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LA TRINITÀ FRA ANTICO E NUOVO TESTAMENTO

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2010 18:03
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25/01/2010 23:50

D. La “Duità” a partire da un versetto.

Giovanni 1:1: «in principio era la parola e la parola era presso dio, anzi la parola era dio».
Abbiamo visto che l’uso delle maiuscole dipende dai presupposti del traduttore e per cercare di essere obiettivi abbiamo ripreso nuovamente la trascrizione messa a punto precedentemente.
Il Vangelo di Giovanni ha una struttura “a cerchi concentrici”, piuttosto che progressiva. Così cerca di dire tutto l’essenziale già dal primo versetto, per poi ribadire i concetti espressi in Giovanni 1:1 nel corso dell’intero Vangelo: sarebbero perciò ben chiari anche se cancellassimo quell’inizio. Anziché insisterci troppo, allora, è meglio chiarirne brevemente il significato e poi continuare con gli altri passi dello stesso Vangelo, dopo i quali è più facile rendersi conto di ciò che vogliono dire quelle parole iniziali che, obiettivamente, un po’ enigmatiche lo sono.
Come dirà poi (v.14), “parola” (logos) sta per “Gesù" e Giovanni vuol trasmettere essenzialmente tre concetti.
-Primo concetto: Gesù c’era “fin dal principio”.
-Secondo concetto: Gesù era “presso Dio” (o “con Dio”) e perciò era una persona separata da Dio.
-Terzo concetto: Gesù era egli stesso “Dio” (evidentemente non nel senso di persona, ma di sostanza).
Il primo concetto è largamente condiviso, perché nel Nuovo Testamento è più volte affermato che tutte le cose sono state create per mezzo di Gesù, che perciò era presente dal principio (per esempio, Colossesi 1:16 e Ebrei 1:2). Tralasceremo perciò di ribadire il primo concetto; invece ci soffermeremo sul secondo e sul terzo concetto, che sono il cuore della dottrina trinitaria e che possono sembrare in contrasto fra loro.
Abbiamo provato a fare una lettura “oggettiva” dei successivi passi del Vangelo di Giovanni ed essa ci pare confermi l’analisi di Giovanni 1:1 fatta: sta ora a chi legge il valutare se siamo stati veramente oggettivi.

Giovanni 10:30: «Io e il Padre siamo uno».
La sintesi operata da Giovanni all’inizio del Vangelo la ripete concentrandosi sul secondo e sul terzo concetto espressi in 1:1. Oltre a ribadire la distinzione fra le due persone («Io e il Padre»), ribadisce anche la loro unità di sostanza («siamo uno»), aggiungendo la motivazione di questa unità, data dal rapporto di Padre-Figlio. Un rapporto di paternità non adottivo come quello con Salomone (1Cronache 17:13), ma generativo; come per altro Giovanni aveva già anticipato nel Prologo: «Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come da unigenito dal Padre» (1:14).
La subordinazione di una moglie al marito e di un figlio al padre (Efesini 5:22 e 6:1) non significa certo che ci sia una diversità di natura fra di loro, condividendo tutti quella umana ed essendo tutti “immagine di Dio”. Nemmeno la diversità di conoscenza intacca l’unità di sostanza fra un padre e un figlio.
Dato allora che la dottrina trinitaria afferma che Gesù e il Padre sono due persone distinte (seppur formanti una sola Deità), si dimostra di non aver capito bene quando ci si illude di contrastare la Trinità mostrando che Gesù è una persona diversa dal Padre, oppure notando che è sottomesso al Padre e che non conosce alcune cose che invece il Padre sa (come si può ricavare da Giovanni 14:28 e Matteo 24:36).

Giovanni 5:18: «Per questo i Giudei più che mai cercavano d’ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio»
Giovanni 8:58-59: «Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato, io sono”. Allora essi presero delle pietre per tirargliele»
Giovanni 10:33: «I Giudei gli risposero: “Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”»
In questi tre passi i Giudei cercano di uccidere Gesù perché interpretano le sue parole come un farsi uguale a Dio. Se Gesù fosse stato un “antitrinitario” avrebbe replicato che avevano capito male, invece rafforza quella loro interpretazione affermando che tutti dovranno onorare il Figlio, cioè lui stesso, «come onorano il Padre» (5:23), invitandoli a riconoscere che il Padre è in lui e lui è nel Padre (10:38), concetto poi ribadito più direttamente agli apostoli in 14:9-10 (vedere sotto).

Giovanni 14:9-10: «Gesù gli disse: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici ‘Mostraci il Padre’? Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me?”»
È vero che i Giudei erano scandalizzati dal fatto che Gesù si dichiarasse Figlio di Dio per natura, ma non tutti; perché anche gli apostoli, i discepoli e le folle che seguivano Gesù appartenevano all’ebraismo e non si scandalizzarono. Insomma è un certo modo di essere ebreo che è incompatibile con la Trinità, ma fin dall’inizio ci sono stati Ebrei che l’hanno ritenuta compatibile.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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