Sebbene l'eutanasia non sia un'opzione per il cristiano diverso è l'atteggiamento in situazioni irreversibili. Quando vi è da decidere se prolungare o meno l'agonia con quello che a volte viene definito "accanimento terapeutico" il cristiano valuterà le circostanze di ogni singola situazione per decidere il meglio nella consapevolezza che l'irreversibilità della situazione potrebbe solo far prolungare un'inutile sofferenza per il malato terminale e per chi lo accudisce.
Non esistono risposte o regole precise poiché in queste drammatiche situazioni le circostanze cambiano.
Lasciamo che ognuno possa valutare in coscienza il da farsi, anche redigendo in anticipo un testamento biologico che non comprometta la visione cristiana della santità della vita e che tenga conto del massimo rispetto verso la sofferenza inutilmente prolungata in situazioni incontrovertibili.
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"Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. E invano il ragionamento, che non vi ha parte, cerca d'impugnarne la certezza" - B. Pascal