ognuna delle tre persone che sono Dio hanno delle peculiarità e dei ruoli distinti anche se la loro volontà è all'unisono.



    Tanto per giocare completo

    Non si capisce che non importa nulla dire sono un solo Dio, sostenendo al tempo stesso che ciascuno è Dio.

    Perché se distinti come persona, sono tre persone che hanno il ruolo e la potenza di un Dio, cioè che ciascuno ha rispetto all’altro le medesime caratteristiche, sono dunque inevitabilmente tre Dei come persona, a prescindere se essi attingono alla medesima sostanza, o forza impersonale; poichè per essere ciascuno Dio vi devono attingere nella stessa misura dell’altro, questo inevitabilmente creando dei soggetti che sono Dio assumendo il comando della medesima forza

    E attenti a non usarla in conflitto; ciò significando che sono come volontà sono meccanicamente l’una l’eco dell’altro, in pratica la medesima personalità triplicata in nome del non senso.

    Ora dal punto di vista cattolico noi dobbiamo negare che sono tre dei sotto un certo aspetto, per farne uscire uno solo.

    Quindi Sotto quale aspetto non sono un altro Dio? Non come persona, perché ciascuno distinto è un Dio nella sua piena onnipotenza, altrimenti non lo sarebbe.

    Allora dobbiamo riferirci alla loro forza, e dato che a questa forza possono attingere persone diverse e distinte ciò in se stessa ne fa una forza impersonale,( quale pienezza).
    E cosa rilevante necessariamente triplicata anch’essa perché ciascuna persona sia pari dell’altra, perché nel momento che il comando ce lo ha una delle persone distinte, verrebbe a mancare sotto il controllo dell’altro, che in questo caso sarebbe meno di un Dio.

    Riassumendo Tale forza impersonale come cosa non possiamo definirla un Dio, perché sarebbe qualcosa di incompleto e quindi imperfetta proprio perché impersonale.

    Pertanto questa in se non è un Dio, o Dio; perché è intesa come la natura o forza vitale di tre persone, quindi solo a livello di completezza con la personalità, diventa Dio, che il vero aspetto della divinità nella sua totalità o pienezza; pertanto abbiamo sempre e comunque tre dei nell'aspetto veramente importante e divino.

    Cioè Dire di un solo Dio di una sostanza sconosciuta fine a se stessa non ha nessun senso.

    Non è prima l’idolo, ma la persona, che cambia l’idolo da oggetto a persona, solo in questo caso l’idolo diventa Dio, e in più per tre volte, perché come persona devono essere tre dei uguali, nulla importando che l’idolo è espressione della sostanza dei tre.

    In pratica La figura più corretta per rendere l’idea e quella degli dei del buddismo multi braccia, multi testa,

    l’oggetto è uno ma multifunzione cioè per esigenze funzionali l’oggetto è inevitabilmente trino quanto le persone e quindi uno solo come coesistenza sociale di tre o più persone, in questo caso tre dei,

    Del quale ricordo che per esserlo devono avere una funzione a se stante, poco importando che siano visti nello stesso spazio per dire banalmente erratamente che sono un solo soggetto, poi neanche esenziale perchè come entità complete e perfette ne possono fare a meno.


    Ovviamente questi ragionamenti non sono per la formamentis di un certo tipo di cattolici che sono troppo condizionati dal pensiero oggettivo divinizzato.

    saluti
    [Modificato da dispensa. 11/01/2010 21:17]
  • amico di oreste
    00 11/01/2010 23:28
    Re:
    dispensa., 11/01/2010 21.08:


    L'unico Dio generato, il solo ad avere la stessa natura del Padre, mentre era sulla terra come uomo, esisteva in cielo come Dio, accanto a Dio Padre, infatti si usa il presente: "che è nel seno del Padre" non si usa né il passato "che era" né il futuro "che sarà".



    Ovvio è nel favore del Padre nel suo cuore.


    Giovanni 1:18 "Dio nessuno l'ha visto mai. L'Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato"
    Giovanni 3:13 " Nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo, che è in cielo."



    Ma come si fa a ragionare..il Figlio dell’uomo identifica l’uomo carnale, che in quel momento era sulla terra ???

    Infatti nelle altre bibbie è così riportato completamente diverso.

    “Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il figlio dell’uomo che è disceso dal cielo”.
    Qui Cristo fa una storia dell’intera sua vita di prima e di dopo quando sarebbe salito al cielo,ma in quel momento non lo era ancora salito.

    Per altro che cosa saliva nel cielo?
    il figlio dell’uomo, la sua personalità, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, Figlio = persona, personalità…( O no?) la sua esperienza umana; “risuscitata come spirito vivificante” in quanto risuscita i morti. 1Corinti 15

    Prima della risurrezione non aveva vita in se, ma era il Padre che risuscitava.
    Infatti nel caso di Lazzaro disse; “veramente so che tu mi ascolti”.
    Naturalmente Gesù aveva anche dei doni perché fu ripieno dello spirito santo al battesimo, ma non quello di risuscitare qualcuno, fino a quando era un vero uomo.


    infine ricordiamo l'inno ai colossesi 2:9:

    " 9 poiché è in lui che dimora corporalmente tutta la pienezza della deità, 10 e voi siete stati riempiti in lui, che è il capo di ogni principio e potenza.




    A questi livelli ci rinuncio continuare..il soggetto non segue nessuna coerenza logica.

    Comunque ormai che ci sono vorrei riportare il passo secondo le altre bibbie cattoliche.

    “E in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza ( di chi?)della divinità",

    (non la sua ma quella del Padre; perché è qualcosa che va ad abitare nel suo corpo immateriale, e non che è, ce una bella differenza)
    "
    e voi in lui avete parte alla sua pienezza”,

    Cioè siamo partecipi alla pienezza della divinità del Padre dimorante nel Figlio, quindi in lui il figlio abbiamo parte della pienezza del Padre la divinità.

    Chi sarebbe la divinità?
    Un coso corporeo o la persona del Padre che per mezzo del Figlio noi diveniamo partecipi?

    Non stiamo parlando di una cosa un corpo fine a se stesso come fosse l’aspetto più importante di tutto;( il che è ridicolo) ma di una persona pensante, di una mente divina, e a questa siamo stati partecipi mediante Cristo, e non che noi diveniamo corporalmente Dio, come insegnato dalla filosofia buddista.

    D’altra parte Agostino prima di convertirsi, apparentemente; era seguace del manicheismo, che era una fusione di buddismo e cristianesimo e altro.

    La parte che gli apostoli hanno avuto nella sua medesima pienezza è:

    1)Il battesimo di morte insieme a Cristo come partecipi in questo. Colossesi 2

    2) l’annullamento di tutti i peccati per partecipazione Colossesi 2

    3) Partecipazione alla sua risurrezione al momento dell’ultima tromba. Colos.2

    4) partecipazione alla Circoncisione di Cristo, non carnale ma di cuore . Colos. 2

    5) Partecipazione a regnare come re come coeredi del re dei re di Israele.

    Dunque la piena partecipazione di tutte queste cose in Cristo ci ha reso partecipi della divinità del Padre, che ci ha fatto nascere a nuova vita, in tutti i sensi corporei e incorporei mediante risurrezione; e spirituali;
    Questa partecipazione spirituale con il Padre in Cristo è pienamente.
    Non ce nulla che indichi un tema che tratti di partecipazione oggettiva., di qualcosa di sconosciuto; altra favola religiosa.


    Dipende dal soggetto che usi, ho gia risposto che di solito nel NT quando si parla di Dio, ci si riferisce a Dio padre, se ti riferisci a noi invece, devi tenere presente che non adoriamo una sostanza sconosciuta, ma adoriamo le singole ipostasi che sono Dio, quindi possiamo riferirci al padre o al figlio o allo Spirito santo, ognuno di noi sa a chi si sta rivolgendo perchè ognuna delle tre persone che sono Dio hanno delle peculiarità e dei ruoli distinti anche se la loro volontà è all'unisono.



    Tanto per giocare completo

    Non si capisce che non importa nulla dire sono un solo Dio, sostenendo al tempo stesso che ciascuno è Dio.

    Perché se distinti come persona, sono tre persone che hanno il ruolo e la potenza di un Dio, cioè che ciascuno ha rispetto all’altro le medesime caratteristiche, sono dunque inevitabilmente tre Dei come persona, a prescindere se essi attingono alla medesima sostanza, o forza impersonale; poichè per essere ciascuno Dio vi devono attingere nella stessa misura dell’altro, questo inevitabilmente creando dei soggetti che sono Dio assumendo il comando della medesima forza

    E attenti a non usarla in conflitto; ciò significando che sono come volontà sono meccanicamente l’una l’eco dell’altro, in pratica la medesima personalità triplicata in nome del non senso.

    Ora dal punto di vista cattolico noi dobbiamo negare che sono tre dei sotto un certo aspetto, per farne uscire uno solo.

    Quindi Sotto quale aspetto non sono un altro Dio? Non come persona, perché ciascuno distinto è un Dio nella sua piena onnipotenza, altrimenti non lo sarebbe.

    Allora dobbiamo riferirci alla loro forza, e dato che a questa forza possono attingere persone diverse e distinte ciò in se stessa ne fa una forza impersonale,( quale pienezza).
    E cosa rilevante necessariamente triplicata anch’essa perché ciascuna persona sia pari dell’altra, perché nel momento che il comando ce lo ha una delle persone distinte, verrebbe a mancare sotto il controllo dell’altro, che in questo caso sarebbe meno di un Dio.

    Riassumendo Tale forza impersonale come cosa non possiamo definirla un Dio, perché sarebbe qualcosa di incompleto e quindi imperfetta proprio perché impersonale.

    Pertanto questa in se non è un Dio, o Dio; perché è intesa come la natura o forza vitale di tre persone, quindi solo a livello di completezza con la personalità, diventa Dio, che il vero aspetto della divinità nella sua totalità o pienezza; pertanto abbiamo sempre e comunque tre dei nell'aspetto veramente importante e divino.

    Cioè Dire di un solo Dio di una sostanza sconosciuta fine a se stessa non ha nessun senso.

    Non è prima l’idolo, ma la persona, che cambia l’idolo da oggetto a persona, solo in questo caso l’idolo diventa Dio, e in più per tre volte, perché come persona devono essere tre dei uguali, nulla importando che l’idolo è espressione della sostanza dei tre.

    In pratica La figura più corretta per rendere l’idea e quella degli dei del buddismo multi braccia, multi testa,

    l’oggetto è uno ma multifunzione cioè per esigenze funzionali l’oggetto è inevitabilmente trino quanto le persone e quindi uno solo come coesistenza sociale di tre o più persone, in questo caso tre dei,

    Del quale ricordo che per esserlo devono avere una funzione a se stante, poco importando che siano visti nello stesso spazio per dire banalmente erratamente che sono un solo soggetto, poi neanche esenziale perchè come entità complete e perfette ne possono fare a meno.


    Ovviamente questi ragionamenti non sono per la formamentis di un certo tipo di cattolici che sono troppo condizionati dal pensiero oggettivo divinizzato.

    saluti




    Se i concetti trinitari sono filosofia difficile da spiegare, i tuoi lo sono molto di più credimi!
    Trovo più semplice lo studio di un manuale di ermeneutica trinitaria, rispetto a quanto scrivi tu!
    Come al solito tu parli di tre dèi quando sai benissimo che il solo concetto per un trinitario è eretico, inoltre parli di Dio come persona, quando sai benissimo che per il trinitario si intende la natura delle persone, inoltre parli di spazio dove lo spazio non esiste... per non parlare del buddismo che c'entra col cristianesimo come i cavoli a merenda.
    Se tu fossi disposto veramente al dialogo, credo che dovresti scrivere meno e fare domande più chiare, a meno che tu non voglia continuare a fare monologhi allora fai pure ma non aspettarti risposte.

    ciao
    [Modificato da amico di oreste 11/01/2010 23:29]
  • OFFLINE
    barnabino
    Post: 1.038
    Sesso: Maschile
    00 11/01/2010 23:31

    Come al solito tu parli di tre dèi quando sai benissimo che il solo concetto per un trinitario è eretico



    Non saprei se è proprio così, perché abbiamo comunque "tre persone" che sono una sostanza di Dio, ma in linea di principio, se la prospettiva è quella orientata sulla persona, tre "dei" non è del tutto errato.

    Shalom
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    FORUM TESTIMONI DI GEOVA
  • amico di oreste
    00 11/01/2010 23:59
    Re:
    barnabino, 11/01/2010 23.31:


    Come al solito tu parli di tre dèi quando sai benissimo che il solo concetto per un trinitario è eretico



    Non saprei se è proprio così, perché abbiamo comunque "tre persone" che sono una sostanza di Dio, ma in linea di principio, se la prospettiva è quella orientata sulla persona, tre "dei" non è del tutto errato.

    Shalom




    Pensi che i tuoi avi padri della chiesa e i vescovi conciliari fossero così stupidi barnabino? O veramente pensi che sia così facile risolvere la cosa?
    Gli indù credevano in tre dèi, i babilonesi avevano triadi di dèi, gli egiziani avevano triadi di dèi, i cristiani hanno sempre avuto un unico Dio, tripersonale ma unico! monoteismo cosa significa?
    Voi invece che ogni tanto asserite con disinvoltura che Gesù è Dio o che gli angeli sono dèi o che i giudici sono dèi... quanti dèi avete?
  • OFFLINE
    barnabino
    Post: 1.038
    Sesso: Maschile
    00 12/01/2010 00:15
    Caro ADO,


    i cristiani hanno sempre avuto un unico Dio, tripersonale ma unico! monoteismo cosa significa?



    Infatti io ti ho specificato che guardando il problema dal lato personale, cioè considerando Dio come una "persona", abbiamo tre dei. Guardandolo dal punto di vista della "sostanza" abbiamo una "sostanza". Dipende dai punti di vista.


    Voi invece che ogni tanto asserite con disinvoltura che Gesù è Dio o che gli angeli sono dèi o che i giudici sono dèi... quanti dèi avete?



    Noi seguiamo la Shemà che dice che "Dio è un solo Geova". Dunque per noi Dio è una sola persona, chiamata Geova. Gesù invece è "dio" non in quanto sia ontologiamente uguale a Dio ma solo in quanto rappresentante divino. Le scritture ammettono tranquillamente l'esistenza di creaure detto dio in questo senso, senza metetre in dubbio l'unicità di Geova, distinto da un nome e non da un titolo generico.

    Shalom

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    FORUM TESTIMONI DI GEOVA
  • amico di oreste
    00 12/01/2010 00:23
    Re:
    barnabino, 12/01/2010 0.15:

    Caro ADO,


    i cristiani hanno sempre avuto un unico Dio, tripersonale ma unico! monoteismo cosa significa?



    Infatti io ti ho specificato che guardando il problema dal lato personale, cioè considerando Dio come una "persona", abbiamo tre dei. Guardandolo dal punto di vista della "sostanza" abbiamo una "sostanza". Dipende dai punti di vista.


    Voi invece che ogni tanto asserite con disinvoltura che Gesù è Dio o che gli angeli sono dèi o che i giudici sono dèi... quanti dèi avete?



    Noi seguiamo la Shemà che dice che "Dio è un solo Geova". Dunque per noi Dio è una sola persona, chiamata Geova. Gesù invece è "dio" non in quanto sia ontologiamente uguale a Dio ma solo in quanto rappresentante divino. Le scritture ammettono tranquillamente l'esistenza di creaure detto dio in questo senso, senza metetre in dubbio l'unicità di Geova, distinto da un nome e non da un titolo generico.

    Shalom





    A casa mia se YHWH è Dio e Gesù è Dio abbiamo due dèi... se ci aggiungiamo gli angeli e i giudici gli dèi sono milioni...
    Se non è Dio ad essere unico ma è Geova, allora siete politeisti!
    Voi avete un solo Geova ma milioni di dèi quindi non siete monoteisti
    [Modificato da amico di oreste 12/01/2010 00:24]
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    barnabino
    Post: 1.038
    Sesso: Maschile
    00 12/01/2010 00:32
    Caro ADO,


    A casa mia se YHWH è Dio e Gesù è Dio abbiamo due dèi...



    Appunto, a casa tua, dove non si riesce a capire che nelle scritture Dio è un solo Geova, colui che è ho theos o heis ho theos.

    Altri esseri sono "theos" ma non perché sono Geova ma poiché lo rappresentano e dunque portano il suo Nome, i suoi titoli o attributi.


    se ci aggiungiamo gli angeli e i giudici gli dèi sono milioni...



    Dio naturalmente si può servire di innumerevoli rappresentanti


    Se non è Dio ad essere unico ma è Geova, allora siete politeisti!



    Solo una visione rozza e del tutto priva di intendimento del linguaggio biblico può pensare che quando le Scritture parlano di creature divine utilizzando il termine "theos" mettano in discussione l'unicità di Geova. Ma siamo matti? Dire che vi siamo altri esseri che sono detti "theos" in quanto portatori di un ufficio divino non significa che vi sia heis ho theos.

    Shalom
    [Modificato da barnabino 12/01/2010 00:34]
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