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PROFEZIE SU CRISTO: NOI CRISTIANI ESAGERIAMO

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2009 22:11
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13/09/2009 23:50

6. QUASI NESSUNA PROFEZIA. O INFINITE

Per la nostra cultura, solo le profezie “a priori” sono delle vere profezie. A ben guardare, però, spesso nemmeno esse forniscono prove veramente oggettive. La profezia di Gioele sopra considerata, per esempio, non cita esplicitamente il parlare in altre lingue, non fissa una data precisa del suo adempiersi (ma un generico «ultimi giorni») e ci associa un sole «mutato in tenebre» che in quel momento non si è verificato, anche se un oscuramento di tre ore c’era stato durante l’agonia di Gesù (Luca 23:44-45).
Per fare un altro esempio, era chiaro a tutti che il Messia dovesse venire da Betlemme (Matteo 2:3-6), ma la profezia non indicava il giorno della nascita, né l’indirizzo preciso; ci fu allora il paradosso degli analizzatori di profezie che avevano capito bene le indicazioni della Parola di Dio e speravano di vederne la realizzazione, ma non furono loro ad accorgersi che il Messia era nato, bensì due categorie ritenute inadatte, ma aperte a ricevere una rivelazione particolare da Dio: cioè i Magi, che nemmeno appartenevano al popolo d’Israele, ed i pastori, costretti dalla loro professione ad una sorta di isolamento sociale e a non aver dimestichezza col leggere (Matteo 2:1-12; Luca 2:8-18).
Erode pure credette alla realizzazione della profezia, ma nemmeno lui potette giovarsene perché non la amava (Matteo 2:3,16). Siccome poi Gesù andò ad abitare lontano da Betlemme, cioè a Nazaret di Galilea (Matteo 2:23), chi gli era contrario argomentò che non poteva essere il Messia, perché «dalla Galilea non sorge profeta» (Giovanni 7:41-52). Insomma, anche quando l’interpretazione di una profezia è chiara, non è detto che ne sia facile l’applicazione. La Parola di Dio non ci è stata data per poter fare a meno di Dio, né possiamo capire le profezie e giovarcene col solo uso della ragione, cioè senza metterci in sintonia con lo Spirito di Dio.
Per non dilungarci, concludiamo questo paragrafo con due argomentazioni: una pro e l’altra contro l’efficacia delle profezie dell’Antico Testamento. Sono pochi oggi gli Ebrei che attendono da un momento all’altro la venuta del Messia, mentre al tempo di Cristo l’attesa era generalizzata (Matteo 2:3-5; 3:1-12; Luca 2:25-38; Giovanni 10:24; Atti 5:36-37) e ciò significa che le profezie dell’Antico Testamento avevano effettivamente fatto capire che il Messia sarebbe arrivato in quel periodo (per esempio, Daniele 9:24-27). Il fatto veramente incomprensibile e inaccettabile per tutti fu che il Messia dovesse essere crocifisso; negli stessi apostoli ciò produceva una grande confusione che nessuna profezia poté rischiarare, nemmeno quando era stato Gesù stesso a ripetergli più volte che sarebbe dovuto morire e poi risorgere (Luca 9:22,44-45; 10:31-34). Prima e dopo quei tre giorni di Gesù nella tomba, però, folle di Ebrei riconobbero in lui il Messia promesso e proprio sulla base dell’Antico Testamento (Giovanni 1:45; 5:39-47; 7:31,40; 8:30; 12:12-19; Atti 2:41; 4:4; 13:42-43; 28:23-24), mostrando che le profezie sul Messia furono ritenute da molti come così sicure da metterci in gioco la propria vita.
Quelle stesse profezie e quegli stessi fatti che erano per alcuni convincenti, per altri non lo erano assolutamente (Luca 19:36-39; Giovanni 5:15-16; 6:66-69; 7:12,40-43; 9:16; 10:19-20; 11:45-46). Agli apostoli, a Natanaele ed alla Samaritana, bastò poco per capire subito che Gesù era il Messia (Giovanni 1:34-49; 4:29,42). Invece il gran sapiente Nicodemo maturò lentamente quella convinzione (Giovanni 3:9; 7:50; 17:39), mentre la maggior parte della classe dirigente, come molti del popolo, ritennero che Gesù ed i suoi seguaci fossero qualcosa di assolutamente contrario a ciò che è scritto nell’Antico Testamento (Giovanni 5:18; 8:58-59; 10:30-33; Atti 4:16-18; 5:17-18; 7:57-58; 8:1; 12:1-3).
Da tutto ciò si può concludere che nell’Antico Testamento non c’erano profezie incontrovertibili, cioè che potessero convincere tutti. Parallelamente, non ci fu alcun miracolo in grado di far accettare Gesù da tutti. La moltiplicazione dei pani sembrò produrre un’adesione generalizzata, ma si trattò di un fenomeno superficiale e perciò di poca durata (Giovanni 6:26,66); mentre la risurrezione di un Lazzaro già in decomposizione, proprio perché fu convincente per molti, innescò in altri la decisione finale di uccidere Gesù! (Giovanni 11:45-53).
Prima di cercare, all’esterno di noi, profezie adempiutesi senza dubbio, bisogna che la Parola di Dio ci illumini all’interno: solo dopo che abbiamo confessato a Dio ciò che veramente siamo, solo dopo che ci sentiamo da lui accolti, i nostri occhi potranno vedere meglio le profezie. Altrimenti il nostro interiore confuso e distorto ci farà vedere tutto in modo confuso e distorto.
Dio ha scritto la sua Parola in modo che sia comprensibile a quelli che con il loro spirito si mettono in sintonia col suo Spirito (Daniele 12:10; Matteo 13:10-12; 2Corinzi 2:15-16). Chi crede, vede che in ogni pagina della Bibbia ci sono indicazioni per i giorni che vive, perciò considera in qualche modo profetica tutta la Bibbia. Per chi non è in sintonia spirituale con Dio, invece, ogni sua parola viene capita al contrario: avvenne ad Adamo ed Eva dopo aver peccato, avvenne poi anche a Caino (Genesi 3:1-19; 4:1-9) e nei tanti altri casi verificatisi in seguito.
Per le profezie, allora, succede come per l’esistenza di Dio. C’è chi guarda l’orizzonte e riflette: «Qualcuno dice che Dio esiste, ma chi l’ha veramente visto?». Poco più in là un altro guarda lo stesso orizzonte e riflette: «Ovunque lo sguardo giro, o immenso Dio ti vedo». Un’esperienza simile viene fatta quando un credente racconta quelli che considera senza dubbio come interventi di Dio nella sua vita: certi ascoltatori ne rimangono convinti, mentre per altri si tratta sempre di suggestioni che possono avere altre spiegazioni.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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