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PROFEZIE SU CRISTO: NOI CRISTIANI ESAGERIAMO

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2009 22:11
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13/09/2009 23:50

7. PROFEZIE DELLA BIBBIA SU “MARIO ROSSI”?

Il tema delle profezie è molto vasto, ma noi ci avviamo a concludere cercando di trarne qualche applicazione utile per il nostro cammino di fede. Nell’Epistola agli Ebrei (10:7) viene riferita a Cristo un’espressione contenuta in un altro Salmo di Davide (40:7-8): «Ecco io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. Dio mio desidero fare la tua volontà». Come abbiamo visto, si è disposti ad accettare anche troppo che la vita di Cristo fosse stata profetizzata nell’Antico Testamento (nel «rotolo del libro»), mentre si considera evidente che nella Bibbia non ci sia scritto niente su un qualsiasi Mario Rossi che la sta leggendo. Questo modo di ragionare, però, è tipico della “disincarnazione”, che svuota l’esempio di Gesù, considerato troppo diverso da noi. Davide invece ha riferito quell’espressione in prima battuta per se stesso e tutto il Nuovo Testamento ci invita ad imitare strettamente Gesù: «Vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io» (Giovanni 13:15); «Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme» (1Pietro 2:21).
Gesù non vuole essere preso come uno che si esibisce in un circo per essere ammirato, ma come un allenatore sportivo che mostra quegli esercizi affinché siano poi rifatti da chi osserva. Ciò è dimostrato da una straordinaria affermazione di Gesù: «Chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori» (Giovanni 14:12). È un’affermazione che mette in crisi ma che ci fa del bene, perché è uno sprone a sperimentare sempre più la potenza e l’amore del Signore.
Chi disincarna Gesù, si trova poi in imbarazzo anche con l’apostolo Paolo, che aveva la convinzione di seguire Cristo così da vicino da proporsi come un esempio in tutto. Infatti scrive ai Corinzi: «Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo» (1Corinzi 11:1; cfr. anche 1Tessalonicesi 1:6); mentre nella lettera ai Filippesi specifica in modo inequivocabile: «Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi» (Filippesi 4:9). Vogliamo rendere inarrivabile anche l’apostolo Paolo? Oppure scartiamo certe sue scomode affermazioni, dicendo che “non sempre” era ispirato da Dio? Credo che non possiamo giustificarci col dire che Cristo e Paolo facevano cose che noi non potremmo fare per principio. Gesù si è spogliato dei suoi privilegi divini per essere un vero uomo (Filippesi 2:5-8), accettando di usare quegli strumenti che anche noi possiamo usare (la Parola di Dio, la fede, la preghiera e la sottomissione alla volontà di Dio, per esempio). Se la mia fede non sposta le montagne, perciò, non è perché non ho i privilegi di Gesù, ma perché essa è più piccola di un granello di senape (Matteo 17:20).
Tornando a considerare la possibilità che la Bibbia parli anche di un qualsiasi Mario Rossi, devo dire che mi sono accorto presto che nella Parola di Dio c’era scritto di me. È successo leggendo Genesi 3, dove i miei progenitori Adamo ed Eva mostravano lo stesso mio impegno nel cercare scuse, attribuendo gli errori fatti a Dio e agli altri. Anche quando una persona decide di seguire Cristo, tende poi a conservare un po’ quel vizio delle scuse, anche se le traveste “cristianamente”. Comincia allora a dare la colpa delle proprie incoerenze ad un mondo malvagio nel quale dobbiamo pur vivere; oppure incolpa il “Principe di questo mondo” (cioè il Diavolo) che la farebbe da padrone (non accorgendosi del rischio di mettere il Diavolo al posto di Dio!). Se ciò non basta, dà la responsabilità alla propria “carne”, cioè al suo corpo, tranquillizzandosi col fatto che la Bibbia stessa dice che «la carne è debole» (Matteo 26:41; Romani 7:18-23), ma dimenticandosi che subito dopo la stessa Bibbia dice che può e deve essere dominata da uno Spirito forte (Matteo 26:52-54; Romani 8:5-11). Un’altra scusa a portata di mano è la famiglia: viene spontaneo attribuire le nostre difficoltà ed i nostri fallimenti al coniuge o ai genitori!
Anche lo scivolare del popolo di Dio verso il basso è però un pericolo profetizzato, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento (ci limitiamo a Deuteronomio 31:29 e Atti 20:29-30) e conferma come ci sia abbondantemente scritto di noi, nella Bibbia. Se sappiamo leggere e se vogliamo vedere, insomma, troviamo sempre nella Bibbia uno specchio che ci mostra ciò che siamo in quel momento. Certo, vedere le nostre macchie non è piacevole, ma Gesù è pieno non solo di verità, ma anche di grazia (Giovanni 1:14) e se non gli nascondiamo le nostre debolezze, saprà trasformarle in forza (1Corinzi 6:11; Giacomo 1:22-25; 1Giovanni 1:8-9). L’impegno di Paolo gli produsse qualche guaio (2Corinzi 11:23-33), ma anche gioie impagabili (2Corinzi 3:1-3; 12:2-4) e lui ne fece un positivo bilancio finale (Filippesi 2:17-18; 2Timoteo 4:6-8). In ogni caso, non credo si possa seguir Cristo in pantofole.
Gesù, essendo senza peccato, evidentemente non meditava le Scritture per scoprire i suoi difetti, ma per esserne edificato. Anche per noi, perciò, la ricerca dovrebbe essere più orientata al positivo (è più facile eliminare il negativo introducendo il positivo, piuttosto che cercando di fare il vuoto). Per esempio, non è difficile trovare un personaggio biblico col quale abbiamo qualche somiglianza, sul lato del carattere o come ruolo fra il popolo di Dio; può essere allora molto incoraggiante constatare che anche la nostra storia presenta via via dei punti di contatto con quanto raccontato nella Bibbia.
Per fare un altro esempio, nella Bibbia è descritta la vita di alcune famiglie e certi aspetti non sarà difficile rintracciarli nella nostra stessa famiglia o in quelle degli amici. Quando siamo nella prova, infine, è di grande incoraggiamento l’esempio di Giobbe, non solo la sua sottomissione, ma anche le sue grida rivolte ad un Dio col quale erano amici e che poi non capisce più, un Dio che non si mostrerà poi offeso e che gli userà di nuovo benevolenza.
In conclusione, se le profezie riguardanti Cristo erano per lo più indirette e se siamo chiamati ad imitarlo, allora è lecito cercare nella Bibbia anche ciò che si adatta a noi: specie se lo Spirito Santo ce ne suggerisce un’applicazione particolare. Cercare se stessi nella Bibbia e cercare di mettere in sé la Bibbia può essere interessante e perfino divertente; se non ci avete ancora provato vi consiglio di cominciare, fiducioso che Dio vi aiuterà a continuare.



Per contatti: roberto.carson@tiscali.it
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