Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia

Dio e il tempo

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    barnabino
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    00 18/03/2010 21:44
    Dio ha creato lo spazio e il tempo? Leggo che degli ignoranti dicono che la maggioranza dei tdg é ignorante, non ha le basi scolastiche per poter capire che il tempo é legato allo spazio, che se Egli lo ha creato, non gli puó appartenere, che se non ha tempo, tutto é un eterno presente, proprio come significa il suo nome, che crea dal nulla, ma genera dall' eternità e che per i TdG Geova è un "Dio limitato".

    Cosa ne dite?

    Shalom
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    Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

    FORUM TESTIMONI DI GEOVA
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    Methatron
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    00 19/03/2010 01:55

    Leggo che degli ignoranti dicono che la maggioranza dei tdg é ignorante



    "Ignorante è chi l'ignorante fa, Signore". Direbbe qualcuno. [SM=g27987]


    non ha le basi scolastiche per poter capire che il tempo é legato allo spazio



    E' un concetto abbastanza semplice o forse intendono capirlo attraverso un risultato matematico? Ma sarebbe interessante sentir lor signori intanto che definizione danno di "tempo".


    che se Egli lo ha creato, non gli puó appartenere,



    Anche questo concetto è un'inferenza corretta e abbastanza semplice da afferrare.


    che se non ha tempo, tutto é un eterno presente, proprio come significa il suo nome, che crea dal nulla, ma genera dall' eternità



    Questo invece è a mio avviso un errore concettuale dettato dalla presunzione di poter comprendere, anche solo a livello immaginario, cosa significhi la proposizione "al di là del tempo".
    Se la prima inferenza è abbastanza ovvia, ovvero che la nostra esperienza fenomenica leghi il concetto di tempo che esperiamo allo spazio in modo indissolubile, la seconda, che apparentemente ne deriva, è un'ipotesi che non trova sostegno logico ed abbandona le certezze fisiche della prima poiché si spinge in un sistema di riferimento neanche lontanamente immaginabile.

    Cosa potrebbe mai significare, anche solo concettualmente che in assenza del continuum spazio-tempo tutto "è un eterno presente"? Chiedo a chi vanta questa "certezza metafisica" di cercare di spiegarmi cosa sia il "presente" in questo universo, dirmi se esiste e se è per noi percepibile.
    La difficoltà nel rispondere a queste banali considerazioni dovrebbe sottolineare la presunzione ancor più assurda di poter derdurne una benché minima idea concreta di cosa significhi "eterno presente" confermata dal semplicissimo fatto che usiamo impropriamente un termine temporale, con grande difficoltà di applicazione persino nella nostra realtà fenomenica, per descrivere un sistema a-temporale: quale inferenza dovrei trarne se non l'evidenza del mio stato d'impossibilità cognitiva rispetto a ciò che tento d'indagare?

    Ma tutto ciò non dovrebbe affatto sorprenderci poiché lo strumento col quale uso il mio intelletto è limitato da un raziocinio che è frutto ed è immerso nel continuum spazio-tempo senza possibilità di esserne avulso. Non possedendo un'intelligenza creativa, bensì associativa, non posso quindi spingermi nè afferrare concetti che sono al di là di ciò che esperisco.
    Non per nulla quando ci viene spiegato qualcosa che appartiene alla realtà "fenomenica" del reame spirituale Dio è costretto ad usare metafore o antropomorfismi per renderci almeno un'idea di ciò che sta descrivendo: per comprendere qualche concetto spirituale abbiamo bisogno di una Rivelazione.

    Per comprendere la difficoltà di immaginare un sistema a-temporale domando: Cosa "accade" sotto la costante di Planck? Cosa vuol dire "interazione" senza particelle elementari che compongono la materia? Come si fa a descrivere una "azione" o in cosa consiste un "evento" in un sistema di riferimento al di là del continuum spazio-tempo? In ultimo, come si fanno a vantare certezze metafisiche? E se esistesse una sorta di meta-tempo?

    Ignorare è un atteggiamento statico e passivo come il voler acriticamente presumere. L'indeterminazione e il non essere dogmatici è invece l'atteggiamento positivo verso la conoscenza.

    In sintesi: Dio è al di fuori del tempo così come da noi esperito? Sì. Si può desumere da questa evidenza qualche certezza su cosa significhi esistere in un sistema di riferimento a-temporale? No.

    Inizio delle congetture, fine delle congetture per impossibilità cognitiva intrinseca.


    e che per i TdG Geova è un "Dio limitato".



    Io credo che questi signori non comprendano bene neanche la profondità delle complesse questioni che si apprestano a discettare con così irriverente disinvoltura, ma per amor dell'argomento: Definire "limitato". Limitato da quale punto di vista? Il nostro?
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    "Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal
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    pavel43
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    00 19/03/2010 08:45




    Cosa potrebbe mai significare, anche solo concettualmente che in assenza del continuum spazio-tempo tutto "è un eterno presente"? Chiedo a chi vanta questa "certezza metafisica" di cercare di spiegarmi cosa sia il "presente" in questo universo, dirmi se esiste e se è per noi percepibile.


    Direi di sì, la percezione del presente la avverti proprio nel momento che sei consapevole del passato personale e storico e del futuro più omen o prevedibile, realtà esperibili proprio nel "tempo".



    La difficoltà nel rispondere a queste banali considerazioni dovrebbe sottolineare la presunzione ancor più assurda di poter derdurne una benché minima idea concreta di cosa significhi "eterno presente" confermata dal semplicissimo fatto che usiamo impropriamente un termine temporale, con grande difficoltà di applicazione persino nella nostra realtà fenomenica, per descrivere un sistema a-temporale: quale inferenza dovrei trarne se non l'evidenza del mio stato d'impossibilità cognitiva rispetto a ciò che tento d'indagare?



    Questo non è certamente esperibile, forse lo sarà anche se non in modo assoluto, per il momento ci limitiamo ad ipotesi, le nostre capacità se ci danno la possibilità di definire lo spazio-tempo ci permettono di teorizzare l'"assenza" di tali parametri.

    [Modificato da Roberto Carson 19/03/2010 19:11]
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    Methatron
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    00 19/03/2010 13:02

    Direi di sì, la percezione del presente la avverti proprio nel momento che sei consapevole del passato personale e storico e del futuro più omen o prevedibile, realtà esperibili proprio nel "tempo".



    Dipende dall'approssimazione a te più congeniale. Non esistono parametri temporali oggettivi per determinare quanto "dura" il presente. Il tuo tentativo di risposta verte la sua logica sulla soggettività. Ma la mia domanda era diversa: esiste il presente come processo temporale avvertibile?

    La risposta è no. Noi usiamo definire il presente come il momento nel quale si verifica una certa azione, ad esempio un battito di mani. Tuttavia quello che noi percepiamo non è il presente, bensì il passato più prossimo. C'è voluto del tempo, per quanto infinitesimale, necessario alle nostre capacità sensoriali per metterci al corrente di un fatto che non appartiene più alla sfera del presente, né del futuro, ma semplicemente del passato.
    L'aria ha dovuto veicolare il suono prodotto dall'impatto dei palmi della mano al nostro apparato uditivo il quale ha digitalizzato il segnale trasformandolo da onda sonora ad impulso elettro-biochimico che a sua volta ha raggiunto la parte di corteccia dedicata alla decodificazione per renderci edotti del rumore provocato. Similmente anche l'immagine visiva è stata veicolata dalla luce alla nostra retina che una volta impressionata ha trasmesso il segnale visivo trasformandolo in impulso elettro-biochimico che a sua volta ha raggiunto un'altra parte della corteccia dedicata alla decodificazione per renderci edotti del movimento delle nostre mani.

    Tutto questo processo avviene in pochi attimi, ma ci fa comprendere come ciò che definiamo presente sia una realtà per noi inafferrabile, poiché viviamo, a causa della nostra natura intrinseca, immersi in un mondo al passato.


    le nostre capacità se ci danno la possibilità di definire lo spazio-tempo ci permettono di teorizzare l'"assenza" di tali parametri.



    Ma non potremmo mai capire cosa significhi, né comprendo la presunzione teoretica di descrivere, anche solo ipotizzando, le ipotesi inafferabili che tento d'indagare.

    Facciamo un gioco: prova a descrivere teorizzando un'assenza di tempo qualsiasi cosa ti venga in mente e cerca di fammi capire cosa intendi.
    Io ti risponderò con assoluta sincerità se afferro ciò che dici o devo arrendermi alla mia incapacità strutturale di afferrare un simile concetto.
    [Modificato da Methatron 19/03/2010 13:15]
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    pavel43
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    00 19/03/2010 14:59


    L'aria ha dovuto veicolare il suono prodotto dall'impatto dei palmi della mano al nostro apparato uditivo il quale ha digitalizzato il segnale trasformandolo da onda sonora ad impulso elettro-biochimico che a sua volta ha raggiunto la parte di corteccia dedicata alla decodificazione per renderci edotti del rumore provocato….


    Quindi tu dici il passato non è più, il futuro non è ancora e il presente non posso identificarlo nell'istante attuale, perché questo è subito trascorso.
    Vero è che Eraclito diceva non ci si bagna due volte nella stessa acqua, ma è pur vero che l’acqua scorre nello stesso letto. La sola idea del fenomeno fisico e dello spazio geometrico non inquadra il problema . Potrebbe essere il tempo una dimensione della mente che si “distende” nella memoria del passato e nel pensiero delle cose future. In fondo siamo figli del tempo ma anche dell’eternità la cui conoscenza non è del tutto inaccessibile.
    Per un pensiero più articolato vedi i seguenti link che condensato il parere di Sant’Agostino e di Bergson che a me paiono interessanti
    users.libero.it/rrech/bergson.html
    web.cheapnet.it/enigmatempo/definition/agostino.html
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    Methatron
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    00 19/03/2010 17:05

    "La mia anima aspira a conoscere questo enigma terribilmente imbrogliato e prega Dio di illuminarlo, assicurandolo che il suo interesse per il problema non proviene da vana curiosita. Io ti confesso, o Signore, di ignorare ancora che cosa sia il tempo."



    Questa dichiarazione di Agostino è l'umiltà che ritengo corretta verso un problema che esula dalle nostre limitate capacità cognitive.

    Con tutto il rispetto per il pensiero di Bergson prima e Agostino dopo, mi sembra che il carattere principale della questione rimanga irrisolto. Il primo critica la relatività generale che ormai sappiamo invece confermata dai fatti. Il secondo si lancia in ipotesi la cui somma evidenza ho esposto nel quotato.

    Qualsiasi tentativo di spiegare l'origine, sia scientificamente con la fisica o altre congetture, non può arrivare oltre il limite temporale della costante di Planck. Oltre quel limite non abbiamo idea di cosa accada né abbiamo termini appropriati per descrivere qualcosa che va oltre il nostro orizzonte cognitivo.

    Con questi limiti in mente figuriamoci se riusciamo ad immaginare la differenza tra creato e generato in assenza di tempo. Già è un errore usare termini che definiscono un evento: poiché che cos'è un evento in assenza di tempo?
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    pavel43
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    00 19/03/2010 18:22


    Qualsiasi tentativo di spiegare l'origine, sia scientificamente con la fisica o altre congetture, non può arrivare oltre il limite temporale della costante di Planck. Oltre quel limite non abbiamo idea di cosa accada né abbiamo termini appropriati per descrivere qualcosa che va oltre il nostro orizzonte cognitivo.


    Certo non puoi spiegare l’origine e la natura del tempo con la meccanica quantistica che ha una grande importanza da un punto di vista matematico e fisico, ma non esaurisce “il nostro orizzonte cognitivo”
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    Methatron
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    00 19/03/2010 18:32

    Certo non puoi spiegare l’origine e la natura del tempo con la meccanica quantistica che ha una grande importanza da un punto di vista matematico e fisico, ma non esaurisce “il nostro orizzonte cognitivo”



    Mi sembra un ossimoro, puoi definire? Come fa la tua cognizione ad andare oltre ciò che riesci a comprendere?
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    pavel43
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    00 19/03/2010 20:19
    Ho capito...
    ubi maior minor cessat
    ciao ciao
  • dispensa.
    00 07/04/2010 23:08

    Interessante la discussione.

    E credo che qualcuno in passato abbia potuto equivocare il mio dire che per me il tempo non esiste, ma è una congettura umana.

    La questione comunque la vedo diversamente,
    Ogni aspetto del reale ha bisogno di uno spazio dove materializzarsi, poichè ciò che si materializza in realtà è parte costituente anche se in forma diversa di quello stesso spazio che riempie.

    Mentre per il tempo impiegato la questione è diversa, poichè se un soggetto reale diviene o è parte infinitesimale dello spazio che lo circonda, quello che invece consuma come forma temporale è in sinergia alla quantità di energia consumata per muoversi in quello spazio.

    In pratica se imprimiamo una determinata potenza a uno spazio circoscritto, questo rapporto di spazio e potenza determina la velocità con cui al suo interno si consuma l'energia da parte della materia infinitesimale, e quindi il tempo impiegato in senso macro come effetto di misurazione del totale.


    Ogni dimensione così creata è diversa da una altra, ma irrimediabilmente interagente.

    In questo modo io posso vivere un minuto della mia esistenza nella mia dimensione atomica o quantistica vedendo trascorrere milioni di anni in una altra dimensione spaziale da un diverso contenuto di potenziale, eppure le due dimensioni sono sempre spazio, sono in origine versioni diverse dello stesso tutto.

    Pertanto non può esistere un presente che è dissociato dal resto, in pratica non puoi andare indietro nel tempo energia consumato, perchè il passato è parte integrante, e non un mondo a sè.

    Non può esistere in un tutto una dimensione energetica che si possa distaccare da questo tutto, ciò che è stato consumato si è trasformato, e quindi non può essere rivisitato come se avesse una collocazione atemporale non energetica, perchè questo in realtà in tale modo non può esistere.

    Solo nella fantasia dei registi televisivi che dell'attimo presente ne fanno una carica atemporale priva di energia, come fosse un pezzo di pellicola, questo come distorsione illogica della professione.

    Per altro Noi possiamo caricare un piccolissimo spazio con un potenziale immenso e aver quindi una estensione del suo spazio, e la sua parziale trasformazione in forma di materia, che altro non è che una sua concentrazione mediante mutamento strutturale.

    In sintesi il tempo è energia, Dio è il tempo, lo spazio, la potenza, il tutto.

    Non ha senso discutere della Sorgente del tempo in termini di una sua durata.

    Ma la cosa straordinaria che confonde la mia mente limitata, è che Egli ha cognizione di ogni futuro possibile, di ogni probabilità matematica e del suo evolversi.

    In realtà se consideriamo che l'acqua riesce a memorizzare tutte le positività e negatività degli eventi comprese le onde cerebrali degli uomini; tanto più chi ne è il creatore di tutto questo.

    Forse per questo motivo l'acqua per il pianeta è come il sangue per l'uomo, come il sangue del Signore la sua anima emotiva.

    Comunque a dire questo del vero Dio è una cosa a viverlo non riesci a crederlo,è dura; se non dopo numerosissime ripetizioni che non puoi più negare.

    Saluti




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    Methatron
    Post: 377
    Città: GENOVA
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    00 08/04/2010 13:40
    Passato: parte integrante e non avulsa dal presente, inscindibile poiché partecipe di ciò che siamo... interessante osservazione, molto interessante.

    Ho apprezzato il tuo spunto... cosa significativa per me che non sempre riesco a leggerti in modo intelliggibile. [SM=g27987]
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    "Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal
  • dispensa.
    00 08/04/2010 23:04
    Grazie.

    Mi fa piacere che in questo caso ti sono risultato comprensibile.

    Già che ci sono volevo riportare una piccola ulteriore riflessione.

    Molto tempo fa osservavo che gli animali nello stato di riposo, si muovono e reagiscono alla stessa velocità di noi umani.

    Ne conclusi che in questo aspetto vi un senso della percezione del tempo in comune con essi, almeno in termini basilari.


    Se a questo ci aggiungi che diversi individui che ad esempio determinano che devono svegliarsi a una data ora, si svegliano spesso al minuto spaccato.

    Allora Questa percezione temporale è mia ipotesi che abbia origine nella velocità degli elettroni e che il cervello percepisce, poichè il medesimo pensiero è strutturato su queste proprietà della materia a livello atomico.

    Quindi la percezione temporale dell'essere cosciente è influenzabile dalla velocità degli elettroni, elettroni che risentono così del tipo di energia potenziale che si trova impresso in questa nostra dimensione.


    Diversamente ad essere composti o strutturati in una forma vivente diversa e interattiva con una dimensione diversa dalla nostra, ciò implicherebbe che la percezione sensoriale del tempo sia diversa, perchè diversa è la dimensione.

    Se fossimo esseri di luce la velocità con cui ci muoveremmo non sarebbe più quella degli elettroni,( 1% della luce) ma addirittura quantistica forse superiore alla velocità della luce, ciò risultando che la velocità del nostro pensiero sarebbe proporzionalmente molto più veloce, superando la concezione del linguaggio simbolico verbale del pensiero.

    Ciò nonostante non sarebbe limitativa se potenzialmente variabile nel senso che rallentando il flusso di energia usata, di conseguenza un giorno degli uomini potrebbe essere percepito come mille anni, mentre aumentando tale flusso, mille anni sarebbero percepiti come un giorno della nostra esistenza terrestre.

    Ho dunque l'impressione che una creatura angelica sia come un universo a sè ,una dimensione a sè che variando si sposta in varie dimensioni energetiche dimensionali.

    Essere rigettati dalla dimensione celeste degli angeli rappresenterebbe dunque una limitazione come dire corporale.
    Lo è stato di già quando non poterono più materializzarsi; gli angeli ribelli; come esseri di carne; praticamente subendo una restrizione nel loro stesso essere viventi.


    Comunque ammetto che questo mio modo di pensare è influenzato dalla mia particolare esperienza di vita.


    Ciao








    [Modificato da dispensa. 08/04/2010 23:06]
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    pavel43
    Post: 482
    Città: MILANO
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    00 09/04/2010 23:43
    La discussione verteva sul rapporto Dio-Tempo e fino a che punto l’uomo possa dire qualcosa in merito, considero il passaggio seguente di Dispensa:



    In sintesi il tempo è energia, Dio è il tempo, lo spazio, la potenza, il tutto.



    Ora l’energia scaturisce da cambiamenti della materia, naturali o indotti dall’uomo, la materia implica necessariamente lo spazio, i cambiamenti un prima o un poi.
    Con quello che scrivi Dio sarebbe soggetto al cambiamento, a limitazioni, non sarebbe “libero” e noi men che meno.
    Preferisco pensare che spazio, tempo, energia sono “riconducibili” a Dio e non viceversa.
    Il Tempo quindi è il luogo d'incontro fra Dio e l’uomo, tra Infinito e finito, Assoluto e relativo.
    L'espressione di creazione "ex nihilo" pur traducendosi letteralmente "dal nulla" serve a mio parere ad "avvicinarci" a questo rapporto Dio-creazione.
  • dispensa.
    00 10/04/2010 07:47

    Ora l’energia scaturisce da cambiamenti della materia, naturali o indotti dall’uomo, la materia implica necessariamente lo spazio, i cambiamenti un prima o un poi.
    Con quello che scrivi Dio sarebbe soggetto al cambiamento, a limitazioni, non sarebbe “libero” e noi men che meno.
    Preferisco pensare che spazio, tempo, energia sono “riconducibili” a Dio e non viceversa.
    Il Tempo quindi è il luogo d'incontro fra Dio e l’uomo, tra Infinito e finito, Assoluto e relativo.
    L'espressione di creazione "ex nihilo" pur traducendosi letteralmente "dal nulla" serve a mio parere ad "avvicinarci" a questo rapporto Dio-creazione.



    L'energia che sto a indicare come potenziale non scaturisce dalla materia, la materia è un suo risultato, uno dei tanti, il potenziale impresso nel piccolissimo spazio del big bang, non poteva essere contenuto e quindi si è esteso, ma è ovvio che in questa conflittualità oggettiva e relativa estensione vi deve essere un elemento ordinatrice, cioè nel passaggio dell'energia alla materializzazione dei primi elementi strutturali della materia, oltre alla forma spaziale e relativa struttura tridimensionale.

    Dio è il tempo nel senso che è riconducibile ad egli se non si era capito.

    Ma non è il tempo come inteso da più il luogo di incontro, il tempo è il flusso di energia dinamica senza la quale ogni forma e struttura d qualsiasi tipo non potrebbe esistere.

    Per questo non esiste un passato che si ferma come immagine in un supposto luogo temporale.

    Perchè il tempo non è un luogo, è una espressione di energia come base dinamica di tutto ciò che è creato, e la stessa che crea il luogo di incontro spazio temporale, intendendo per temporalità il continuo flusso che permette a ogni struttura di essere.

    Dunque non può esistere nessuna immagine di te ferma in un luogo temporale, ferma perchè priva di tale flusso dinamico, e che poi rivisitata questo farebbe si che miracolosamente ricomincia a fluire, venendo ricaricata da chi e che cosa?? Assurdità.

    Ritengo che dietro vi sia sempre il pensiero e il culto oggettivo che influenza negativamente tali concetti per me fuorsvianti, intendendo l'oggettività fine a se stessa come fosse il fine ultimo dell'esistenza e della sacralità.

    Confondendo un potenziale di vita, con qualcosa come luogo, tempio letterale dove gli oggetti stanno a guardare.


    La libertà che cerchi è per te la libertà oggettiva della tua anima, che si sente chiusa nella sua forma umana sentendoti limitato.

    Ma questo a me non mi sfiora minimanente nel mio senso di libertà per come lo intendo e vivo.

    Il passato non si può cambiare, perchè il passato è lo stesso tuo presente trasformato come evento.

    Il passato è quantificabile solo nella mente di Dio, ed egli non essendo uno strumentalizzatore non ricrea il passato come evento.

    Il potenziale flusso dinamico che rende il concetto del tempo si è trasformato in movimento o evento realizzato mediante il contorno di quanto creato, e solo l'evento può essere riprodotto in un concetto di strumentalizzazione del non senso.

    Ma non esiste un passato come flusso dinamico, poichè in quanto tale è qualcosa di impersonale, reso personale mendiante struttura idonea creata interattiva allo scopo di rendere possibile l'esistenza dinamica di qualcosa.

    Devo andare ciao

    [Modificato da dispensa. 10/04/2010 07:48]