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Cultura e Bibbia: Evoluzione, storia, economia e geografia in un'ottica nuova

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2010 16:05
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14/11/2009 09:04

PRESENTAZIONE
del libro di Fernando De Angelis “Cultura e Bibbia”, Gribaudi, 2009.


di Lino Conti (1)

Frutto di un programma di ricerca ambizioso e di lungo corso, la visione biblica della cultura, delineata da Fernando De Angelis, abbraccia nell’agile sintesi di una moderna summa un’ampia varietà di tematiche che vanno dalla storia del pensiero scientifico all’epistemologia, dall’evoluzionismo al creazionismo, dalla rivoluzione francese a quella puritana, dalle intersezioni fra economia e religioni agli inusuali lineamenti di una “geografia cristiana”. Scandagliando questioni e vicende storiche che affondano le loro radici negli abissi del tempo, essa assume talvolta le tonalità di un ardito abbozzo di historia universalis di alta valenza euristica, che intende fornire gli strumenti biblici e critici per affrontare una disincantata lettura del presente. «Dobbiamo – ripete De Angelis con Sergio Quinzio – leggere il mondo con gli occhi della fede, e non la fede con gli occhi del mondo».
Le rapide ricostruzioni storiche, impostate prevalentemente sul modello storiografico weberiano, ruotano intorno ad un centro di gravità che costituisce il cuore antidarwiniano del libro: il problema dell’origine della vita.
Le questioni concernenti l’origine sono di per sé talmente intricate da rendere sempre valido il monito dell’astrofisico Fred Hoyle: «Ogniqualvolta viene pronunciata la parola origine evitate accuratamente di credere a quello che vi raccontano, anche se sono io a raccontarlo». Sicuramente va evitato di prendere per oro colato, sottolinea De Angelis, il racconto dell’origine della vita narrato dal darvinismo radicale. Partendo dalla premessa che l’estrema improbabilità di un evento complesso, quale la generazione spontanea della vita da materia inorganica (abiogenesi), non costituisce una prova di impossibilità, i darwinisti ortodossi arrivano a sostenere che la non-impossibilità di un evento estremamente improbabile lascia sempre aperta la possibilità che tale evento possa accadere o essere accaduto per caso. Alla luce di questi presupposti, una volta constatato che la vita esiste di fatto, si arriva subito alla conclusione che la vita si sia generata per caso e che quindi l’abiogenesi casuale sia l’unica teoria scientificamente sostenibile. Contro questa conclusione, priva del sostegno di qualsiasi solida prova scientifica, De Angelis schiera una nutrita serie di puntuali confutazioni che hanno l’indubbio merito di mostrare che di fronte al problema dell’origine della vita la scienza non deve limitarsi a dire ignoramus, ma deve ancora una volta pronunciare il verdetto ignorabimus (2).
L’irriducibile complessità della cellula e dei suoi componenti rende estremamente improbabile l’origine casuale della vita. Questa elevata improbabilità, anche se in linea di principio non equivale ad una impossibilità, attesta in pratica l’insostenibilità scientifica di un emergere casuale della prima cellula e più in generale della vita. Da questa insostenibilità, ovviamente, non segue che il creazionismo possa essere a sua volta dimostrato scientificamente, ma non segue nemmeno la dimostrazione scientifica della sua incontrovertibile falsità. Nelle problematiche sull’origine della vita, insomma, resta aperto uno “spazio logico” entro il quale rimangono plausibili una pluralità di ipotesi, ivi compresa l’ipotesi creazionistica.
Quella di De Angelis è una visione della cultura che, per quanto scritta di getto ed espressa nel linguaggio semplice della divulgazione scientifica, offre interessanti stimoli a tutti coloro che ai triti rituali dello scientismo bigotto preferiscono la dimensione problematica della scienza. Certo alcune tesi avrebbero bisogno di ulteriori approfondimenti ed altre sono più o meno discutibili, ma a volte l’attenta calibrazione semantica delle categorie e gli approfondimenti fanno perdere di vista proprio quel panorama, quel denso reticolo concettuale entro cui prendono forma e senso gli enigmi della vita.

(1) Insegnante di Storia della scienza e Logica e filosofia della scienza, presso il Dipartimento di Scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Perugia. Questa Presentazione è quella collocata all’inizio del libro.

(2) In altre parole, non solo non sappiamo, ma anche non potremo sapere. (N.d.R.).



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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