Scusate la risposta lunga.
Ciao Justee
La tua asserzione:
"
Come saprai meglio di me il 607 non è sicuro (non dico che è sbagliato)sicuro no !!!!"
E' vera solo in parte.
Sì, credo di
sapere meglio di te che il 607(bc).... fin qui è vera.
"
non è sicuro" (qui è invece sbagliata).
E
NON mi puoi smentire!.
Viene dopo il 606 e al lui segue il 608! (scherzi a parte):
Se invece intendevi dire che non è sicuro che fosse nel
607bc che Gerusalemme fu distrutta da Nabucodonosor, posso solo dirti che sei tu a dirlo.
Per me è "
sicuro" infatti, la data del 9 Agosto del 607bc, è una data specifica che non mi sono inventato e tantomeno mi sono immaginato.
E' esattamente la data corrispondente al nostro calendario gregoriano come indicata nella bibbia, sulla base del calendario lunare allora usato dagli Ebrei (e dai babilonesi). La bibbia la registra esattamente come:
Il decimo giorno del quinto mese del diciannovesimo anno di regno di Nabucodonosor. E' una registrazione storica. Se fosse inventata, sarebbe stata inventata anticamente. Inventata però non lo è in quanto tale data corrisponde esattamente a 19 anni dopo il secondo giorno dopo la morte del padre di Nabucodonosor, Nabopolassar;
(BM 21946, righe 10 e 11 della parte frontale) e:
(Geremia 52:12-14) 12 E nel quinto mese, il decimo giorno del mese, cioè nel diciannovesimo anno del re Nabucodorosor, re di Babilonia, Nebuzaradan capo della guardia del corpo, che stava davanti al re di Babilonia, entrò a Gerusalemme. 13 Ed egli bruciava la casa di Geova e la casa del re e tutte le case di Gerusalemme; e bruciò col fuoco ogni casa grande. 14 E tutte le forze militari dei caldei che erano col capo della guardia del corpo abbatterono tutte le mura di Gerusalemme all’intorno.
----------------------------------------
Poi mi chiedi:
1(I) 7 tempi che possono rapportarsi ad un periodo di 2520 anni su quale base?
La base è quella della dichiarazione di Geova espressa mediante il profeta Ezechiele che definendo che la rappresentanza davidica di un re che governava sul trono di Gerusalemme per conto di Geova stesso sarebbe stata interrotta. (rimuovi il tubante, e togli la corona):
(Ezechiele 21:26-27) 26 il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. 27 Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questa, certamente non diverrà [di nessuno] finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui [lo] devo dare’.
Come noti bene, poi anche dichiara che tale rappresentanza regale del regno di Geova, non sarebbe stata data a nessuno (ovvero le nazioni avrebbero potuto fare ciò che volevano senza che Geova impedisse loro di regnare), fintanto che fosse arrivato colui che ne aveva il diritto legale. (Gesù nel suo potere regale in cielo).
Tale avvenimento si verificò appunto il 9 Agosto del 607bc, quando sia la città santa Gerusalemme, sia il suo tempio, furono distrutti da Nabucodonosor mediante il suo generale Nebuzeradan.
Mediante un sogno profetico, Geova indicò per quanto tempo tale sua rappresentanza del regno sarebbe stata tolta.
(Daniele 4:13-17) 13 “‘Continuai a guardare nelle visioni della mia testa sul mio letto, ed ecco, un vigilante, sì, un santo, scendere dai cieli stessi. 14 Egli chiamava ad alta voce, e diceva questo: “Tagliate l’albero, e stroncatene i rami. Scuotetene il fogliame, e spargetene i frutti. La bestia fugga di sotto a esso, e gli uccelli dai suoi rami. 15 Tuttavia, lasciatene il ceppo stesso con le radici nella terra, pure con un legame di ferro e di rame, fra l’erba della campagna; e si bagni con la rugiada dei cieli, e la sua porzione sia con la bestia fra la vegetazione della terra. 16 Si cambi il suo cuore da quello del genere umano, e gli si dia il cuore di una bestia, e passino su di esso sette tempi. 17 La cosa è per decreto dei vigilanti, e la richiesta è [per] il detto dei santi, nell’intento che i viventi conoscano che l’Altissimo domina sul regno del genere umano e che lo dà a chi vuole, e stabilisce su di esso persino l’infimo del genere umano”.
l'espressione "sette tempi" indica un periodo di sette anni. Fu usata nella bibbia in quanto nell'adempimento tipico del sogno doveva dare una forte lezione di umiltà a Nabucodonosor; il suo stato di pazzia doveva durare appunto per sette anni.
Dovendo invece per il punito popolo Ebreo durare per 70 anni la loro prigionia in Babilonia, è evidente che dopo i sette anni letterali scontati da Nabucodonosor, il regno di Geova non avrebbe ancora avuto nessun rappresentante sulla terra. Pertanto tali sette anni, dovevano necessriamente riferirisi ad un tempo maggiore, più lungo. Lungo quanto?
Una indicazione ce la diede Gesù il quale, riguardo ai "tempi delle Nazioni" (riferendosi appunto a tale vuoto riguardo al regno di Dio) disse che erano allora ancora in corso durante gli anni 30 della nostra era volgare.
(Luca 21:23-24) 23 Guai alle donne incinte e a quelle che allattano in quei giorni! Poiché ci sarà grande necessità nel paese e ira su questo popolo, 24 e cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i tempi fissati delle nazioni non siano compiuti.
A quel tempo, quindi, erano ancora in corso. Non erano ancora finiti.
La chiave per determinare la loro durata ce la diede Geova stesso e sempre mediante il suo profeta:
(Ezechiele 4:6) ...Un giorno per un anno, un giorno per un anno, ti ho dato...
Pur in un diverso contesto profetico, riferendosi ad avversi giudizi che riguardavano il ribelle suo popolo, Israele, definì una spansione temporale corrispondente ad "un giorno per un anno"; la ripetizione della frase, forniva un senso di rafforzamento che che doveva indurre una certezza della durata della punizione.
Nel caso dei "tempi delle nazioni" ovvero della durata della fine della rappresentanza del regno di Dio sulla terra, tale durata era di 7 anni. La bibbia, non specificando che si trattasse di anni lunari, consente ragionevolmente di interpretare come anni solari tale tempo. Perché dico questo?
Per il fatto che il conteggio del tempo, Geova sapeva benissimo che si sarebbe protratto negli anni e che la misura usata per contarlo sarebbe stata poi diversa dal calendario lunare che usavano ebrei e babilonesi. Oggi, infatti usiamo un calendario solare di 365 giorni e un quarto circa.
Se però si conteggia: 365,25 per 7 anni si ottiene 2556,7 giorni. Come noti bene, non è una cifra tonda. Ciò non è secondo il modo preciso di Geova di considerare i tempi. Tali tempi erano infatti "profetici".
Come possiamo comprendere quindi quanto dovesse durare un anno profetico, visto che con il claendario solare non porta ad una data completamente formata? Al riguardo ci venne in aiuto l'informazione (come vedi data a "
suo tempo") dall'apostolo Giovanni nella sua Rivelazione che Geova gli diede. Ivi, parlando di altri avvenimenti allora ancora futuri, è registrato quanto segue:
(Rivelazione 12:14) 14 Ma alla donna furono date le due ali della grande aquila, affinché volasse nel deserto al suo luogo; quivi è nutrita per un tempo e dei tempi e la metà di un tempo lontano dalla faccia del serpente.
Ivi si nota l'espressione: "
un tempo e dei tempi e la metà di un tempo"; il plurale "dei tempi" significa due anni. Pertanto sono indicati 3 anni e mezzo, che se fai caso sono la metà di 7 anni.
Quanti giorni avrebbero incluso tali tre anni e mezzo?
Ce lo svela sempre Giovanni specificando per un avvenimento analogo questo particolare:
(Rivelazione 12:5-6) 5 Ed essa partorì un figlio, un maschio, che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro. E il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo trono. 6 E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio, affinché vi sia nutrita per milleduecentosessanta giorni.
Diventa quindi ben determinata l'equazione:
"un tempo, dei tempi, e una metà", ovvero tre anni e mezzo = 1260 giorni. Tale valore, 1260 giorni, raddoppiato per contare due volte tre anni e mezzo, ovvero sette anni, diventa un periodo esatto di 2520 giorni, ai quali, applicata la regola profetica di Ezechiele di "un anno per un giorno" ci porta a un totale di "ESATTI" 2520 anni (solari).
Se infatti dividi tali 2520(anni profetici) per i 7 tempi profetici assegnati alla defezione del regno, ottieni che ogni anno è composto di 360 giorni i quali, diviso i 12 mesi di un anno portano che un mese profetico è da Geova considerato come un periodo di 30 giorni.
In tal modo, il conto del tempo diventa "esatto" (senza resti).
pertanto 2520 anni - 607bc = 1913 della nostra era volgare. Perché segna 1913 e non 1914? per il fatto che nel passaggio dai calendari avanti la venuta di Gesù ai calendari dopo la venuta di Gesù, allora, non veniva conteggiato l'anno zero in quanto tale notazione divenne di uso solo molto più tardi. Non conteggiando l'anno zero, era saltato un anno, e pertanto riconteggiandolo, si ha 1913 più uno (l'anno zero saltato) = 1914 della nostra era volgare.
Astronimicamente, per evitare tale incertezza dell'anno zero, le date sono conteggiate in "giorni giuliani o JD" e, sempre astronomicamente, l'anno 607bc secondo il calendario giulano, è segnato come -0606) per il fatto che le date avanti la venuta di Gesù (bc o a.e.v.) sono conteggiate da -1 a -4027, ovvero in tali conteggi
il 606bc viene prima del 607bc se si conta partendo dalla presunta nascita di Gesù, anche se come anno di vita vissuta è successivo al 607bc. Capisco, questo complica un poco le cose.. ma una volta capito il meccanismo,
fare confusione è facile lo stesso (ci vuole pazienza). Per questo a volte alcune enciclopedie segnano 606bc o 586bc in luogo di 607bc o di 587bc. (Oltre per il fatto che l'anno babilonese era a cavallo di due anni, andando da Aprile ad Aprile.
Non so se riuscirai a capire tutto. Ho cercato di essere più semplice possibile.
In ogni caso, il risultato è che:
"Dalla distruzione di Gerusalemme e del suo tempo (in termine di anni) nel 607bc alla fine dei tempi dei Gentili (o Nazioni) sarebbero dovuti intercorrere 2520 anni solari esatti, ed essi si completarono durante l'anno 1914 della nostra era volgare (ac) con il ristabilimento del potere del regno di Dio nelle mani di "colui che ne aveva il diritto legale", ovvero Gesù.
monseppe