Certo non dobbiamo partecipare a edificare nel mondo ciò che in se stesso il mondo ama(le logiche di potere), dobbiamo amare nel mondo ciò che in se stesso il mondo odia, cioè collaborare alle opere della bontà di Dio(pace giustizia…), quindi edificare in modo edificante cooperando all’atto creativo di Dio (e vide che era cosa buona…)
E qui proprio sta il pericolo, perchè l'uomo nella sua sete di giustizia, o in senso di bene, o per tal fine, potrebbe trascendere nel voler fare le veci di Dio.
Nel momento che lo fa si rende autonomo da Dio, poichè il passato ci testimonia una vera presenza della potenza di Dio, ma non esercitata per cambiare la realtà del presente governata da soggetti anche diabolici, ma per testimoniare la sua esistenza e il suo potere.
Cioè non per eleggere nuovi governi, ma per raccogliere da questi gli eletti per quel regno futuro da lui promesso.
Perciò questi divenendo come forestieri di passaggio, estranei alle lotte di potere bene male dell'uomo.
Anche se significava soccombere allo stesso modo del Cristo, il quale se voleva mandava due legioni di angeli contro la legione romana.
Il regno davidico testimoniò di questa sua parziale volontà a testimonare la sua presenza sulla terra, il cui scopo non era al momento l'instaurazione di un regno dei cieli su tutta la terra,ma perchè vi fosse una discendenza nazionale; pure per lo scopo di trarre per lezione i futuri re e sacerdoti del regno promesso in sostituzione a quello umano demonico.
Quel regno futuro non condividerà il trono sull'intera terra insieme al trono di satana.
La misura con cui esercitare il bene, come testimoni di Cristo, ci è stata già data e dimostrata.
Il resto è opera dell'uomo, fuori dai disegni divini, anche inteso in senso di bene.