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LA TRINITÀ FRA ANTICO E NUOVO TESTAMENTO

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2010 18:03
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06/02/2010 11:58

5. PASSI TRINITARI DEL NUOVO TESTAMENTO

A. Annunciazione e Battesimo di Gesù (Luca 1:32-35; 3:22).

Nel Nuovo Testamento, la Trinità si manifesta già all’annunciazione, perché Gesù sarà “figlio dell’Altissimo” e opera dello Spirito Santo (Luca 1:32-35).
Trinitario fu anche l’inizio dell’impegno pubblico di Gesù, cioè il suo battesimo, quando «Lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: “Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto”» (Luca 3:22).

B. Un solo Dio, un solo Signore, un medesimo Spirito (1Corinzi 8:6; 12:4-6; Efesini 4:4-6).

1Corinzi 8:6.
Prima di passare più velocemente ad altri versetti, ci soffermiamo su un’espressione dell’apostolo Paolo che è a volte presa come negazione della Trinità:
«Ci sono molti dèi e signori, tuttavia per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale son tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale son tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo» (1Corinzi 8:5-6).

Certo, se ci si limita a riportare «per noi c’è un solo Dio, il Padre», sembra che il passo neghi la divinità di Gesù, ma se si considera tutto il contesto, il discorso è più complesso. Prima di tutto “Padre” rivolto a Dio si riferisce in primo luogo a Gesù, Figlio di Dio per natura, mentre per noi uomini può essere “Padre” solo in senso adottivo e solo per mezzo di Gesù (chi non è “in Cristo” è creatura di Dio, amata sì, ma non figlio, cf. Giovanni 1:12).
Già indicare Dio come “Padre”, perciò, richiama la divinità di Gesù; la considerazione centrale è però un’altra e si riferisce alla struttura della poesia ebraica, che si basa non sulla rima, ma sul parallelismo dei versi, che non di rado esprimono lo stesso concetto con parole diverse. Andando a caso, per esempio, ho subito trovato due esempi:
A1. «Mettimi al riparo dalle trame dei malvagi,
B1. dagli intrighi dei malfattori.
A2. Hanno affilato la loro lingua come spada
B2. e hanno scagliato come frecce parole amare» (Salmo 64:2-3).
A3. «Ti lodino i popoli, o Dio,
B3. tutti quanti i popoli ti lodino!» (Salmo 67:3).

Si può constatare come il secondo rigo della coppia (B) ripeta il concetto del primo rigo (A) apportando qualche variante. Paolo sembra seguire lo stesso schema:
A4. «C’è un solo Dio, il Padre, dal quale son tutte le cose, e noi viviamo per lui,
B4. e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale son tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo»
Nelle due espressioni di Paolo (A4 e B4) c’è infatti un’assonanza di concetti, non un loro contrasto:
-“Padre” e “Signore” sono espressioni diverse ma “Signore” (come abbiamo più sopra evidenziato), nel Nuovo Testamento è usato anche per Dio Padre, specie nella versione greca dei Settanta in uso fra gli Ebrei di lingua greca e ampiamente utilizzata dagli apostoli. “Signore” rivolto a Gesù, perciò, afferma la sua divinità, anziché negarla.
-“Dal quale son tutte le cose” e “mediante il quale son tutte le cose” riprende la diffusa dottrina che l’autore della creazione è Dio Padre, che però l’ha realizzata per mezzo di Cristo (Giovanni 1:3; Colossesi 1:16; Ebrei 1:2). L’opera della creazione, insomma, non separa il Padre dal Figlio, che anzi appaiono come “co-creatori”, perché il Padre fa la sua opera fondamentale con la partecipazione del Figlio in tutto.
- A “Noi viviamo per lui” fa da parallelo “mediante il quale anche noi siamo”. In altre parole, la nostra condizione è il riflesso dell’essenza di Dio Padre e dell’essenza di Gesù; Dio Padre è la sorgente della vita ed è lui che ce l’ha trasmessa, ma noi ce ne appropriamo per mezzo di Gesù, che è mediatore sia nella creazione della vita naturale che nel trasmetterci la vita dello Spirito.
Per fare un imperfetto esempio umano, Dio Padre è come se svolgesse le funzioni del re, mentre Gesù mette in atto il programma come farebbe un primo ministro, con lo Spirito Santo che realizza concretamente l’opera. Dio ha amato il mondo (Giovanni 3:16), Gesù ha messo in atto la volontà del Padre morendo in Croce (Luca 22:42) e lo Spirito Santo ha concretizzato a Pentecoste (Atti 2) la nuova vita dei credenti.

1Corinzi 12:4-6.
Più avanti l’apostolo Paolo torna sullo stesso tema introdotto in 8:6:
«Vi è diversità di carismi, ma vi è un medesimo Spirito.
Vi è diversità di ministeri, ma non v’è che un medesimo Signore.
Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio,
il quale opera tutte le cose in tutti» (1Corinzi 12:4-6).

Il versetto che precede il passo indica che “Signore” si riferisce a Gesù. Anche in questo caso, come in Corinzi 8:6, colpisce il parallelismo. Senza la dottrina trinitaria, Dio sarebbe qui associato a qualcosa che non è Dio, ma che il tutto formi un’unità è ben espresso nelle ultime parole, nelle quali si precisa che Dio «opera tutte le cose in tutti». Più avanti (15:22-28), nell’esporre le tappe future dell’opera di Cristo, Paolo ricomporrà un’altra volta la varietà nell’unità, affermando che alla fine Cristo «consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre» ... «affinché Dio sia tutto in tutti». Dio è ed opera “tutto in tutti”, perciò l’opera dello Spirito e del Signore Gesù, date le loro caratteristiche, non possono che essere interne a Dio stesso, intendendosi per “Dio” sia il Padre che la Deità nel suo insieme.
D’altronde l’intreccio trinitario è presente anche nel versetto (12:3) che precede quelli sopra considerati: «Nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: “Gesù è anatema!” e nessuno può dire: “Gesù è il Signore!” se non per lo Spirito Santo». Dio, Gesù e Spirito Santo inseriti ancora una volta in un contesto di distinzione di persona, unità di sostanza e cooperazione nell’agire.


Efesini 4:4-6.
Concetti simili a quelli appena visti sono espressi in Efesini 4:4-6:
«Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione. V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti».
Anche in questo caso, la distinzione delle tre persone è accompagnata da chiare espressioni unitarie (“un solo” / “una sola”), con le ultime parole che possono considerarsi come un’espressione trinitaria condensata e che riporto intercalandole con il senso che mi pare abbiano: «è al di sopra di tutti [Dio Padre], fra tutti [il Signore Gesù, Matteo 18:20] e in tutti [Lo Spirito Santo, 2Timoteo 1:14]».

C. Altri passi trinitari.

Romani 8:9.
«Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui».
Se separiamo Cristo da Dio allora ci sarebbero due Spiriti, mentre più sopra (Efesini 4:4-6) abbiamo visto che ce n’è solo uno.

Romani 8:16.
«Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui».

Romani 15:30.
«Ora, fratelli, vi esorto, per il Signore nostro Gesù Cristo e per l’amore dello Spirito, a combattere con me nelle preghiere che rivolgete a Dio in mio favore»

I tre soprastanti versetti di Romani confermano che nell’Epistola, pur non affrontandosi il tema della divinità di Cristo, la Trinità è un presupposto ritenuto da Paolo pacificamente condivisibile con l’uditorio.

Ebrei 9:14.
«Quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!»

Atti 20:28.
«Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue».
Abbiamo già considerato che il sangue versato è evidentemente quello di Cristo e come questo passo ribadisca la “unità genetica” fra il Padre e il Figlio (lo stesso sangue), d’altronde chiarita da come è stato concepito Gesù (Luca 1:35).

Matteo 28:19.
«Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».
Il Vangelo non è come il Corano e Gesù non è come Maometto, che pose un abisso fra qualsiasi uomo (anche se stesso) e un Dio “totalmente altro”. Qui non è un apostolo che esalta Gesù, ma è Gesù stesso che si pone al livello del Padre, insieme allo Spirito Santo. Se si interpreta il versetto inserendo i due punti, acquista una più chiara connotazione trinitaria, avendosi un nome (singolare) e tre persone.
Altri invece interpretano questo versetto come se intendesse «nel nome del Padre, [nel nome] del Figlio e [nel nome] dello Spirito Santo». Dato però che sono tre nomi distinti, allora sono anche tre persone, Spirito Santo compreso. Tre persone sullo stesso piano, senza la Trinità, sarebbero allora tre Dii e si cadrebbe nel politeismo. Insomma, la valenza trinitaria di questo versetto resta comunque.

2Corinzi 13:13.
«La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi», cioè con tutti noi.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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